Alfredo Rapetti Mogol – La Parola Dipinta
La Galleria Side A dedica una mostra al poliedrico artista, paroliere e “pittore di segni”. Dalle Biennali di Venezia ai Grammy Awards con le canzoni per Mina, Celentano e la Pausini.
Comunicato stampa
CATANIA, 8 maggio 2013 – “Grandi quadri in alfabeto dipinto, legni ritoccati come ossi di seppia, sovrapposizioni di topografie impossibili” Sono le parole con cui il critico d’arte Duccio Trombadori ha descritto l’arte di Alfredo Rapetti Mogol, l’artista cui è dedicata la mostra “La Parola Dipinta” [11 maggio > 30 giugno 2013] ospitata nella Galleria Side A di Catania. S’inaugura alla presenza dell’autore sabato 11 maggio alle ore 18.30. Ingresso gratuito.
In mostra sono 40 opere di un artista poliedrico e “votato alla parola” in più segmenti dell’arte: con lo pesudonimo di Cheope, infatti, Alfredo Rapetti Mogol – figlio di quel Giulio autore delle più celebri e indimenticabili canzoni di Lucio Battisti – è anche lui paroliere di fama internazionale, vincitore di numerosi Grammy Awards con i testi delle canzoni scritte per i più grandi interpreti italiani: Mina, Celentano, Laura Pausini, Raf, Ivan Graziani, Marcella Bella e molti altri ancora.
A Catania, grazie all’iniziativa di Giovanni Gibiino e Maurizio Cascone della Galleria Side A, Alfredo Rapetti Mogol, da grande innovatore della pittura del Duemila, porta il suo geniale tratto segnico. Quello che fa dire al critico Clara Pacifico: “Mi piace pensare ad Alfredo Rapetti come a un pittore-scriba, le cui parole incise nell’acrilico sono come ideogrammi cinesi, gesti-segni sacri ispirati da una logica che attinge alla natura profonda dell’uomo e cerca nuove strade per raggiungere il divino”. E probabilmente, come sottolinea Giovanni Gibiino nell’introduzione al catalogo, “alternare la penna con il pennello, per Rapetti Mogol, era forse il suo sogno”.
Tra le numerose mostre l’invito ad esporre alla 52° Biennale di Venezia (2007), nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana, in occasione della mostra “Sulle vie di Damasco” curata da Duccio Trombadori; ancora alla 54° Biennale di Venezia (2011) nel “ Padiglione Italia” curato da Vittorio Sgarbi; sempre nel 2011 la 1° edizione della Biennale di Brescia curata da Silvia Landi nelle sale del Museo del Piccolo Miglio. In catalogo i saggi critici di Clara Pacifico, Flora Rovigo, Gianluca Ranzi e Duccio Trombadori.