Aligi Sassu – Rivoluzione Sassu
L’esposizione vuol rendere omaggio al grande Maestro in occasione del centenario della nascita (1912-2012) ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Helenita e Aligi Sassu di Milano.
Comunicato stampa
Nella nuova sede di Federico Rui Arte Contemporanea in via Turati 38, giovedi 27 settembre si inaugura la personale di Aligi Sassu dal titolo RIVOLUZIONE SASSU. Le battaglie e i disegni del carcere, con presentazione di Flavio Arensi. L'esposizione vuol rendere omaggio al grande Maestro in occasione del centenario della nascita (1912-2012) ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Helenita e Aligi Sassu di Milano.
Il tema delle battaglie è sempre stato caro a Sassu: sin dalla prima Morte di Patroclo del 1935, la pittura non è solo una racconto storico, ma metafora per immagini di una contemporaneità oltraggiata dall'ingiustizia. Nascono così le Titanomachie, gli Argonauti, gli Uomini che lottano, L'ira di Achille, la Sortita di cavalieri veneti a Famagosta, tutte tematiche che esprimono la sua aperta contrapposizione al regime Fascista e che rappresentano lo stato d'animo di una nazione ormai sul baratro della tragedia.
Nel 1937, Sassu viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione per sovvertimento dello stato e propaganda antifascista. Ottiene, dopo i primi sei mesi di isolamento, di poter disegnare: nascono così circa quattrocento fogli, in gran parte ritratti di compagni e soggetti mitologici, ma anche alcuni studi per la Morte di Cesare (intensa protesta contro Mussolini, identificabile in Cesare stesso), quadro che realizzerà a olio nel 1938-9 quando otterrà la grazia dal Re. In mostra sono presenti cinque studi realizzati tra il 1937 e il 1938, accompagnati anche da alcuni bozzetti per la Grande Battaglia, opera dipinta del 1951 e sintesi massima di tutte le opere di questo soggetto, in cui si coglie l'influenza della pittura di Gericault e di Delacroix, ma anche la lezione Leonardesca sul “come si deve figurare una battaglia” (“farai i vincitori correnti co' capegli e altre cose leggeri sparse al vento / farai omini morti, alcuni ricoperti mezzi dalla polvere, altri tutta la polvere che si mischia coll'uscito sangue convertirsi in rosso fango / vederai alcuni vincitori lasciare il combattere e uscire dalla moltitudine...).
Scrive Flavio Arensi nella presentazione in catalogo: “Da adulti gli «Uomini rossi» di Sassu si arruolano in battaglia, ci lasciano la ghirba, affrontano le proprie paure e i mostri che ne rendono le prove epiche, senza un tempo e un luogo d'azione preciso, poiché non vi è un tempo e uno spazio unico dove combattere la dittatura. (…) Sassu, in fondo, resta sempre un lottatore e un rivoluzionario che nasconde l'invito al cambiamento sotto la pelle dei suoi quadri, o meglio sarebbe dire che il suo monito rivoluzionario non si spegne mai, anzi, resiste come brace a scaldare l'ampia linguistica della sua arte. (…) Quello che importa alla fine è reagire, azzardare, che siano giovani, partigiani o dittatori la battaglia è prima di tutto una rivoluzione interiore e Sassu non ha mai smesso di essere questa rivoluzione.”
L'esposizione offre un percorso cronologico, partendo idealmente da un piccolo disegno futurista (Uomini che lottano, 1928) – anno in cui Sassu, appena sedicenne, partecipa alla Biennale di Venezia su invito di F.T. Marinetti – fino ad arrivare alla grande battaglia Sulle rive dello Scamandro, dipinta nel 1983.
Durante l'anno dedicato alle celebrazioni per il centenario della nascita di Aligi Sassu, verrà presentato al pubblico il Catalogo Generale della Pittura edito da Electa in due volumi, curato da Carlo Pirovano ed Antonello Negri.