Alessio Deli – Odusia
Lamiere, ferri arrugginiti, addizionati a plastiche deformate, connotano le sculture macerate di Alessio Deli. Vi è in esse una matericità consunta, lacerata, che rimanda ai fermenti vitalistici di un particolare naturalismo pittorico.
Comunicato stampa
La mostra che si è tenuta a Cortona (Arezzo) dal 6 al 27 Luglio, proseguirà a Formello, dal 29 luglio all’11 agosto, presso i prestigiosi spazi museali di Palazzo Chigi e sarà curata dalla Dott.ssa Maria Laura PERILLI, titolare della galleria Triphè, in collaborazione con il Comune di Formello – Assessorato alla Cultura – nell’ambito della Rassegna estiva di eventi Formello Palcoscenico Città.
L’esposizione che ha riscosso in Cortona un significativo successo e che ha ricevuto anche l’apprezzamento di Vittorio SGARBI, si compone di circa cinquanta opere tra sculture e grafiche.
L’artista, Alessio Deli, è nato a Marino in provincia di Roma nel 1981.
Dopo gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Marino si è diplomato con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Carrara (Ms).
Nel 2008 consegue l’abilitazione all’insegnamento delle “Discipline Plastiche” negli istituti superiori presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Oggi Deli sta affermando il proprio nome nella scena artistica italiana con un ciclo di imponenti sculture a grandezza naturale realizzate con metalli riciclati, plastica, legno e resina.
Sebbene il suo stile abbia profonde radici nella tradizione classica, il suo ridar vita a materiali abbandonati e di riciclo dà al suo lavoro un pertinente taglio postmoderno.
“Lamiere, ferri arrugginiti, addizionati a plastiche deformate, connotano le sculture macerate di Alessio Deli. Vi è in esse una matericità consunta, lacerata, che rimanda ai fermenti vitalistici di un particolare naturalismo pittorico.
Se in quest’ultimo foglie, radici, sottobosco si amalgamano divenendo materia primordiale, putrescente, humus biblico per una nuova creazione, la ruggine che aggredisce le lamiere utilizzate da Deli, imprimendo corrosioni e colorazioni fortemente naturali, determina in scultura la simbolica direttrice parallela alle dissolvenze di quel naturalismo.
L’ossidazione della materia diviene, in tale ottica, occasione di riscatto dell’essere, possibilità di ricrearsi incessantemente, di recuperare quella spiritualità del tempo e del mestiere di vivere”.
M.Laura Perilli.