Alik Cavaliere
La scultura, presa in se’, non esiste. La mostra mette in luce il momento creativo alla base di alcuni importanti progetti installativi come ‘Scene dall’Orlando furioso’, ‘I Processi’ e ‘Passato, Presente, Pian Cordova’ attraverso tele, taccuini illustrati, disegni e ‘bozzoli’, come l’artista chiamava i grovigli di cera e rami che avrebbe poi portato in fonderia per fare di essi delle sculture.
Comunicato stampa
Nella sua lunga carriera di scultore e di studioso, Alik Cavaliere (Roma 1926, Milano 1998) ha lavorato su progetti lunghi e articolati, racconti e narrazioni sempre ispirati dalla letteratura, anche filosofica, e dal teatro. In parallelo al fatto scultoreo, è sempre esistito, per l'artista, un mondo sommerso di studio e lavorio che dava origine all'opera. "La scultura presa in sé non esiste" - scriveva appunto Cavaliere in uno dei numerosi taccuini in cui annotava costantemente i suoi pensieri - poiché è sempre il risultato di un processo creativo.
La mostra ospitata da Brown Project Space, mette in luce proprio il momento creativo alla base di alcuni importanti progetti installativi come "Scene dall'Orlando furioso", "I Processi" e "Passato, Presente, Pian Cordova" attraverso tele, taccuini illustrati, disegni e "bozzoli", come Cavaliere chiamava i grovigli di cera e rami che avrebbe poi portato in fonderia per fare di essi delle sculture. Le opere, provenienti dall'ultimo studio di Cavaliere, ora Centro Artistico aperto al pubblico, e da collezioni private, riguardano: il ciclo dedicato all'*Orlando Furioso* di Ariosto, in cui tre grandi pannelli dipinti ad acquerello restituiscono l'idea di un mondo narrativo intricatissimo e fiabesco, i disegni relativi all'installazione *I Processi*, opera ispirata al testo di Shakespeare ed esposta alla Biennale di Venezia del 1972, una sorta di scena teatrale bloccata dedicata alla visione del potere ottuso che limita l'uomo, e i pannelli del progetto *Passato, Presente, Pian Cordova*, l'ultimo work in progress dello scultore, una summa del suo personale pensiero sull'arte e la creazione. Poi, nella sala retrostante dello spazio espositivo, si apre la parte più "segreta", i disegni, i taccuini relativi ai progetti, i bozzoli e piccoli bozzetti che sarebbero diventati sculture.