Alessandro Russo – Post industriale
La mostra sarà ospitata all’interno della Sala del Tintoretto e della Sala dei bambini di Palazzo Contarini del Bovolo di Venezia.
Comunicato stampa
La mostra sarà ospitata all’interno della Sala del Tintoretto e della Sala dei bambini di Palazzo Contarini del Bovolo di Venezia dal 21 aprile al 12 giugno 2022, opening 21 aprile alle ore 17.
Organizzazione: Contemply Art & Investment
Le opere esposte indagano la ricerca del Maestro sull’architettura postindustriale.
Dagli anni Settanta ad oggi, l’Europa e non solo, ha dato il via ad una progressiva de-industrializzazione. Da allora la maggior parte delle aree industriali si sono ritrovate dismesse, dando forma a paesaggi deserti in cui la mancanza di un’attività umana non ne maschera di certo la presenza.
Capita così, alle volte, di trovarsi in posti vicini tanto affollati quanto solitari, e capita, ancora, di trovarsi in posti lontani e deserti in cui l’umanità si nasconde nei resti di un’architettura postindustriale. Alessandro Russo, artista d’altri tempi che conserva però il saldo legame con la tradizione della pittura del passato in una perfetta unione di antico e moderno, è il poeta checi racconta una storia che non c’è più ma che continua a vivere nelle inquadrature prorompenti dei suoi paesaggi postindustriali.
Palazzo Contarini
Nella sua lunga esistenza il Palazzo, le cui vicende attraversano cinque secoli di storia veneziana, ha conosciuto diversi proprietari. Molti sono stati gli inquilini che hanno vissuto, non sempre nel lusso, negli ambienti di questa “casa fontego” di evidente gusto tardo-gotico.
Verso la fine del Quattrocento il Palazzo si arricchisce di una “bizzarra e leggiadra” scala a chiocciola (in veneziano “bovolo”, da qui l’appellativo) voluta da Pietro Contarini, rampollo appartenente alla potente famiglia Contarini del ramo di San Paternian che nel Trecento si era potuta fregiare dell’alto onore di aver dato un doge, Andrea Contarini, alla Serenissima Repubblica. Ed è proprio nel xiv secolo che si collocherebbe la costruzione originaria dell’edificio.
L’importanza del Palazzo, che non ha alcun affaccio sul Canal Grande, è ascrivibile alla posizione privilegiata che occupa nel tessuto urbano: esso, infatti, è equidistante da Rialto, cuore economico, e da San Marco, cuore politico di Venezia.
Approfonditi studi stilistici sono concordi nell’attribuire il progetto della Scala del Bovolo a un artigiano locale individuato nel veneziano Giovanni Candi e agli stessi anni si possono datare anche i lavori di trasformazione che interessarono il cortile interno con l’apertura di logge.
Questo insieme di interventi sono la testimonianza del lento diffondersi in Laguna di un più spiccato gusto rinascimentale, “innestato” in città per il tramite di artisti e maestranze toscane approdate a Venezia. La sequenza di logge sovrapposte risolve l’elemento di raccordo fra la torre e l’adiacente palazzo che si sviluppa su quattro piani – oltre al piano terreno – ed è il risultato della fusione di due corpi edilizi: un blocco trapezoidale costruito attorno a una corte centrale (il nucleo più antico), cui venne aggregato un corpo a pianta rettangolare.
Sia all’interno, che all’esterno del fabbricato, sono ancora rilevabili i caratteri gotici più antichi: sulla facciata rivolta verso San Marco si conservano lacerti di una ricca decorazione con motivi floreali e brillanti colori, a cui successivamente la monumentale scala si è venuta ad accostare.
La facciata principale sul rio di San Luca conserva quasi integralmente la sua originale sembianza tardo-gotica.
Testimonianza diretta e sicura della cronologia, è la presenza della scala nella pianta prospettica di Jacopo de Barbari: prova che i lavori di ristrutturazione si erano svolti piuttosto velocemente e che nell’anno 1500 si erano ormai conclusi.
Breve biografia artista – Alessandro Russo
ALESSANDRO RUSSO, nato a Catanzaro, in più di quarant’anni di pittura ha affermato la propria originale personalità artistica nel panorama figurativo europeo. Sin dagli anni 70, con le prime rassegne in gallerie private, mostra la personale invenzione di un universo visionario, autonomo e raffinatissimo. Inizialmente personaggi ironici e caricaturali compaiono nelle sue opere per dare vita a un mondo senza tempo, carico di presenze fantastiche e avvolto da una poesia densa di significati esistenziali e sociali. Il suo stile personale rielabora con maestria i modi e le tecniche della pittura europea del XVIII e XX secolo. Ciò porta il suo lavoro all’attenzione della critica. Negli anni 80, mentre seguono esposizioni in tutta l’Italia, Russo sceglie di lavorare nella città natale e di impegnarsi nell’insegnamento all’Accademia di Belle Arti catanzarese. Negli anni 90, il radicamento nella propria terra è testimoniato dai lavori all’interno di importanti spazi pubblici, come la Pinacoteca di Taverna; il Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro; il Palazzo Pubblico di Corato; il Palazzo provinciale della Guardia di Finanza a Vibo Valentia; il Centro Calabrese dei Vigili del Fuoco. Frequenti sono in questi anni gli impegni all’estero: su invito di alcune università fuori dall’Italia, espone alla Casa delle Arti di Pécs, in Ungheria, nel Museo Petőfi di Budapest, e successivamente nel Museo di Belle Arti de La Valletta a Malta. Nel 2003 l’Istituto Francese di Firenze dedica un omaggio all’artista ospitando una sua mostra. Nel 2005 partecipa alla prima rassegna del MAC, Museo di Arte Contemporanea dell’Accademia di Catanzaro. Dal 2008 si intensifica la sua attività espositiva: Napoli, Milano, Innsbruck, Catanzaro, Bologna, fino (2011) al Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Nel 2011, la fondazione Rocco Guglielmo ed il comune di Catanzaro gli hanno dedicato una grande mostra nel complesso monumentale del San Giovanni. Da circa dieci anni, il paesaggio è il soggetto privilegiato delle sue opere, esposte in diverse gallerie italiane. Nell’ottobre 2017 è invitato dal più importante magazine italiano Panorama, ad esporre nella tappa milanese del tour “Panorama d’Italia”, con una mostra personale dedicata a Milano, allestita a Palazzo Durini. In preparazione è una mostra in Cina con opere che hanno per soggetto la recente trasformazione di due megalopoli mondiali: Chongqing e Shanghai. Fino al 2021 è stato docente di Decorazione presso l'Accademia delle Belle Arti di Milano "Brera".
ALESSANDRO RUSSO, born in Catanzaro, in more than forty years of painting has affirmed his original artistic personality in the European figurative scene. Since the 1970s, with the first reviews in private galleries, he has shown the personal invention of a visionary, autonomous and highly refined universe. Initially ironic and caricatured characters appear in his works to give life to a timeless world, full of fantastic presences and wrapped in a poem full of existential and social meanings. His personal style masterfully reworks the ways and techniques of 18th and 20th century European painting. This brings his work to the attention of critics. In the 1980s, while following exhibitions throughout Italy, Russo chose to work in his hometown and to engage in teaching at the Academy of Fine Arts in Catanzaro. In the 90s, the roots in their own land are evidenced by the works inside important public spaces, such as the Pinacoteca di Taverna; Palazzo De Nobili, seat of the Municipality of Catanzaro; the Public Palace of Corato; the Provincial Palace of the Guardia di Finanza in Vibo Valentia; the Calabrese Fire Brigade Center. In recent years, he has frequent commitments abroad: at the invitation of some universities outside Italy, he exhibits at the House of Arts in Pécs, Hungary, in the Petőfi Museum in Budapest, and later in the Museum of Fine Arts of Valletta in Malta. . In 2003 the French Institute of Florence dedicated a tribute to the artist by hosting one of his exhibitions. In 2005 he participated in the first review of the MAC, Museum of Contemporary Art of the Academy of Catanzaro. Since 2008 its exhibition activity has intensified: Naples, Milan, Innsbruck, Catanzaro, Bologna, up to (2011) at the Italian Pavilion of the Venice Biennale. In 2011, the Rocco Guglielmo foundation and the municipality of Catanzaro dedicated a large exhibition to him in the monumental complex of San Giovanni. For about ten years, the landscape has been the privileged subject of his works, exhibited in various Italian galleries. In October 2017 he was invited by the most important Italian magazine Panorama, to exhibit in the Milanese leg of the "Panorama d’Italia" tour, with a personal exhibition dedicated to Milan, set up at Palazzo Durini. In preparation is an exhibition in China with works that have as their subject the recent transformation of two world megalopolises: Chongqing and Shanghai. Until 2021 he was Professor of Decoration at the "Brera" Academy of Fine Arts in Milan.
Breve biografia curatore - Marco Marinacci
Marco Marinacci, nato a Milano nel 1977, è oggi architetto e storico dell’arte, insegna Storia dell’arte moderna e contemporanea presso il Politecnico di Milano.
Allievo di Flavio Caroli, ne prosegue l’indirizzo epistemico all’interno della disciplina storico artistica, impostando la ricerca su una rilettura ermeneutica dell’opera d’arte.
Se la linea critica del maestro presenta lo studio della Fisiognomica come strumento d’indagine ineludibile per delineare il percorso storico dell’arte occidentale, e s’impone oggi con assoluta evidenza come fondativa ricerca dei primari della disciplina storico-artistica, quella di Marinacci ne persegue alcuni elementi critici nodali, attraverso una lettura che intende rivolgere sempre il messaggio storico-artistico al presente. Inoltre, la linea critica di Marinacci, che viene formalizzata già nel percorso di tesi (2003-2006), proseguendo in chiave ermeneutica la ricerca dedicata dal maestro alla rappresentazione delle profondità dell’animo umano, rivolge anche all’ambiente e ai luoghi coi quali l’opera d’arte si confronta la medesima attenzione, orientata particolarmente a quella che viene definita, con termini però a volte piuttosto riduttivi, “arte ambientale”.
Autore di svariate pubblicazioni e volumi scientifici nel campo dell’arte moderna e contemporanea, attraverso una “lettura” ermeneutica indirizzata ad individuare le soglie storiche identitarie, al di fuori dell’ambito più marcatamente scientifico della ricerca storico-artistica, è ideatore e curatore di conferenze, e promuove iniziative culturali di vario genere (performances, mostre collettive e tematiche, letture pubbliche) sui temi dell’arte.
È inoltre consulente di istituzioni operanti nella valorizzazione del patrimonio culturale, e, al fianco di Flavio Caroli, si è occupato della direzione scientifica e dell’allestimento di mostre d’arte.
Viene oggi segnalato come uno degli storici più promettenti della sua generazione