Alfredo Bortoluzzi – Dal Bauhaus al mare
Antologica organizzata dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, in collaborazione con l’Ateneo meneghino, e promossa nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della istituzione del Bauhaus, la scuola d’arte, design e architettura più influente del XX secolo, che nel 2019 sta coinvolgendo tutte le più importanti istituzioni culturali tedesche ed europee.
Comunicato stampa
Venerdì 11 ottobre 2019, alle ore 17:00 presso l’Aula Maria Immacolata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sarà inaugurata la mostra “Alfredo Bortoluzzi. Dal Bauhaus al mare. Opere su carta 1924-1995”, antologica organizzata dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, in collaborazione con l’Ateneo meneghino, e promossa nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della istituzione del Bauhaus, la scuola d’arte, design e architettura più influente del XX secolo, che nel 2019 sta coinvolgendo tutte le più importanti istituzioni culturali tedesche ed europee.
All’inaugurazione della mostra prenderanno parte il rettore e il direttore amministrativo dell’Università del Sacro Cuore di Milano, il prof. Franco Anelli e il dott. Mario Gatti, il presidente della Fondazione dei Monti Uniti, prof. Aldo Ligustro, i curatori del Fondo Bortoluzzi, Gaetano Cristino e Guido Pensato, e il prof. Stefan Nienhaus, ordinario di Letteratura tedesca all’Università di Salerno.
La mostra resterà in allestimento fino al 31 ottobre 2019.
“Con questa antologica – spiegano i curatori, Guido Pensato e Gaetano Cristino - si intende far conoscere, nella ricorrenza del centenario del Bauhaus, la complessità e l’originalità dell’opera di Alfredo Bortoluzzi, attraverso un percorso che dagli anni della formazione, dapprima presso l’Accademia di Belle Arti della sua città natale e poi alla scuola Bauhaus di Dessau, dove ebbe come Maestri Albers, Klee, Kandinskij e Schlemmer, giunge, con l’intervallo dell’attività di ballerino e coreografo, fino all’approdo, negli anni Cinquanta, a Peschici, sul Gargano, dove riprende la sua attività di pittore portando a maturazione i suoi registri espressivi e il suo linguaggio poetico. Le opere esposte saranno circa cento, in un percorso che riconduce sinteticamente ad unità i segmenti fino ad oggi esplorati, raccogliendoli attorno ad un nucleo consistente di lavori che l’Artista teneva riservati per sé, alle pareti della sua casa: il Bortoluzzi di Bortoluzzi”.
Alfredo Bortoluzzi (Karlsruhe, Germania, 1905 – Peschici, Foggia, 1995), pittore, ballerino e coreografo, nasce in Germania da genitori italiani. Frequenta dapprima l’Accademia di Karlsruhe e quindi, dal 1927 al 1930, il Bauhaus a Dessau, dove ebbe come maestri Wassilij Kandinskij, Joseph Albers, Oskar Schlemmer e soprattutto Paul Klee, di cui divenne molto amico e che influenzò particolarmente la sua concezione della pittura come “gioco con le cose ultime”. Tiene la sua prima mostra a Berlino, nel 1930. Sempre a Berlino espose nel 1931 alla Galleria Flechtheim, insieme ai suoi maestri. Nel 1933 partecipa alla Mostra degli artisti del Bauhaus a Düsseldorf, ma la collettiva viene vietata e sequestrata dai nazisti. Esule a Parigi, Bortoluzzi si dedica prevalentemente al balletto classico occupandosi delle coreografie e delle scenografie. Apprezzato per questa sua attività dapprima in Francia e, nel dopoguerra, anche nei maggiori teatri della Germania, Bortoluzzi ritorna comunque alla pittura. È protagonista tra l’altro della rassegna 50 Jahre Bauhaus itinerante per il mondo. Nel 1946 espone ad Heidelberg alla Mostra degli artisti proibiti dai nazisti (con Klee, Kandinskij ed altri). Nel 1947 tiene una personale alla Kunstverein di Karlsruhe. Altre personali organizza a Baden-Baden nel 1948, a Colonia nel 1950, ad Essen nel 1954. Nel 1958, benché abbia ormai un mercato internazionale al più alto livello e la consacrazione dei maggiori critici europei, sceglie di vivere sulla Montagna del Sole, sul Gargano, a Peschici (Fg), trovando nello scenario garganico non solo una fonte inesauribile di ispirazione ma soprattutto “un approdo determinante ai fini della elaborazione del suo linguaggio maturo”.
100 anni di Bauhaus
Nel mese mese di aprile 2019 sono iniziate le celebrazioni per il centenario del Bauhaus, la cui fondazione nel 1919 portò alla nascita della prima facoltà di arte, artigianato e design che dettò i principi di una nuova metodologia per l’architettura e il design moderno. Il fondatore della scuola, Walter Gropius, nacque a Berlino nel 1883 e dopo aver compiuto gli studi a Monaco, diventa allievo nel 1908 di Peter Behrens assieme a Ludwig Mies van der Rohe. Una generazione di progettisti che avevano in comune la forte ambizione di voler mutare radicalmente la figura dell’architetto nella società, da semplice progettista di edifici a intellettuale aggiornato in grado di intervenire consapevolmente nell’universo delle forme, dando vita alla figura del designer: il versatile e multiforme disegnatore della realtà. Finita la grande guerra nel 1919, a 36 anni, l’architetto crea a Weimar la Staatlitches Bauhaus dall’unione dell’Accademia di belle arti con la Scuola di Arti e Mestieri, un esperimento innovativo nel campo dell’architettura, una scuola democratica alla quale potevano accedere tutti i cittadini a partire dall’età di 17 anni senza nessun limite. L’obiettivo promosso da Gropius era quello di far diventare il Bauhaus l’istituzione più influente attraverso una metodologia di lavoro in stretta collaborazione tra teoria e pratica, in maniera interdisciplinare, e collaborando con docenti di prestigio come Paul Klee e Wassily Kandinsky. Nel 1932 la Bauhaus si sposta a Berlino e l’anno successivo, dopo innumerevoli pressioni del nazismo, verrà chiusa dal governo perché espressione di tendenze internazionaliste; così gran parte degli studenti vengono arrestati e parte degli artisti, soprattutto architetti, vengono accolti negli Stati Uniti.