Alice Padovani – L’ultimo giardino
Un’installazione di grande formato, dove le singole opere dialogano fra di loro in un percorso di visita originale quanto insolito.
Comunicato stampa
La mostra L’ultimo giardino, ospitata dal 12 ottobre al 10 novembre presso lo spazio industriale dell’Hangar Rosso Tiepido nella zona periferica di via Emilia Est, si presenta come un’installazione di grande formato, dove le singole opere dialogano fra di loro in un percorso di visita originale quanto insolito. Il concetto alla base dell’esposizione, riassunto nel titolo della mostra, è quello di portare all’attenzione l’idea della perdita, di ciò che rimane della natura, della fragilità che permea quest’epoca di cambiamento globale che riguarda tutti noi.
Nella mostra saranno presenti opere appartenenti a serie diverse che spaziano dall’assemblaggio ordinato in teca entomologica alla scultura e all’installazione.
Durante la serata di inaugurazione, inoltre, Medulla presenterà una stampa serigrafica con colori naturali a tiratura limitata del grande disegno intitolato Rebuild nature. Victoria amazonica, anch’esso esposto in mostra.
Fondendo la spontaneità dell’impulso creativo, al rigore del metodo scientifico, Alice Padovani propone nelle sue opere frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce: nature morte in cui fragilità e solidità giocano con la loro stessa materia e dove il tempo sembra aver perduto il proprio diritto di corruzione. Elementi vegetali e animali dialogano assieme ad altri ‘objets trouvés’ nel tentativo di instaurare un equilibrio tra l’effimero del corpo organico e la solidità della forma inorganica.
Il rapporto con l'elemento naturale è ben spiegato in queste parole estratte da una recente intervista all'artista «la natura rappresenta per me il regno della molteplicità, del sensibile e della contraddizione perché in grado di suscitare sentimenti di gioia e disperazione, di dolore e di piacere. È vita e morte che si rincorrono in modo perpetuo del tutto fine a sé stesso, e ritrovandomi perfettamente nelle parole di Tolstoj, “già lo conosco, non cerco di sciogliere il nodo, ma mi accontento di questa oscillazione”». La natura diventa, quindi, per Padovani un’entità da frequentare quotidianamente e “riclassificare” in maniera tutt’altro che scientifica, seguendo piuttosto il filo dell’emotività.
ALICE PADOVANI
Nata nel 1979 a Modena, dove vive e lavora. Laureata in Filosofia e in Arti Visive, dalla metà degli anni ‘90 al 2012 si forma e lavora come attrice e regista nell’ambito del teatro contemporaneo. Il suo linguaggio espressivo spazia dal disegno, all’installazione e alla performance. Le sue opere sono state esposte in mostre personali, collettive e fiere d’arte a carattere nazionale e internazionale ricevendo numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Primo premio Scultura al Premio Nocivelli, il premio speciale Galleria Guidi&Schoen all’Arteam Cup, il Biafarin honor award all’Arte Laguna Prize di Venezia e il Talent Prize di Paratissima Bologna.