Alfredo Bortoluzzi – I luoghi della vita e dell’arte

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DOMENICO SINISCALCO CECI
Via Arpi 152, Foggia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
07/12/2011

ore 18

Artisti
Alfredo Bortoluzzi
Curatori
Guido Pensato, Gaetano Cristino
Uffici stampa
YOU COM
Generi
arte contemporanea, personale

Attraverso un corpus di cento opere, tra cui acquerelli, disegni e incisioni, la mostra tenterà di ricostruire le tappe più significative ed i luoghi nei quali si sono realizzate ed espresse la biografia privata, familiare e creativa di Bortoluzzi.

Comunicato stampa

Gli artisti costruiscono metafore, visioni, sogni; talora incubi inquietanti. Mondi insomma, e universi immaginari: non meno veri di quelli reali. Poiché l’arte stessa è un grande viaggio, spesso, da sempre, essi lo utilizzano per cercare le occasioni, le suggestioni, i materiali della loro creatività, delle loro opere. In ogni caso lo fanno nei luoghi che abitano o in quelli che si snodano come tappe e mete della loro vita. Alcuni di loro, è accaduto, viaggiano intorno a una poltrona, a una scrivania, a un cavalletto. Altri vanno in giro per il mondo, una volta almeno o spesso o continuamente...

Mercoledì 7 dicembre 2011 alle ore 18, presso la galleria della Fondazione Banca del Monte 'Domenico Siniscalco Ceci' di Foggia, in via Arpi 152, sarà inaugurata la seconda mostra del Fondo Alfredo Bortoluzzi. All'inaugurazione interverranno la storica dell'arte Gisela Barche, il presidente della Fondazione avv. Francesco Andretta, ed i curatori della mostra e del Fondo Alfredo Bortoluzzi, i critici ed esperti d'arte Guido Pensato e Gaetano Cristino.

Dopo le 'Personae', i ritratti, gli autoritratti e le maschere del dicembre 2010, il programma di studio, organizzazione, gestione e valorizzazione delle oltre 600 opere dell'artista italo-tedesco acquisite dalla Fondazione Banca del Monte 'Domenico Siniscalco Ceci', è giunto al secondo appuntamento con la mostra 'Alfredo Bortoluzzi: i luoghi della vita e dell'arte': attraverso un corpus di cento opere, tra cui acquerelli, disegni e incisioni, la mostra tenterà di ricostruire le tappe più significative ed i luoghi nei quali si sono realizzate ed espresse la biografia privata, familiare e creativa di Bortoluzzi.
Le opere che saranno esposte consentiranno inoltre di ripercorrere, a partire dai 'luoghi', il complesso itinerario umano ed artistico di Alfredo Bortoluzzi lungo un arco di tempo di oltre settant'anni: dal 1924, data di alcuni suoi disegni ed incisioni, al 1995, anno della sua morte a Peschici.

Da Karlsruhe a Dessau, a Essen, da Berlino a Düsseldorf, da Parigi a Milano, a Venezia, a Verona, a Bergamo; dalle Americhe all’Africa, all’Asia, dal Messico all’India, alla Libia; dalla Toscana alla Sicilia, alla Campania, alla Puglia; da Firenze a Pisa, a Capri, a Cefalù, a Lecce, a Trani, a Otranto, a Polignano a Mare, a Peschici e Vico e Vieste e Rodi sul Gargano: se si trasferissero su una carta geografica i percorsi, le tappe e i luoghi che hanno contrassegnato la vita personale e artistica di Alfredo Bortoluzzi si coprirebbe un’area vastissima, anche se non vi si comprendessero quelli immaginari o immaginati. Ma non si potrebbe fare a meno di verificare addensamenti forti e significativi: quelli della nascita e della formazione e quelli che hanno riguardato luoghi come il Gargano e Peschici, che potremmo definire “dell’approdo”, senza che questo implichi un’idea di stasi creativa e della produzione artistica. Alfredo Bortoluzzi, infatti, ha sempre viaggiato per dar vita all’opera e alle opere della sua vita. Verso la metà degli anni Cinquanta, costretto per un incidente ad abbandonare la danza che lo aveva fin lì visto esibirsi su molti palcoscenici tedeschi, Bortoluzzi girovagò per un po’ attraverso l’Italia, in particolare quella meridionale. Da allora non è mai più tornato in Germania, il luogo della sua nascita e della sua prima formazione; quando gli sembra sia arrivato il momento, non sceglie di stabilirsi a Venezia, la città delle sue radici familiari e infantili, nella quale frequentava, piccolissimo, la casa dei nonni paterni. Alfredo sceglie Peschici, un luogo diverso da quelli, evidentemente “altro”. Ma il Gargano - sede di miti arcaici e in procinto di accogliere riti moderni – sembra rappresentare, viceversa, il luogo ideale per un approdo definitivo. Certamente lo è, in particolare, per Alfredo Bortoluzzi, perché è lì che l’uomo Bortoluzzi ritrova l’artista, il pittore, messo in parentesi dopo gli studi presso la Bauhaus e la scelta di dedicarsi al balletto.

La nuova mostra tematica sarà, come vuole il programma del Fondo Alfredo Bortoluzzi, accompagnata dalla pubblicazione del 'Quaderno' numero 2, non solo un prezioso catalogo delle opere esposte, ma un percorso di studio approfondito dedicato ai temi delle esposizioni, alle ricerche ed agli studi sull'Artista. Nel secondo numero del 'Quaderno' sarà possibile leggere un'intervista inedita rilasciata da Bortoluzzi nel 1992 alla storica dell'arte Gisela Barche, saggi di Stefan Nienhaus, docente presso l'Ateneo foggiano, su "Il Bauhaus e la cultura della Repubblica di Weimar" e dell'architetto e storico dell'arte Gianfranco Piemontese su "Alfredo Bortoluzzi e il Gargano" e numerose testimonianze e ricordi di artisti come Alfred Wittwar, Corrado Terracciano, Giuseppe Bazzocchi, Nicola Liberatore, Enzo Ruggiero e del fotografo Mimmo Attademo, che nel 1983 realizzò un reportage fotografico su Bortoluzzi.

Nell'ambito della continua ricerca del potenziamento, da parte della Fondazione Banca del Monte 'Domenico Siniscalco Ceci', dei propri strumenti comunicativi, si segnala che sui manifesti e sulle diverse forme di advertising classico in distribuzione che il Fondo Alfredo Bortoluzzi ha dedicato a questo secondo appuntamento, comparirà il codice Qr (quick response), un codice a barre bidimensionale, ossia a matrice, composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata che viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In questo caso il codice Qr linkerà i visitatori sul site-mobile della Fondazione per avere accesso ai contenuti specifici del Fondo Alfredo Bortoluzzi. Ricordiamo inoltre che il codice Qr si aggiunge ai diversi strumenti (sito tradizionale, pagina facebook, canale youtube) attraverso i quali il Fondo Bortoluzzi e la Fondazione Banca del Monte promuovono la conoscenza e la diffusione dell'opera e della vita di un grande artista.

La mostra sarà visitabile dal 7 dicembre 2011 al 15 gennaio 2012, dalle ore 9 alle 13 e dalle 17 alle 19.
Giorni di chiusura: 24, 25, 26, 31 dicembre 2011 - 1, 2, 6 gennaio 2012.
L'ingresso è libero.
Per info 0881.712182

Alfredo Bortoluzzi (Karlsruhe, 1905 - Peschici,Foggia, 1995), pittore, ballerino e coreografo,nasce in Germania da genitori italiani. Frequentadapprima l’Accademia,di Karlsruhe e quindi, dal 1927 al 1930, il Bauhaus, a Dessau, dove ha come maestri Wassilii Kandinskij, Joseph Albers, Oskar Schlemmer e soprattutto Paul Klee, di cui diviene molto amico e che influenza particolarmente la sua concezione della pittura come “gioco con le cose ultime”. Tiene la sua prima mostra a Berlino, nel 1930. Nel 1933 partecipa alla Mostra degli artisti del Bauhaus a Dusseldorf, ma la collettiva viene vietata e sequestrata dai nazisti. "Esule a Parigi", si dedica prevalentemente al balletto classico, occupandosi anche delle coreografie e delle scenografie. Apprezzato per questa sua attività dapprima in Francia e, nel dopoguerra, anche nei maggiori teatri della Germania di Bonn, Bortoluzzi ritorna comunque alla pittura. E’ protagonista tra l’altro della rassegna 50 Jahre Bauhaus itinerante per il mondo. Nel 1946 espone ad Heidelberg alla Mostra degli artisti proibiti dai nazisti (con Klee, Kandinskij ed altri). Nel 1958, a seguito di un incidente, lascia la vita teatrale e, benché come pittore abbia già un mercato internazionale al più alto livello, con la consacrazione dei maggiori critici europei, sceglie di vivere sulla Montagna del Sole, il Gargano, a Peschici, trovando nello scenario garganico non solo una fonte inesauribile di ispirazione ma soprattutto “un approdo determinante ai fini della elaborazione del suo linguaggio maturo” (Carlo Munari).