Alessandro Passerini – Little Human Artworks
L’M27 Gallery, nuovo spazio di arte e cultura, ospita le opere fotografiche realizzate da Alessandro Passerini per il progetto ‘Piccole Opere Umane’, nato dall’unione sinergica con Elisa Mucchi e Giulia Pesarin.
Comunicato stampa
L'M27 Gallery, nuovo spazio di arte e cultura, ospita le opere fotografiche realizzate da Alessandro Passerini per il progetto 'Piccole Opere Umane', nato dall'unione sinergica con Elisa Mucchi e Giulia Pesarin.
L'esposizione parteciperà agli eventi previsti per la 9^ Giornata del Contemporaneo promossa dall'AMACI, ed è stata precedentemente ospitata alla Galleria del Carbone di Ferrara, Palazzo Farnese di Ortona (CH) e Delizia Estense del Verginese di Portomaggiore (FE).
“Il corpo è segreto e continua e inevitabile rivelazione contemporaneamente; il nudo sui libri faceva palpitare, faceva discutere poi è arrivato il momento della fotografia, dello schermo poi dell’esibizione reale e palpabile del corpo. Si è imparato quindi a sfidare il corpo, a celebrarlo, ad usarlo per creare scompiglio e distruggere le regole finché la nuova legge è diventata il corpo stesso. Il suo potere immenso, una volta svelato, lo ha reso una merce di scambio ma è una moneta che vale poco quando chiunque la esibisce, la tratta e lo mostra. Il corpo appartiene all’Uomo e lo possiede, il corpo è l’opera più maestosa.
Da sempre il corpo, comunque sia interpretato, risulta un indicatore esemplare della società, nel Medioevo la Maternità, emblema della primigenia corporalità, era esibita e carnale, nella Modernità le regole si sono fatte ferree e la Madonna divenne diafana, irreale e trasparente.
Qui vediamo un corpo che scappa da quell’immagine delle tendenze artistiche degli anni Settanta, dove l’impellenza era maltrattare e abusare il fisico, che doveva essere fruito, agito e agente, veicolo e messaggio, al contempo, del travagliato periodo storico.
I corpi fotografati da Passerini, nella loro definizione precisa e didascalica, ricercano l’interazione con elementi ambientali per essere invasi dall’input vitale. Nonostante la Natura sia onerosa e l’intervento tecnologico inglobante, il corpo nelle fotografie di Passerini riempie se stesso e ne diventa protagonista indiscusso, si nasconde, non per vergogna ma per rappresentare la condizione più generalmente umana.
Il corpo presentato da Passerini è l’emblema di un post-moderno stanco di rappresentare la trasgressione ricercata a tutti i costi, dedicandosi invece a una tecnica impeccabile, che esprime una grande consapevolezza corporea e che implica un rinnovamento sempre presente”.
Michela Malisardi