Alessio Bolognesi – L’evoluzione mi fa specie
Bolognesi ci racconta la nostra contemporaneità e ne denuncia con fermezza le sue brutture e storture, creando un mondo distopico attraverso un sapiente ricorso a disegni, schizzi, acquerelli e opere di street art.
Comunicato stampa
Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra,
all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.
Albert Einstein
Alessio Bolognesi è un artista a tutto tondo: le sue opere nascono sempre da una costante attenzione al mondo in cui viviamo e alle sue dinamiche. Bolognesi ci racconta la nostra contemporaneità e ne denuncia con fermezza le sue brutture e storture, creando un mondo distopico attraverso un sapiente ricorso a disegni, schizzi, acquerelli e opere di street art. Sono immagini di animali ben riconoscibili e che nel nostro immaginario sono spesso inoffensivi (ape, formica, lumaca) o fanno parte di un “selvaggio” da National Geographic (rinoceronte, orca), ma che si presentano invece in modo indesiderabile o imprevisto.
La mostra si dipana su più livelli con un unico grande profilo: un atteggiamento di riflessione alle condizioni del mondo naturale e animale e il confronto con i comportamenti dell'uomo, ospite sulla Terra come tutti gli altri essere viventi, ma troppo spesso distratto in modo più o meno consapevole nella salvaguardia della natura.
“Un mare di plastica” potrebbe essere il claim della splendida orca: un gigante delle acque che ingoia i nostri rifiuti. Ogni anno oltre otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Oggi si produce venti volte più plastica che negli anni Sessanta (di cui un terzo per gli imballaggi) e se non si metterà freno alla situazione entro il 2050 la massa di plastica negli oceani supererà supererà in peso quella tutti i pesci dei mari, mentre il 99% degli uccelli marini ne avrà ingoiato quantità molto elevate. Un disastro ecologico che coinvolge tutto il pianeta e al quale non pare si voglia porre un freno.
Nella serie (R)EVOLVE(R) l’artista sceglie di rappresentare diverse forme di vita animale partendo dagli organismi unicellulari, passando per l’ape, la lumaca, fino ad arrivare al rinoceronte al mammut. Tutti questi animali si ribellano all’uomo, alleandosi in una rivoluzione non pacifica, inforcando armi micidiali. Sono testimoni di un attacco all'uomo per renderlo consapevole del suo potere di distruzione. L’artista ci racconta questa epopea ricorrendo come sempre ad un disegno su carte antiche, documenti del territorio ferrarese, carte catastali o di archivio che messi al macero vengono recuperate a nuova vita per intrecciare una storia perduta con un atto pittorico odierno. Il disegno viene poi inserito entro una cornice che Bolognesi produce personalmente, per mantenere fede ad una produzione completa dove l'artista nulla lascia al caso.
Questo modo di lavorare racconta molto il pensiero di Alessio Bolognesi: non è un vezzo, ma una disciplina di chi si confronta con la realtà di oggi, si interroga e denuncia come il mondo si regga ormai su modelli devastanti che preconizzano soluzioni mortali per l'incoscienza dell'uomo. Sceglie gli animali, come nelle favole della migliore tradizione, per mostrarci una strada di azione e di reazione a quanto sta accadendo sotto i nostri occhi. Come scrive Massimiliano Sabbion “(R)EVOLVE(R) quindi non è solo un titolo per una serie di opere d'arte, (R)EVOLVE(R) è soprattutto un viaggio intrapreso come ribellione e metamorfosi; "evolve" come "evolvere", come progressione e sviluppo di trasformazione; "revolver" come "rivoltella", un'arma per la difesa, una pistola a tamburo che deve il suo nome dalla lingua latina, "revolvere" che significa infatti "girare o rivoltarsi"; rivolta vista come ribellione collettiva, anche in maniera violenta, contro il potere costituito: rivoluzione è evoluzione, evoluzione è rivoluzione. “
Le opere di più recente produzione sono un “memento mori”, un discorso sulla vanitas dell'uomo: i teschi sono di animali estinti o in via di estinzione, mentre i fiori sono gli omaggi sulle loro lapidi. Sono bianchi perché il bianco è il colore delle ossa, ma è anche il colore dell'innocenza. Un monito a tutti perché la morte è una certezza che ci invita a conciliare con maggiore serenità la nostra vita con i ritmi del tempo, del mondo e in particolare della natura.
In mostra sono esposte anche alcuni disegni stampati su pelle, realizzati in occasione di una interessante collaborazione fra arte e industria. Lo Studio Anna Fileppo ha selezionato l’artista per creare una serie di opere ah hoc per l'azienda Chiorino Technology di Biella. Le opere sono state presentate per la prima volta a Linea Pelle a Fiera Milano (Rho) a fine febbraio 2019.
Irene Finiguerra