Alex Pinna – Mirrors
La mostra è il mezzo per far raccontare ad ogni visitatore la sua storia, come se ognuno soffermandosi su una delle opere esposte avesse la possibilità di guardarsi in uno specchio e di ritrovarvi stati d’animo e sentimenti che perdono la connotazione dell’univocità e diventano corali: l’incertezza, la fragilità, l’equilibrio, l’attesa, l’ironia e il coraggio.
Comunicato stampa
‘Le mie figure sono colte nell’attimo prima che tutto inizi, ma dentro c’è già tutto, probabilmente anche il dopo: come delle bacchette di un direttore d’orchestra prima che inizi il concerto… Né maschi, né femmine, né alti né bassi, né magri né grassi: i miei personaggi sono delle idee, delle idee di una figurazione…perché l’uomo è costretto a raccontare la sua storia.’
Alex Pinna
La mostra è il mezzo per far raccontare ad ogni visitatore la sua storia, come se ognuno soffermandosi su una delle opere esposte avesse la possibilità di guardarsi in uno specchio e di ritrovarvi stati d’animo e sentimenti che perdono la connotazione dell’univocità e diventano corali: l’incertezza, la fragilità, l’equilibrio, l’attesa, l’ironia e il coraggio.
E così Alex attraverso le sue creazioni da direttore d’orchestra guida con grazia ed eleganza il pubblico in questo processo di osmosi, pochi secondi per vedere scorrere le proprie storie, che sembrano invadere gli spazi da lui intenzionalmente lasciati scegliendo il principio della sottrazione per consentire al pubblico di ‘colmare’ questi vuoti con parti di sé raccontando, ognuno, la propria storia.
Le opere in cui ci si può specchiare sono anche un segno di immortalità e di grandezza, di forza, di coraggio, basti pensare alla posizione delle figure poste tutte un po’ in alto ma non per questo altere, anzi infinitamente umane con i loro volti che pur non avendo occhi o labbra ci propongono sentimenti a noi familiari ricordandoci che la vita è si incertezza, fragilità, equilibrio, attesa, solitudine, ma ognuno di questi stati d’animo racchiude la poetica dell’incedere, dell’andare avanti, del reagire, dell’essere uomo fragile ma estremamente determinato.
‘Mirrors’ ha questa finalità ambiziosa di permettere di ritrovarsi, perdersi e ritrovarsi ancora per il tempo della visita per poi tornare fortificati nel rumore, nella fragilità della realtà e dell’umore.
Testo a cura di Marilena Saraceno