Alessandro Sarra – Progetto per una gita su Marte
Persa ogni speranza di formare una comunità politicamente e socialmente felice, l’arte si pone come testimone di una storia incoerente con il presente.
Comunicato stampa
“P.G.M. è un bestiario di piccole immagini a olio su carta, sono delle annotazioni
progettuali,di un sopralluogo per una grande mostra nel primo museo acheologico
che verrà aperto su marte. Può essere un diario in divenire ,oppure solo delle piccole opere 35,5 x 26,5.”
Alessandro Sarra
PROGETTO PER UNA GITA SU MARTE
Persa ogni speranza di formare una comunità politicamente e socialmente felice, l’arte si pone come testimone di una storia incoerente con il presente. Nel presente, infatti, ciò che supera il progetto storico-umano non è il distacco traumatico dal concetto di utopia, ma piuttosto è la realizzazione dell’IO-mnemonico, ossia l’essere che ricorda in maniera funzionale il passato. Il passato della misura privata dell’individuo è un accumulo di dati rivelato narrativamente dall’auto biografia. La storia, di cui l’arte in generale e la pittura in particolare è ultima vestale dell’umanità, è stata messa in discussione sul piano della progressione, sul piano cioè, della missione innovativa e emendativa del progresso. Una volta constatata la corsa della storia verso il nulla, ci si è chiesti come abitare questo nulla, una risposta la diede il nipote di Vassilij Kandinskji nel Secolo Scorso, Alexandre Kojevé che, seguendo la linea idealista hegheliana, indicò sia una fine della storia, sia una pittura astratta concreta, in ordine: non ci sarebbe rinnovamento possibile così come non ci sarebbe più fiducia nell’estrazione del Bello dalla natura per via figurativa. Non essendo, quindi, più possibile fornire una visione del mondo dal mondo, si cercherebbe di moltiplicare le prospettive per non cadere in un angosciante spaesamento attingendo alle informazioni che nella rete s’intrecciano in una miriade di piccoli regni della rappresentazione del Se. I social network, in fin dei conti non sarebbero altro che l’intreccio di questi piccoli palcoscenici da cui esibirsi e da cui guardare altri esibirsi, modelli di esistenza. L’arte, quindi, si diceva all’inizio, rimarrebbe l’unica forza capace di frammentare e fermare una storia a discapito di questa schizofrenia, l’unica forza che si emancipa dalla finzione dell’auto-biografia, l’unica infine capace del ripristino di un concetto di umanità universale. Benché minacciata dall’amministrazione burocratica e dal denaro che incalza la progettualità della fantasia, l’arte cerca di guardare oltre in due direzioni: l’estremo prossimo e l’estremo remoto, per restituire con il portato rivoluzionario del racconto un altrove perduto. L’estremo remoto di Alessandro Sarra è il pianeta Marte. L’artista porta alla luce i suoi ricordi che sono semplici istantanee e appunti messi insieme, impressioni e riflessioni, un po’ come lo furono i disegnini della Tunisia per Paul Klee. Questi piccoli lavori sono la cronaca di una pittura rivelata al pittore che, suo tramite, si sente d’un colpo un nuovo abitante del mondo, semmai testimone di un viaggio, forse da Roma a Palermo, che però copre la distanza siderale di 56 milioni di Km. Una distanza enorme, una lontananza che permette di immaginare nel crepuscolo dell’universo il Pianeta Rosso come il luogo di un’Utopia perduta, che questi stralci di memoria ricostruiscono come Sarra ha fatto anni fa al museo di Genazzano. In quell’occasione gli Appunti per una rivoluzione non erano bozze di un manuale di rivolta, quanto memorie di un’esistenza che cercava di fermare visivamente delle situazioni di rinnovamento esistenziale. Quegli appunti erano, quindi, la testimonianza di una rivoluzione. Qui invece sono visioni da un abisso cosmico, un abisso superficiale. Questa "narratività di superficie", per usare un termine del linguista Julien Greimas, sovrappone l’azione del fare alla redazione di un progetto. Il progetto, come in precedenza è stato Progettare un cielo alla Nomas Foudation di Roma nel 2012, non è per Sarra una prescrizione di passaggi precisi per raggiungere una meta prefigurata nella mente dell’artista Demiurgo, bensì la creazione di una piattaforma aperta a diversi suggerimenti e suggestive competenze. È evidente, perciò, che il risultato dell’azione pittorica diventa inevitabilmente il telaio che regge ordito e trama di un luogo immaginato dello spettatore. Nel PROGETTO PER UNA GITA SU MARTE le annotazioni progettuali sono frutto di un sopralluogo per una grande mostra nel primo museo archeologico che verrà aperto su Marte, dove c’è la consapevolezza della necessità di un racconto redatto sui passi di un diario in divenire, in cui la nota, il rimando occasionale è un continuo misurarsi con una storia di un pianeta da colonizzare con la fantasia in contraddizione con la pretesa della tecnica di impossessarsene tramite la tecnologia. delle piccole opere 35,5x26,5 raccontano il desiderio di vedere e la speranza di rinnovare il confine del possibile con l’immaginazione. Un bestiario di piccole immagini a olio su carta, trasformano lo stereotipo in ircocervo, fanno sì che si possa passare dal marziano diverso e ostile, a un essere meraviglioso, curiosamente seducente e nuovo.
Marcello Carriero
Alessandro Sarra è nato a Roma.
Solo shows
2010 “ Wallpainting” Nido London Private exhibition Artus Collection; 2009 “SevenDays” NotFair Gallery Milan; 2007 “Ritrattotutto” Neon>fdv Gallery Milan “Ritrattodifamiglia” (i don’t want to sleep alone) Panni House Roma; 2005 “Two Works” Curated by Emanuela Nobile Mino SC02Artecontemporanea Roma; 2004 “Mario Dance Floor” Curated by Emanuela Nobile Mino Nicola Maria Bramante Gallery Turin; 2001 “Alloscurodituttointemporeale” Curated by Elena Dragan Loser.
Groupshows
2011 “Ente Comunale di Consumo” Curated by Claudio Libero Pisano; 2009 “The Buffer Zone” Curated by Cecilia Canziani e Lexi Eberspacher American Accademy Rome; 2008 “Emergency Art Care” Curated by D. Bozhkov e I. Boubnova Bourgas Bulgaria “Unfair Fair” curated by Cecilia Canziani e Vincent Honore Loto Arte Rome “Esplorazioni” Temple University Rome “Unpacking the Archive” 1:1 proiects Rome; 2007 “As a drop of water on a k-way” curated by Norberto Dalmath e Scintilla Robina c/o careof Milan; 2006 “Premio Vasto” curated by Silvia Pegoraro Museo Civico Palazzo d’Avalos Vasto “Grazie per una volta” Valentina Bonomo Gallery Rome “Open Video Projects” Curated by Lorenzo benedetti e Sarra Brill American Accademy in Rome; 2005 “PJ” Rialtosantambrogio Rome; 2002 “D-segni” Annamarie Linkee Studio Anmsterdam.