Alessandro Gioiello – Blow Up
La Galleria Glance è lieta di presentare Blow Up, la prima personale di Alessandro Gioiello (1982, vive e lavora a Torino).
Comunicato stampa
La Galleria Glance è lieta di presentare Blow Up, la prima personale di Alessandro Gioiello (1982, vive e lavora a Torino).
La mostra prende il titolo dall'omonimo film di Michelangelo Antonioni, riflessione sul potere delle immagini, sulla distinzione tra realtà e illusione, sul nostro bisogno di capire, svelare, catalogare ciò che ci circonda. Il blow up, poi, è nel gergo fotografico la perdita di nitidezza che si ha con un ingrandimento eccessivo.
Il lavoro di Alessandro Gioiello parte da qui, da particolati di immagini trovate su internet, cataloghi, giornali o magazine. Sono dettagli ingranditi fino a diventare sfocati di capolavori della storia dell'arte (si va da Giotto a Jacques-Louis David, da Watteaux a Latour), immagini di cronaca (la morte di Gheddafi), oggetti della quotidianità reale o virtuale (l'icona di Word) che l'artista ricrea con una tecnica particolare in cui polvere di lana colorata viene trattenuta sulla superficie dei lavori da strisce di velcro.
Le opere di Alessandro Gioiello hanno una doppia funzione e una doppia, caustica, intelligenza. L'artista riscopre immagini importanti della storia dell'arte, ma anche della cronaca e della vita quotidiana, e, allo stesso tempo, ne “rovina” la riscoperta velandone la visione con la patina sfocata del blow up, qui metafora della scarsa sensibilità di osservazione dello spettatore contemporaneo. Patina che l'artista ricrea con l'uso della polvere di lana in lavori che, nelle prime versioni in cui non usava fissativi, andavano lentamente svanendo, tornando a esser polvere e svanendo nella dispersione dell'immagine (e del suo significato) che è propria di quest'epoca.
Come nel calderone mediatico, quello in cui ogni giorno passano milioni di immagini (solo su Facebook ne vengono caricate quotidianamente 200milioni), nei lavori di Gioiello una visione da lontano equivale al perdersi nella macroscopia di una visione indefinita. Allo stesso modo, da vicino ci si smarrisce nello sfocato del microscopico. Da entrambi i punti di vista è difficile cogliere il senso di ciò che si sta osservando. Ma qual è allora la distanza giusta della visione? Dov'è la verità di queste immagini?
Gioiello non lo dice. Dopo tutto, lo scopo dell'arte è far nascere domande, non dare risposte. È comunque certo che l'analisi meticolosa dell'immagine, di ciò che vediamo nelle sue opere, non ci aiuti a trovare nessuna delle due cose. Né la distanza giusta, né la verità. Più s'ingrandisce il particolare, nella convinzione che il senso si annidi nel dettaglio, più la definizione si abbassa e la possibilità di comprendere svanisce. Come la fotografia del misterioso omicidio scattata da Thomas in Blow Up di Michelangelo Antonioni anche i lavori di Gioiello segnano l'impasse data da immagini che fanno apparire qualcosa, ma al contempo lo scompongono e lo fanno sparire.
Alessandro Gioiello è nato a Savigliano (Cn) nel 1982. Vive e lavora a Torino.
Laureato in Pittura presso l'Albertina delle Belle Arti di Torino. Proprio qui inizia, nel 2005, la sua carriera espositiva con la partecipazione a Nuovi Arrivi 11 - Reale come un sogno, vero come un ricordo a cura di Olga Gambari. Nel corso della mostra la commissione scientifica di UniCredit & l’Arte acquista un suo lavoro per la propria collezione e gli assegna il Premio Passaporto grazie al quale trascorre un periodo di residenza presso la Karl Hofer Gesellschaft di Berlino. Nel 2006 studia presso l’Academie Minerva di Groningen. Tra 2007 e 2008 partecipa a workshop tenuti da Stefano Arienti, Tobias Rehberger e Milovan Farronato alla Fondazione Spinola Banna per l’Arte di Poirino (To). Nello stesso periodo inizia la frequentazione dello studio dell’artista torinese Nicus Lucà, momento importante per la sua formazione. Nel 2009 trascorre un periodo di residenza negli spazi di DMT Loods di ‘s Hertogenbosch dove allestisce la sua prima personale Make yourself at home. L'anno successivo partecipa al G.I. Festival of Visual Arts di Glasgow e con Dario Costa realizza TURN (your) BACK (on), una doppia personale che si tiene alla galleria Glance di Torino. Nel 2011 è tra i finalisti del Premio Cairo e della relativa mostra tenutasi al Palazzo della Permanente di Milano. Lo anno espone alla 54 Biennale d’Arte di Venezia nel Padiglione Accademia. Dal 2007 al 2011 è stato tutor presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.