Alessandro Quaranta – Proiezioni

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CIVICO CULTURALE
vicolo Bicetti 11, Treviglio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì: 15.00 - 18.00; sabato e festivi: 15.00 - 19.00.

Vernissage
23/09/2011
Artisti
Alessandro Quaranta
Curatori
Sara Fontana
Generi
arte contemporanea, personale

Per l’occasione Quaranta presenta tre video recenti e ancora inediti. Sono video della durata di pochi minuti, dove a temi a lui familiari, come l’identità culturale, i riti individuali e collettivi, contrappone una riflessione più approfondita sul tempo e i meccanismi della visione.

Comunicato stampa

Alessandro Quaranta
PROiEZIONI

Venerdì 23 settembre 2011, presso il Centro Civico Culturale di Treviglio, verrà inaugurata una mostra personale di Alessandro Quaranta (Torino 1975), a cura di Sara Fontana.
L’iniziativa è figlia della prima edizione del Premio d’arte “Città di Treviglio” realizzato dal Comune in collaborazione con ALT Arte Contemporanea di Alzano Lombardo. Si tratta infatti della prima delle due personali offerte come “premio”, in base al regolamento del Concorso Giovani Talenti 2010. Seguirà, nel gennaio 2012, una personale di Edoardo Valle.

Per l’occasione Quaranta presenta tre video recenti e ancora inediti. Sono video della durata di pochi minuti, dove a temi a lui familiari, come l’identità culturale, i riti individuali e collettivi, contrappone una riflessione più approfondita sul tempo e i meccanismi della visione.
Nei tre video è l’azione del caso o dell’incidente a far da cerniera tra le due direttrici del lavoro di Quaranta: il bisogno di frapporre una distanza fra sé e gli eventi o le persone e, al contrario, il desiderio di un totale coinvolgimento con essi. Restano tenacemente invariati il carattere documentaristico delle immagini unito alla loro forza poetica, l’arco temporale dilatato dal montaggio e, infine, il totale straniamento nel contesto prescelto.
Come si evince dal titolo della mostra si tratta di videoproiezioni, ma soprattutto di proiezioni simboliche. La proiezione dell’ombra di un minareto sulla strada in un sobborgo del Cairo, quella del desiderio di cambiamento degli egiziani, il tracciato a matita che insegue su un foglio i contorni mutevoli delle nuvole, il volo di un telo riflettente in alta montagna costituiscono una sequenza di linee che si dipanano sull’asfalto e nell’etere.
Il video La boîte de sardine en vol è uno sviluppo di una precedente opera intitolata Con la coda dell’occhio. Qui la messa in scena di un’azione collettiva e simultanea, ambientata nelle montagne del cuneese, si basava sulla registrazione dei riflessi prodotti da una serie di specchi opportunamente collocati, che trasformavano una porzione di paesaggio in un’estesa coreografia casuale di presenze tra i boschi. Contrariamente a quest’opera, il nuovo video è molto breve: un luccicante telo isotermico viene lanciato nel vento e poi seguito con due telecamere, da due punti di vista opposti, mentre fluttua sospeso nello scenario montuoso.
Il video La boîte de sardine en vol trae ispirazione, fin dal titolo, da un aneddoto raccontato da Jacques Lacan per spiegare il fenomeno del coinvolgimento fisico di tutto il proprio corpo nella visione del mondo esterno, rispetto alla visione di un’entità ipnotizzante; l’Altro assoluto. Si tratta di un work in progress, destinato ad arricchirsi man mano che l’artista raggiungerà altri luoghi e altre modalità di lancio.
Gli altri due video, calati nel flusso dell’attualità e della storia, sono stati realizzati al Cairo tra marzo e aprile, subito dopo le giornate cruciali della primavera egiziana.
Quaranta, al Cairo per una residenza d’artista del programma internazionale ResÒ, ha esplorato la città e ne ha osservato i luoghi e le abitudini. Ha parlato con le persone, ne ha ascoltato i racconti, ha sollecitato e accolto il loro desiderio di comunicare. In un primo video coglie l’entusiasmo e l’urgenza di una folla intenta a immortalare qualcosa di epocale che nel video non si vede. Nel secondo video, ispirato dalla testimonianza di un ragazzo conosciuto in piazza Tahrir, arriva a tracciare una linea sulla strada, risultato di una scia ideale prodotta dallo spostamento dell’ombra di un minareto in una giornata.