Alex Urso – Painting Clouds

Informazioni Evento

Luogo
THEPOSITO ART SPACE
Via del Parco, 1, Narni Scalo, TR, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/06/2024
Artisti
Alex Urso
Curatori
Lorenzo Rubini
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, personale

“Painting Clouds” è la personale di Alex Urso, che inaugura ufficialmente il nuovo spazio espositivo THEPÒSITO Art Space a Narni Scalo, Umbria.

Comunicato stampa

“Painting Clouds” è la personale di Alex Urso, che inaugura ufficialmente il nuovo spazio espositivo THEPÒSITO Art Space a Narni Scalo, Umbria. La ricerca della mostra parte idealmente dalla serie “Dipingere le nuvole”, realizzata dall’artista tra il 2021 e il 2022, e rimodula lo spazio della nuova galleria umbra introducendo una produzione mai presentata al pubblico prima d'ora.

 

 

Painting Clouds è la personale di Alex Urso, che inaugura ufficialmente il nuovo spazio espositivo THEPÒSITO Art Space a Narni Scalo, Umbria, progetto ideato dall’art advisor e curatore Lorenzo Rubini. La ricerca della mostra parte idealmente dalla serie Dipingere le nuvole, realizzata dall’artista tra il 2021 e il 2022, e rimodula lo spazio della nuova galleria umbra introducendo una produzione mai presentata al pubblico prima d'ora. In Dipingere le nuvole Urso affronta in modo personale il tema delicato del ‘lavoro’ dell’artista, qui inteso non come ricerca creativa, ma come attività di sostentamento, mansione che lo stesso è chiamato a svolgere per poter portare avanti la propria ricerca. La serie diviene il presupposto per analizzare, e in qualche modo criticare, il preconcetto sociale secondo cui l’artista è ancora oggi associato a quella figura – romantica e sognatrice – che vive esclusivamente della propria passione.

Nella serie in mostra Alex Urso realizza una foto al giorno per un anno intero: in ognuno di questi scatti, l'autore è intento a ‘dipingere le nuvole' nel cielo. Il gesto fa riferimento al periodo in cui, durante e dopo gli anni di studio in Accademia, l'artista dipingeva interni di appartamenti per sbarcare il lunario. Il lavoro diviene di molteplice lettura. Da un lato l'atto performativo semplice, quasi infantile, si lega innegabilmente al concetto di azione artistica che, anche secondo Picasso, doveva essere simile a quella del bambino che privo di preconcetti è libero e la sua arte pura; dall’altro diviene simbolo di un desiderio di portarsi oltre il limite, una voglia di annunciare la propria presenza e affermare con certezza il proprio valore in quanto artista, oggi.

La mostra, dal forte impianto site-specific, diventa per l’artista un’occasione per auto-analizzare il proprio percorso, un modo per guardarsi allo specchio e valutare quanto realizzato fino a oggi. Allo stesso tempo, la vicenda personale è posta come oggetto di riflessione per analisi estese a tutto il sistema: “Che lavoro fanno gli artisti quando (non) sono artisti?”, si domanda Urso, ponendo un interrogativo al limite del provocatorio, che spinge il fruitore a osservare il mondo dell'arte al di là degli stereotipi romantici ereditati.

Gran parte delle opere della serie fotografica sono esposte in modo lineare a formare una griglia compatta, come a formare una vetrata gotica dalla quale affacciarsi, in un gioco di corrispondenze tra dentro e fuori. Lo spazio espositivo viene caratterizzato da una serie di sculture ‘specchianti’ di nuova produzione, le quali rimandano a quel concetto profondo del guardarsi dentro, riflettendo allo stesso tempo la mostra in un gioco continuo di punti di vista. Il loro contenuto originario sembra aprirsi su altre realtà. Un piccolo dettaglio collega la mostra ad un breve scritto di Franz Kafka, Ein Hungerkünstler (Un artista del digiuno, 1924). L’autore ceco si chiedeva quale potesse essere il vero destino dell’artista e della sua ricerca allacciandosi a tematiche quali l’isolamento, la spiritualità e la paura del fallimento personale in una società animata da fraintendimento e incomprensione verso l’operato altrui. L’impostazione e la poetica della mostra diviene anche il perfetto esordio per uno spazio espositivo, quello di THEPÒSITO che come molti progetti si alternano tra sogni e pregiudizi, ma che ancora oggi sono il sostegno concreto alla ricerca artistica e culturale contemporanea.

 

Alex Urso (Civitanova Marche, 1987), diplomato in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi interessi sono trasversali, così come le tecniche impiegate nei suoi progetti: dall'installazione al collage all'impiego della realtà aumentata. Ha esposto presso Casa Testori (Milano), Fondazione Brugnatelli (Milano), Studio 87 (Valletta), Magacin Gallery (Belgrado), Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, Zacheta – National Gallery of Art di Varsavia, Monopol Gallery (Varsavia), Estorick Collection of Modern Italian Art (Londra), Entropia Gallery (Breslavia), Palazzo Malipiero (Venezia). Dal 2012 al 2019 ha vissuto a Varsavia, portando avanti la sua ricerca artistica e occupandosi di curatela. Tra le istituzioni con cui ha collaborato in questi anni: Zacheta – National Gallery of Art di Varsavia, Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, Padiglione Polacco-16.Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia, Fondazione Benetton, Adam Mickiewicz Institute. Nel 2017 è stato co-curatore della Biennale de La Biche (definita dal The Guardian "la più piccola biennale d'arte al mondo", ospitata su un'isola deserta del Pacifico). È direttore e curatore di FIUTO Art Space.