Alex Pinna / Vittorio Ruggero
Due nuove mostre visitabili al Museo Organica nel Parco del Limbara: “allafinedellarcobaleno” dello scultore Alex Pinna e “Frammenti di Sardegna” del fotografo Vittorio Ruggero.
Comunicato stampa
A pochi chilometri dal centro abitato di Tempio Pausania, nel Bosco di Curadureddu, proseguono le attività espositive di Organica, il museo di arte ambientale dedicato all’arte contemporanea e alla fotografia, con la direzione artistica di Giannella Demuro.
La giornata di domenica 4 agosto inizierà alle ore 11 con l’inaugurazione della personale “allafinedellarcobaleno”, dell’artista Alex Pinna, curata da Ivo Serafino Fenu. La sala dedicata alla fotografia ospiterà la mostra Frammenti di Sardegna, reportage fotografico dedicato alla storia del Trenino verde della Sardegna nella sua tratta storica Tempio-Palau con immagini tratte dall’archivio fotografico di Vittorio Ruggero.
La personale dedicata allo scultore ligure Alex Pinna espone una collezione di opere che indagano sul concetto di natura utilizzando canoni differenti e linguaggi ibridi. Sono topi di pezza che invadono gli spazi del museo – invitando i visitatori al gioco e all’interazione al seguito di un artista che continua a rimanere fanciullo e pifferaio magico – oppure grandi sculture filiformi e opere a parete che richiamano alla poetica degli ultimi anni. “L’allontanamento dallo spettro colorato e irreale del mondo di fantasia della prima produzione” scrive ancora Fenu, “si è fatto sempre più marcato e il rapporto con la natura e con la vita più in generale è divenuto più intimo, fragile e malinconico: un mondo di linee che acquistano la concretezza della forma senza perdere la leggerezza del segno, frammenti lirici di una condizione esistenziale precaria, come foglie. Sono esseri allungati al limite del possibile, quasi filiformi, consustanziali a una foglia, appunto, al contempo casa e mondo, talvolta uterina, talvolta trampolino verso un vuoto impraticabile e temuto. Esseri che hanno una storia antica e padri nobili: dall’Etruria più misteriosa a Giacometti, dal grafismo degli alfabeti senza fine di Emilio Scanavino – ligure anche lui – agli equilibri precari e danzanti di Calder per approdare agli spazi obliqui, metafisici, assoluti, catalizzatori di mondi e di un tempo sospeso, abitati da creature ibride e androgine di Gino De Dominicis per il quale l’arte, come per Alex Pinna, era e resta un atto magico”. Bronzi, legni, corde, stoffe e ancora foglie dominano l’interno del Museo Organica. Sono materiali silenti ma non muti, a loro volta e a loro modo “organici” che impongono meditazione e condivisione, una partecipazione scevra da certo ambientalismo di maniera che induce chi guarda a farsi bronzo, legno, corda o foglia e ad ascoltare.
Alex Pinna (Imperia 1967) vive e lavora a Milano. Diplomato in pittura all’Accademia di Brera di Milano, dove oggi detiene la cattedra di scultura, ha fin da subito orientato la sua produzione sulla scultura ricorrendo a materiali eterogenei. Inizia ad esporre nel 1993 partecipando a mostre personali e collettive in numerose gallerie e spazi pubblici italiani ed internazionali. All’estero il suo lavoro è stato presentato a Shanghai, Tel Aviv, Londra, New York, Los Angeles, Montecarlo, Colonia e Lugano. Tra le ultime mostre: “Time” al Museo di Archeologia dell’Università di Pavia (2023), “Sali” al Porto di Tropea (2020), “Twixt Land & Sea: Tales” a Palazzo Bevilacqua Ariosti a Bologna (2018), “Estate Italiana” presso il MOAH a Lancaster in California (2017), “Biennale le latitudini dell’arte” al Museo Vigado, Budapest (2017) e “Ti guardo, mi guardo” presso la Fondazione Rocco Guglielmo a Catanzaro (2012), “Scultura italiana del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (2010).
Accanto alla mostra di Alex Pinna, il 4 agosto si inaugura anche la mostra “Frammenti di Sardegna – La “tratta” Tempio-Palau nell’Archivio fotografico Ruggero”, del fotografo e giornalista tempiese Vittorio Ruggero.
La “Tempio-Palau” è un segmento della linea ferroviaria Sassari-Palau, parte a sua volta della Ferrovia del Trenino Verde, come viene chiamata oggi la rete ferroviaria più antica d'Europa, che da più di 130 anni collega le comunità dell’Isola. Una imponente opera d’ingegno, che la mostra racconta come un reportage nello scorrere degli anni e della storia. Il tragitto, lungo 59 Km, parte da Tempio Pausania, attraversa Luras, Calangianus, il Lago del Liscia Sant’Antonio, fino a raggiungere la costa nord orientale, Arzachena e Palau. Le immagini documentano quell‘itinerario ferroviario che attraversa la Gallura congiungendo la montagna al mare: un viaggio nel tempo, nel cuore nascosto dell’Isola, alla scoperta di borghi e territori caratterizzati da paesaggi naturali straordinari, incontaminati e poco conosciuti. Vecchi binari dismessi, stazioni ferroviarie che conservano tracce del passato, motrici imponenti corrose dalla ruggine e dal tempo, sale d’attesa e officine dove il tempo sembra essere sospeso, il gesto di un capostazione, viaggiatori e turisti, scorci e angolazioni inusuali riprese dal treno in movimento si mescolano a frammenti di vita quotidiana.
Le immagini in mostra sono estratte dall’imponente Archivio fotografico costituito da negativi, foto in bianco e nero, a colori, diapositive, materiale cartaceo, raccolto e digitalizzato da Ruggero in oltre 50 anni di attività, testimonianze preziose che datano dal 1800 ad oggi e che rappresentano la memoria storica della vita delle comunità della Gallura, patrimonio da custodire e consegnare al futuro.
Vittorio Ruggero (Tempio Pausania, 1957) fotografo e giornalista, ha creato nel corso di diversi decenni un ricchissimo archivio, raccogliendo circa mezzo milione di fotografie, riproduzioni, stampe tipografiche, negativi e diapositive raffiguranti la Sardegna. Ruggero scopre la sua passione per la fotografia già da bambino, affascinato dalle foto di quotidiani e riviste. Adolescente riceve in dono dal padre la sua prima macchina fotografica, una Comet in plastica, e da lì inizia a immortalare scene di vita quotidiana. Dopo il diploma inizia a collaborare con il quotidiano La Nuova Sardegna utilizzando per i suoi scatti una Rolleiflex, macchina professionale, con la quale inizia anche la sua innumerevole collezione di ritratti. Ancora oggi Ruggero gira la Sardegna cercando e raccogliendo foto («Ho già visitato più di 300 comuni dei 377 totali, spero di toccarli tutti») con l’obiettivo di rendere fruibile a tutti una collezione che rappresenta la memoria dell’Isola. Nel 2024 il Comune di Tempio Pausania ha acquisito parte dell’archivio costituito da materiale che rappresenta la città e il territorio dall’ottocento ad oggi.
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Tutti gli eventi di Organica si tengono alle pendici del Monte Limbara, nei dintorni di Tempio Pausania: nel bosco di Curadureddu e presso il CEDAP - Centro di Educazione e Documentazione sull’Ambiente e sul Paesaggio.
Lo spazio del CEDAP dispone di due sale espositive, una dedicata all’arte contemporanea e l’altra alla fotografia ed è anche un punto informativo per le attività escursionistiche, ambientali e culturali del territorio.
Su prenotazione, è possibile organizzare delle visite guidate al Museo di arte ambientale per piccoli gruppi.
La località è raggiungibile da Tempio, Olbia e Sassari lungo la strada statale SS 392, e poi a piedi percorrendo uno dei suggestivi sentieri che si inoltrano nei boschi del Limbara.
Organica – museo di arte ambientale nel Parco del Limbara è un progetto dell’associazione culturale tramedarte con la direzione artistica di Giannella Demuro e realizzato in collaborazione con il Comune di Tempio Pausania, la Fondazione di Sardegna, la Regione Sardegna, il FAI - Fondo Ambiente Italiano, Salude & Trigu, Fo.Re.S.T.A.S., il Touring Club Italiano, il Master DECA Pro dell’Università di Sassari, l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, associazioni culturali e i partner Escursì.com, Confcommercio Nord Sardegna, Gallura Mia srl, Hotel Pausania Inn, La Baita Limbara.