Alessandro Mendini – Visi
Una sorprendente capsule alla Biblioteca Manica Lunga della Fondazione Giorgio Cini omaggia uno dei più celebri designer italiani. Un focus sul viso come matrice del progetto, a cura di Aldo Colonetti e Archivio Alessandro Mendini, che anticipa la grande retrospettiva che si apre in Triennale Milano il 13 aprile.
Comunicato stampa
Quattordici oggetti e sei disegni firmati da Alessandro Mendini sono il nucleo di un prezioso e inaspettato progetto espositivo, curato da Aldo Colonetti e Archivio Alessandro Mendini e ospitato nella Biblioteca Nuova Manica Lunga della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, omaggio a uno dei più celebri designer italiani purtroppo scomparso cinque anni fa.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini e con Codiceicona, questa sorta di sorprendente capsule d’arte è dedicata alla ricerca di Mendini attorno alla potenza del corpo come matrice del progetto. E’ intitolata semplicemente VISI, perché proprio il volto è il focus di questa raccolta di lavori realizzati tra il 1987 e il 2018, a sottolineare come sia stato a lungo una attenta fonte di ricerca progettuale.
Elisa e Fulvia Mendini, che curano l’Archivio Alessandro Mendini, spiegano infatti: «Per questa mostra alla Fondazione Cini, abbiamo pensato di indagare il tema del viso, uno degli aspetti più affascinanti dell’opera di nostro padre Alessandro Mendini. Particolarmente interessato all'antropomorfismo, spesso ha progettato oggetti e cose con sembianze umane, volti, teste o anche soltanto occhi. Nella vastissima iconografia del suo lavoro, abbiamo individuato alcuni degli oggetti che rappresentano questo argomento figurativo. Sono disegni, vasi e sculture, espressi in diversi linguaggi materici, dall’argento e metalli, alla ceramica, al vetro, al mosaico».
Lo stesso Alessandro Mendini, nei suoi appunti, ha sottolineato come il viso umano rappresentasse per lui «un mezzo e un fenomeno primario di autoprogettazione», nel senso che «il viso è un luogo, un supporto pittorico, una superficie decorativa, elemento basico del progetto del “senso" di ogni persona, di ogni uomo in quanto attore sulla scena del mondo».
È del 1996 il disegno a pastello di un viso (immagine-icona della mostra) che è ritratto e maschera assieme, idea e oggetto allo stesso tempo. Per Aldo Colonetti, autore del testo che accompagna l’esposizione, «Mendini è anche l’analista di se stesso che si svela attraverso una straordinaria cultura e conoscenza delle tecniche, dei materiali ma soprattutto dei riti e dei miti che danno senso alla nostra esistenza, senza svelarsi mai completamente, ma mandando una serie di messaggi, non sempre decifrabili perché rappresentano il “portato” di un pensiero che viene da lontano e che non potrà mai approdare a un porto sicuro».
Della Lampada di Milo, ideata nel 1988, in mostra ci sono manufatto e disegni preparatori: nel 2020 Codiceicona l’ha rimessa in produzione, a testimonianza della contemporaneità di linguaggio e di stile. Codiceicona è brand culturale e società benefit con sede a Verona che in questi anni si è dedicata infatti a «individuare e ridare vita a oggetti di design progettati dai maestri del ‘900 Italiano, attraverso l’acquisizione dei diritti di edizione e la valorizzazione del know-how, nel rispetto di ciascun progetto originario».
Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini, sottolinea il valore di questa esposizione: «Dopo le mostre dedicate a Gillo Dorfles e a Luciano Baldessari, piccole ma accurate e innovative finestre sui grandi protagonisti dell’arte e del design del Novecento, la Sala Mostre della Biblioteca Manica Lunga si dedica ora a uno dei maggiori interpreti della creatività e dell’inventiva italiana: Alessandro Mendini. La mostra VISI ripercorre con un taglio tematico la ricerca antropomorfica del designer narrando a lampi di ispirazione la sua visione delle potenzialità dell’arte».
La mostra alla Biblioteca Manica Lunga è una messa a fuoco puntuale e tematica all’interno di un omaggio più ampio che interesserà il lavoro e il lascito culturale di Alessandro Mendini. Dal 13 aprile infatti Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presenteranno, in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini, la grande retrospettiva curata da Fulvio Irace “Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini”, citazione di uno dei suoi più emblematici autoritratti.
VISI di Alessandro Mendini sarà aperta al pubblico con ingresso libero su prenotazione presso www.visitcini.com.