Alfredo Rapetti Mogol – Oltre la parola dipinta

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO OBERDAN
Viale Vittorio Veneto 2, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10-19.30 (martedì e giovedì fino alle 22)
chiuso il lunedì

Vernissage
18/07/2013

ore 18,30

Artisti
Alfredo Rapetti Mogol
Curatori
Gianluca Ranzi
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra “Oltre la parola dipinta” di Alfredo Rapetti Mogol – allo Spazio Oberdan dal 19 luglio al 15 settembre prossimi, curata da Gianluca Ranzi – si svolge secondo un percorso espositivo che presenta opere a parete che incorporano materiali extra-pittorici quali il cemento e il bitume e si articola in installazioni che fanno uso del suono e della voce umana.

Comunicato stampa

La mostra “Oltre la parola dipinta” di Alfredo Rapetti Mogol - allo Spazio Oberdan dal 19 luglio al 15 settembre prossimi, curata da Gianluca Ranzi - si svolge secondo un percorso espositivo che presenta opere a parete che incorporano materiali extra-pittorici quali il cemento e il bitume e si articola in installazioni che fanno uso del suono e della voce umana.
La grafia minuta, che letteralmente graffia le superfici dei supporti, si è in queste ultime opere di Rapetti dilatata e aperta in un gioco che coinvolge lo spazio del quadro e l’ambiente espositivo, secondo una ricerca versatile in cui l’aggiunta del suono, per l’artista un orizzonte condiviso anche al di là della sua produzione pittorica, permette oggi alle sue immagini di sfuggire a qualsiasi definizione statica della forma e della composizione. In questo lavoro la natura umana coincide col movimento della Natura in un complesso gioco di rimando di sensazioni, di impulsi e di emozioni, risuonanti in uno spazio abitato dalle frequenze di quegli stessi sentimenti: emozione, acqua, vento, parola, immagine e scrittura fusi insieme.
Anche la scelta di intrecciare il lavoro a un canto in sanscrito appare molto significativa: la pienezza della vibrazione del canto, così come l’altra sonorizzazione presente in mostra che apre la stanza al respiro della natura, introducono un’attesa e una sospensione delle difese che colgono lo spettatore di sorpresa, circondandolo da ogni parte e aggirando così l’invalicabile frontalità delle cose.
Il risultato di tale operazione sviluppa un nuovo tipo di contemplazione aperta ad esperienze polisensoriali e all’integrazione nell’architettura dei luoghi.
Nelle opere in mostra alcune installazioni con coperte militari, con travi di legni per impalcature e otto opere in cemento e colori acrilici; più la serie “così in cielo come in terra” in cemento e bitume.