Alessandro Lando e Matteo Mo – Il tutto per l’uomo?
Ritratti fotografici e pittura realista, insieme per una mostra dai toni agrodolci che non desidera compiacere ma usa l’estetica come chiavistello per scardinare luoghi comuni e far luce sulle scomode ombre del carattere umano.
Comunicato stampa
Le fotografie di Matteo Mo sono tratte dal suo progetto “Biblical Portraits” presentato in anteprima al MIA PHOTO FAIR di Milano nel 2022. Oggi ampliato ed evoluto con ulteriori scatti che arricchiscono le storie. Ritratti di personaggi biblici immersi nel contemporaneo, come pitture fiamminghe, raccontano la vita. Storie di uomini e donne che attraversano il tempo mettendo in mostra le fragilità, le paure, gli stati d’animo. Matteo Mo ci offre, attraverso i suoi scatti realizzati “on stage”, la possibilità di scorgere il singolo temperamento attraverso indizi, dettagli, oggetti che ci portano a cogliere la loro storia personale come testimoni oculari. Personaggi pop – popolari nei quali possiamo rispecchiarci.
Le opere ad olio di Alessandro Lando potrebbero sembrare nature morte, oggetti comuni immortalati nella loro naturale essenza esposti ad una luce vibrante che ne amplifica la materia ma la composizione e la scelta dei soggetti ci porta ad antichi richiami. Come vanitas contemporanee, le sue opere sono quesiti che debbono essere interpretati, attraverso indizi concettuali. Lando, in alcuni casi ben dosati, applica addirittura un movimento al quadro per segnare, forzare il tempo di rottura dandone enfasi ed amplificare il messaggio. I colori e la tecnica donano leggerezza ad un messaggio profondo creando così un ossimoro visuale.
“La mostra appare un variegato espressivismo di vanitas che inducono ad una altalenante “distanza-vicinanza”riguardo l’approccio contemplativo e consentono la promulgazione di reiterate metafore. Si scorgono grovigli di sintomi, di spunti e di destinazioni che riconducono a mappe mentali note seppur non ancora viste. Tracce talvolta mimetiche, talvolta esplicite, che restituiscono una porzione di disincanto affinché l’utile cadenza esistenziale non risulti troppo distante e divaricata dalla opportuna realtà”(dal testo critico di LC).