Alfredo Zelli – Seconda e terza. Una dimensione
Pittura e scultura dialogano e si integrano da sempre nel lavoro di Alfredo Zelli. Ma adesso, nella scia della smaterializzazione del volume iniziata una decina di anni fa dipingendo su superfici perfettamente trasparenti e sovrapposte, Zelli tenta una fusione delle arti, al centro da sempre del dibattuto paragone.
Comunicato stampa
Blocco 13, associazione culturale per l'arte contemporanea
ALFREDO ZELLI. SECONDA E TERZA, UNA DIMENSIONE
a cura di Carlo Alberto Bucci
Da sabato 12 novembre (dalle 17) al 10 dicembre 2022
Via Benzoni 13, 00154 Roma (tel. 32922866299; [email protected])
Le ragioni della mostra – Pittura e scultura dialogano e si integrano da sempre nel lavoro di Alfredo Zelli. Ma adesso, nella scia della smaterializzazione del volume iniziata una decina di anni fa dipingendo su superfici perfettamente trasparenti e sovrapposte, Zelli tenta una fusione delle arti, al centro da sempre del dibattuto paragone. Del resto, la terza dimensione è già suggerita dai suoi lavori dello scorso decennio in cui figura umana e paesaggio dipinti si integrano attraverso la scomposizione dei piani e l’incidenza, sul supporto trasparente, della luce (calda o fredda a seconda delle ore del giorno o della fonte artificiale). Ma nell’istallazione realizzata per Blocco 13, Zelli trasforma i suoi dipinti - in cui ogni velatura è isolata; otto lastre come fosse una Tac - in un volume architettonico che propone due punti di vista allo spettatore: un fronte terso, luminoso, trasparente; e uno, sul lato opposto, di fogli e corpi opachi. “E’ una visione simultanea - scrive Carlo Alberto Bucci nella presentazione – che rimanda alla visione boccioniana attraverso figure, e costruzione spaziale attraverso il colore, di eco manierista (il Michelangelo del Giudizio e il Pontormo di Santa Felicita). Ma si concretizza al centro del parallelepipedo grazie allo sguardo dello spettatore, al movimento del suo corpo in cerca di quello delle figure e al rispecchiamento-immersione nell’opera”. Alla pittura-scultura-architettura della struttura (alta 2 metri, larga146 cm e profonda 85), si contrappone una figura a tutto tondo, plasmata dalla luce che attraversa la superficie trasparente che la modella.
Cenni biografici - Alfredo Zelli (Roma, 1957) ha tenuto la sua ultima personale nel 2019 partecipando all’idea di atelier aperto di Macro Asilo di via Nizza, dal 2 al 7 aprile 2019, stesso anno in cui ha esposto (a settembre) “Navigante” alla collettiva “Abbi cura” nelle cabine di uno stabilimento balneare di Ostia. Cinque anni prima aveva preso parte alla Biennale di Viterbo, a cura di Giovanna De Feo, al LXV Premio Michetti di Francavilla al Mare e al XLVII Premio Vasto (per la cura, rispettivamente, di Tiziana D’Acchille e di Gabriele Simongini). Nel 2010 a Roma è con Claudio Givani, Maurizio Pierfranceschi e Vincenzo Scolamiero (con i quali spesso ha collaborato ed esposto) in “Quattro passi 2”, a cura di Shara Wasserman, alla Temple Gallery, e tiene una personale, accanto alle foto di Luigi Ghirri, in casa della famiglia Paradiso/Trisorio. Andando a ritroso, si segnala la partecipazione nel 2008 a “Sottosopra”, lungo la spirale della Rampa Prenestina di Roma, ad “Antico e novissimo” (stesso anno ma in palazzo Berardi Mochi Zamperoli a Cagli) e alla mostra “Acquisti e doni nei musei comunali”, allestita nel 2006 ai Capitolini (espone “Senza titolo”, uno smalto del 1999 che fa parte della raccolta cittadina). Tra 2000 e 2002 a Roma partecipa a collettive delle associazioni Equilibri precari e Hyunnart. Nel 1999 espone in “Trivi” nella galleria di Ugo Ferranti, ultima mostra di una lunga serie tra personali, collettive e presenze alle fiere di Bologna, Parigi, Basilea, Colonia (24 in tutto): la collaborazione era iniziata nel 1986 quando Zelli esordì, nello spazio del gallerista romano, insieme con Andrea Fogli e Claudio Givani. Sempre del secolo scorso sono, tra le altre, le personali nel 1995 al Mlac della Sapienza (per la cura di Augusto Pieroni), alla galleria Albert Baronian di Bruxelles (1987) e, l’anno prima, da Yvon Lambert a Parigi. Tra le collettive, “Lavori in corso 5” al Macro di Roma (1998); “Anni ‘90”, ai Musei comunali di Rimini (1991); nel 1990 “La otra esclultura”, a cura di Renato Barilli (Barcellona, Madrid, Darmstadt) che nel1988 lo aveva invitato a Rimini per “Ordine e disordine”; del 1988 sono anche “Nuove acquisizioni” della Galleria comunale di Bologna e la mostra milanese “Geometrie dionisiache” a cura di Lea Vergine.
Blocco 13, associazione culturale per l'arte contemporanea, via Benzoni 13, 00154 Roma (Italy) tel. ++ 39. 3292866299, [email protected]
INAUGURAZIONE sabato 12 novembre dalle 17. E apertura speciale domenica 13 dalle 15 alle 20. La mostra è aperta dal 15 al 19 novembre dalle 16.30 alle 19.30. E poi solo su appuntamento. Finissage il 10 dicembre (++ 39. 3292866299).