Alessia Armeni e Chiara Fantaccione – Sunset Boulevard
L’esposizione è un dialogo cromatico tra i lavori delle due artiste che attraversa differenti media (pittura, installazione, scultura, video) e si identifica come paesaggio sospeso lungo stati transitori e passaggi liminali, una geografia luministica tra piani spaziali e temporali.
Comunicato stampa
Curva Pura è lieta di presentare la bi-personale di Alessia Armeni e Chiara Fantaccione, Sunset Boulevard, a cura di Nicoletta Provenzano: un viaggio cromatico lungo stati transitori e passaggi liminali, che si identificano e orchestrano in materia visuale, pittorica, installativa e oggettuale, divenendo luoghi di sosta, paesaggi sospesi e superfici dialettiche, ritmiche e sequenziali.
Stadi di luce e di ombre successive sono margini e orizzonti di un mutamento, dimensioni separative e congiuntive, linee di demarcazione in cui un equilibrio si spezza e ricostituisce, una geometria si traspone e addentra in un altro spazio, in un’altra tonalità coloristica.
Le artiste, nelle loro differenti poetiche e in diversi media artistici, instaurano un dialogo tra prospettive simboliche e concettuali, cogliendo lo spettro luministico in variazioni paesistiche, cosmiche e spaziali, aprendo lo sguardo a territorialità intermedie, valichi tra un prima e un dopo, un inizio e una fine. La categoria temporale si evidenzia come luogo del margine, traslandosi dimensionalmente in spazio, in cicli di luce radiante, in regione estesa e sospesa di un oltrepassare.
Nelle pitture ad olio di Alessia Armeni propagazioni luminose, carpite in istanti di tempo assoluti, scorrono in piani susseguenti o in incidenze proiettive e ortogonali. Come momenti contemplativi e fuggevoli, fermati in passaggi di veglia, le verticalità di un sopraggiungere cromatico, nette e definite, si dilatano in orizzontalità separate e prossime, contigue e potenzialmente perpetue, costituendosi come porzioni di spazio per ogni frammento di tempo. Passaggi tonali crescenti si delineano in intersezioni angolari costruttive da cui si origina una diatriba visiva tra profondità e superficie, mentre il linguaggio pittorico in unione con la traccia lessicale forma un ulteriore passaggio di sensibilità percettive nei luoghi dell’immagine e della parola.
Nelle installazioni site specific di Chiara Fantaccione la dimensione paesaggistica e oggettuale si fa forma spaziale di un lasso di tempo liminale tra luce e ombra, vita e morte, analizzati come dualità simbolica ambigua. Nell’estremo divenire di un sorgere e tramontare, le coordinate drammatiche e coincidenti di un transitare indeterminato, bloccato tra principio ed epilogo, interrogano la fissità e fuggevolezza dell’attimo, attraverso il fulgido richiamo cromatico di una ciclicità naturale, che esemplifica e accentua la configurazione della physis come dimora del passaggio.
La mostra Sunset Boulevard, nell’incrocio di piani spaziali e nelle fluttuazioni paesaggistiche, si compone in geografie di luce, materia costruttiva e linea di demarcazione ritmica, che incorpora il chiasmo fisico di spazio e tempo in una cronotopia immaginale, sovradimensionale.