Alfredo Bini – Land Grabbing or Land to Investors?
Il termine land grabbing (“terra carpita, accaparrata”) si riferisce agli accordi aventi a oggetto l’acquisto di milioni di ettari di terreno nei paesi poveri da parte di multinazionali dell’agribusiness, di potenti gruppi finanziari o di agenzie governative straniere, principalmente appartenenti a paesi quali l’Arabia Saudita, la Cina, la Corea del Sud, il Qatar, gli Emirati Arabi.
Comunicato stampa
Land Grabbing or Land to Investors?
mostra a cura di Gigliola Foschi
Il termine land grabbing (“terra carpita, accaparrata”) si riferisce agli accordi aventi a oggetto l’acquisto di milioni di ettari di terreno nei paesi poveri da parte di multinazionali dell’agribusiness, di potenti gruppi finanziari o di agenzie governative straniere, principalmente appartenenti a paesi quali l’Arabia Saudita, la Cina, la Corea del Sud, il Qatar, gli Emirati Arabi. Tale operazione – che in Africa vede coinvolti paesi come il Madagascar, il Ghana, il Mozambico, il Sudan e l’ Etiopia – non mira certo a “nutrire il pianeta” (come vuole il titolo dell’Expo di Milano) bensì ad arricchire le multinazionali che investono e ad avvantaggiare i paesi ricchi. Il land grabbing si presenta insomma come un’ultima versione del neocolonialismo, che priva della loro terra i pastori e i piccoli coltivatori locali, oltre a comportare l’abbattimento di foreste e il sequestro delle zone di pascolo, l’erosione del suolo, l’accaparramento dell’acqua e la perdita della biodiversità.