Alfredo Mazzotta – Magia e Mito
In mostra sculture e disegni dell’artista italiano, che rivolge allo spazio, interpretato non solo come scenario entro cui inserire la tridimensionalità plastica, come componente vivo e dinamico che, attraversando la scultura, ne diventa elemento visivo necessario e ineliminabile.
Comunicato stampa
Scrive Francesca Pensa:
L'itinerario espressivo di Alfredo Mazzotta, composto da fasi diverse collegate tra loro dalla coerenza del pensiero poetico e dalla costanza della ricerca formale, trova la sua concretezza nella dimensione plastica, proposta secondo modalità attente e sensibili alla sostanza e alla funzione della scultura contemporanea.
Agli inizi di questa avventura creativa si collocano le forme della classicità, che Mazzotta ha potuto non solo vedere ma anche assimilare profondamente nella sua terra di origine, nella Calabria patria di colonie greche, dalle quali provengono e sopravvivono monumenti e sculture.Con gli anni sessanta del novecento l'artista arriva a Milano: con la precisa intenzione di avere Luciano Minguzzi come insegnante, vuole studiare all'Accademia di Brera, dove infatti, all'ombra del grande maestro del novecento, completa la preparazione artistica e realizza le prime opere.Ben presto però lo scultore si rivolge verso nuove strade, che raggiungono territori espressivi originali e personali, nei quali i temi scelti e le modalità visive impiegate mostrano una maturazione creativa ormai pienamente raggiunta.Mazzotta procede infatti alla definizione di una forma plastica che, pur nelle evoluzioni che scandiranno il suo percorso poetico, si manterrà sostanziata da alcuni caratteri fondamentali: dalle superfici tormentate di memoria minguzziana l'artista passa infatti a una ricercata politezza delle patine, che accompagna forme sempre più raffinate e organizzate secondo una composizione razionale che pare echeggiare, pur nella trasfigurazione poetica, la memoria di vocaboli tratti dalla geometria.La creatività dell'artista si incanala quindi verso una strutturazione sorvegliata e logica della tridimensionalità plastica, nella quale, stabilendo un ponte tra passato e attualità, emerge la lezione che Mazzotta aveva desunto dalla classicità, come si evidenzia in lavori come Suonatrice d'arpa, opera intrisa del ricordo dell'arte più antica del nostro Mediterraneo: alla memoria del classico, si aggiungeranno nel tempo riferimenti alla cultura visiva della piena contemporaneità, con echi della scultura di Arp, Viani, Brancusi e Moore.In questo stesso tempo, ovvero negli anni settanta del secolo passato, anche i soggetti trovano una loro convinta determinazione, individuando l'artista nel tema della figura, e specificamente in quella femminile, il contenuto poetico necessario alla sua scultura. Rivelatrice, in questo senso, è l'opera Premaman, nella quale Mazzotta chiarisce il significato sostanziale della sua scelta tematica, interpretata come racconto di vita, visitato nella storia della sua genesi e della sua conseguente sopravvivenza, simbolicamente riassunte nell'immagine femminile, intesa come madre, che da progenitrice del singolo uomo diviene forza primigenia dell'intero universo.Dalla definizione di queste peculiari caratteristiche parte quindi lo sviluppo dell'arte di Mazzotta, che fin qui ha percorso i decenni dell'ultimo novecento fino al tempo presente del nuovo millennio.
La ricerca dell'artista si precisa quindi in una forma ricorrente, definita Figura in contorsione, che permette allo scultore di sviluppare concetti diversi entro la coerenza di un progetto compositivo costante.In essa compare con nitidezza l'attenzione che Mazzotta rivolge allo spazio, interpretato non solo come scenario entro cui inserire la tridimensionalità plastica, ma come
componente vivo e dinamico che, attraversando la scultura, ne diventa elemento visivo necessario e ineliminabile. Il soggetto della Figura in contorsione, nelle sue elaborate e sintetiche strutture compositive, può generare anche narrazioni articolate, come avviene nella costruzione di un moderno polittico, composto da quattro bassorilievi, nei quali il tema è ripetuto per dar
vita a un racconto, che, come avviene nell'arte di questo scultore, è suggerito da un fatto autobiografico trasfigurato nella dimensione plastica.Tra gli ultimi lavori dell'artista appare invece una forma chiusa e non trapassata dallo spazio, sempre però articolata attraverso strutture armoniose ed eleganti e titolata Reperto: in essa non è difficile riconoscere il frammento di un corpo ma anche la rilettura del contenuto fondamentale dell'opera di Mazzotta, ovvero l'idea del seme e del frutto, alludenti con evidenza al tema della vita e della sua riproduzione.Le tematiche di carattere religioso interessano lo scultore nella produzione più recente e permettono lo sviluppo di soggetti ricorrenti, come quelli del Crocefisso e dell'Angelo: con queste sculture Mazzotta pare avvicinarsi a un linguaggio più mimeticamente riconoscibile, senza rinunciare alle modalità plastiche che da sempre sostanziano il suo lavoro, qui piegate e declinate nell'interpretazione di iconografie dalla storia millenaria.Nell'insieme complessivo della produzione di questo scultore colpisce inoltre la varietà dei materiali usati, che contano il bronzo, la pietra leccese e di Vicenza, il legno, il gesso, la cera e la vetroresina: ma l'itinerario creativo dell'artista è poi da sempre accompagnato da una significativa produzione grafica, che funziona come fase preparatoria per la realizzazione scultorea ma che dà vita anche a opere concluse, nelle quali appare particolarmente evidente l'impegno nella resa dei volumi e della plasticità, come frequentemente avviene nei disegni di chi ha pratica con la tridimensionalità espressiva. La presentazione al pubblico dell'opera di Alfredo Mazzotta, per molti anni docente di Discipline Plastiche presso il Liceo di Brera e curatore di mostre, ma anche organizzatore di manifestazioni artistiche a scopo benefico, prosegue la ricerca che da anni indaga le vicende dell'arte dei docenti- artisti, che, nella storia ormai lunga della nostra scuola, hanno saputo dare agli studenti un insegnamento sostenuto dalla pratica concreta delle loro discipline.
Scrive Carla Maria Arienti:
Questo Liceo vuole onorare il Prof. Alfredo Mazzotta che ha speso un’intera vita al servizio di questo Istituto e dell’Arte, dedicandogli una mostra personale “Magia e Mito-da Brera a Brera, sculture e disegni dagli anni Settanta al 2010”, che si terrà dal 13 marzo al 31 marzo 2012. Il Professore esporrà alcune opere realizzate negli anni Settanta a Brera con Minguzzi, e le ultime due opere realizzate nel Liceo Artistico di Brera nel 2010. Alfredo Mazzotta, oltre che allievo del maestro Luciano Minguzzi dal 1969 al 1973, è stato anche allievo di Domenico Purificato dal 1973 al 1977, diplomandosi in entrambi i corsi; dal 1975 al 2011 ha svolto la docenza di Discipline Plastiche nel nostro Liceo, occupandosi anche, in maniera eccellente, di tutti i progetti artistici riguardanti lo spazio espositivo “Spazio Laboratorio Hajech” fiore all’occhiello di questo Istituto fino all’ultimo anno di servizio.
Lo ringraziamo per la dedizione e passione per il suo lavoro di docente e d’artista.
Biografia dell’artista
Alfredo Mazzotta nasce a Nao di Jonadi (VV) l’8/03/1951. Nel 1968 consegue il diploma di Maestro d’Arte presso l’Istituto Statale d’Arte di Vibo Valentia. Nello stesso anno si trasferisce a Milano, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera alla scuola di Luciano Minguzzi dove nel 1973 si diploma in Scultura. Sempre nel ‘73 si iscrive alla scuola di Pittura di Domenico Purificato e nel 1977 ottiene il diploma. Contemporaneamente frequenta il corso di Cromatologia tenuto da Luigi Veronesi e il corso di Tecnologia dei materiali tenuto da Romano Rui. Per diversi anni è stato assistente dello scultore Eros Pellini sia al Liceo Artistico di Brera di Milano che in Studio. Nel 1987 partecipa su invito al Simposio di Scultura “Nantopietra” e nel 1990 al Simposio Internazionale di Scultura in pietra “Nautilos 90” a Castro (LE) dove ha realizzato un rilievo per l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Castro. Nel 1994 e nel 1995 tiene alcune lezioni su “ Progetto Scultura” nell’ambito del “Master in Design & Management” presso il Politecnico di Milano . Nel 1997/98 - 1999/2000 - 2002/2003, 2004/2005, 2007/2008 e 2009/2010 fa parte della Commissione Artistica Annuale della Permanente di Milano. Nel 2001 vince il Concorso Nazionale di Scultura - Città di Novara - per la realizzazione di un Trofeo da consegnare alle personalità della Cultura e dello Sport nelle varie manifestazioni organizzate dall’Unione Nazionale Veterani dello Sport. Negli anni il trofeo è stato assegnato, tra gli altri, a: Dino Zoff, Mike Bongiorno, Sara Simeoni, Ottavio Missoni, Paola Cardullo. Sempre nel 2001 realizza il monumento dedicato alla Beata A. Rosa Gattorno nella città di Potenza. Sue opere, oltre che in numerose collezioni private in Italia e all’estero si trovano presso: il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Ruffano (LE), la Fondazione Lercaro (Bologna), l’Archivio Sartori (Mantova), il Museo della Permanente (Milano), il Palazzo Comunale di Lainate (MI), il Museo d’Arte Contemporanea “Vito Mele” di S. Maria di Leuca (LE), il Museo d’Arte Italiana di Durazzo (Albania), la Società Umanitaria di Milano, Parco Arcadia di Bareggio (MI), la Villa Comunale di Stefanaconi (VV), la Chiesa del S.S. Rosario di Nao (VV), la Collezione d’Arte Contemporanea della Provincia di Lodi, l’Arca Pacis di Stresa (NO), Istituto Losana- Biella, il Museo Pinacoteca d’Arte Sacra Contemporanea di Serrapetrona (MC), la Collezione Permanente di Arte Religiosa Contemporanea DI.ART (Trapani), il Museo Internazionale Mariano di Arte Contemporanea Fondazione Don Tonino Bello di Alessano (LE), il Museo del Fango di Scaletta Zanclea (ME), presso la Scuola Paritaria A. Rosmini – Roma, Rosmini Convent a Keriatura (Trivandrum) Kerala-Sout India, Museo Civico Parisi-Valle, Maccagno (VA), Galleria Permanente-Comune di Cavenago di Brianza (MB). Nel 2008 realizza le scenografie per lo spettacolo teatrale “Paroles Aux Femmes” con protagonista l’attrice Aphrodite De Lorraine per il Theatre Francais de Milan presso il Teatro Litta di Milano. Nel 2010 partecipa e cura il Simposio Internazionale di Scultura in pietra “Le fatiche di Ercole” a Modica (RG) dove realizza una scultura per il Centro Studi Contea di Modica. Sempre nel 2010 Aidan Cesira Fhotographer gli dedica un libro fotografico dal titolo “ Alfredo Mazzotta l’Uomo, l’Artista, il Maestro. Oltre che in varie città italiane, ha esposto anche in Polonia, Stati Uniti, Giappone, Germania, Corea, Ungheria, Turchia e Albania. Dal 1975 al 2011 è stato titolare della cattedra di Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico Statale di Brera di Milano.