Alessandro Librio – Places
Orientato verso le tecniche dell’ improvvisazione, collabora con alcuni fra i massimi artisti della scena internazionale: Patti Smith, Michael Moore, Wim Wenders, Fred Frith, Michael Vatcher, Gino Robair and Alvin Curran. I suoi progetti, attraverso performance e videoinstallazioni, tendono a focalizzarsi frequentemente sull’utilizzo, lo spostamento e le sonorizzazioni dei luoghi.
Comunicato stampa
Artista ufficiale del Padiglione Italia alla 54° Biennale di Venezia Arte, Alessandro Librio (nato a Trapani nel 1982 e poi trasferito a Londra dove vive e lavora) inizia a suonare principalmente violino e composizione a 13 anni.. Numerose ed importanti le esperienze che segnano la sua carriera musicale ed artistica. Orientato verso le tecniche dell’ improvvisazione, collabora con alcuni fra i massimi artisti della scena internazionale: Patti Smith, Michael Moore, Wim Wenders, Fred Frith, Michael Vatcher, Gino Robair and Alvin Curran. I suoi progetti, attraverso performance e videoinstallazioni, tendono a focalizzarsi frequentemente sull'utilizzo, lo spostamento e le sonorizzazioni dei luoghi.
Come scrive Giulia Menzietti, “La sfera sonora è l’esperienza di un ambiente, appropriazione conoscitiva ed emotiva della realtà. Ogni luogo, ogni paesaggio possiede la propria identità sonora, profondamente legata alle caratteristiche morfologiche e alla dimensione culturale di chi lo vive, e strettamente determinante nella lettura dello spazio, nella capacità di associarvi memorie, sensazioni e processi cognitivi.”. Attratta dalle contaminazioni artistiche, dalle capacità evocative del suono e della musica, e da sempre sensibile alla dimensione dell’architettura e del paesaggio, l’associazione Quattrocentometriquadri è lieta di presentare Egg Improvisation, un progetto che l’artista realizza nel 2008 per raccontare lo spazio della chiesa del noto architetto L. Quaroni, a Gibellina.
In occasione della inaugurazione, l’artista si esibirà in una performance, improvvisando col violino sulle scene interpretate da Stanlio&Ollio in From soups to nuts (USA, 1928): “una nuova chiave di lettura delle vicende raccontate da una pellicola muta”.