Alik Cavaliere – Metamorfosi

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PECCOLO
Piazza Della Repubblica 12, Livorno, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10-13/16-29 festivi e lunedì chiuso

Vernissage
06/04/2013

ore 18

Artisti
Alik Cavaliere
Curatori
Flaminio Gualdoni
Generi
arte contemporanea, personale

“Metamorfosi” lavori su carta 1959-1961. Una serie di opere su carta rimaste ancora inedite dello scultore Alik Cavaliere da lui realizzate tra il 1959 e 1962. Anni in cui in Italia si affermavano l’informale e il realismo esistenziale.

Comunicato stampa

ALIK CAVALIERE (Roma 1926 - Milano 1998)

Ha studiato a Milano presso l'Accademia di Brera sotto Manzù, Funi e Marino Marini. Per oltre trenta anni ha svolto la sua attuività didattica all' Accademia di Brera succedendo a Marino Marini nella cattedra di Scultura.

Subito dopo i suoi esordi Alik Cavaliere ha sviluppato il proprio lavoro verso esiti espressionisti e visionari, catterizzati da una modellazione molto scabra nella scultura e fortemente espressiva nel disegno e sulla carta. Nascono così tra il 1959 e il 1963 tutta una serie di lavori chiamati Giochi proibiti e in seguito Metamorfosi, che esporrà poi alla Biennale di Venezia del 1964. Una imponente serie di opere realizzata in scultura o su carta il cui soggetto era improntato su l'incontro/scontro tra l'essere umano e la natura: una natura sia vegetale che animale da lui vista come terreno ostile, bestiale. In piena epoca esistenzialista la sua ricerca diventava una metafora della difficile relazione tra l'esistenza umana e i fenomeni naturali ma anche tra gli istinti primitivi e il pensiero razionale, tra la ragione e la violenza. Un tema che rimarrà centrale in tutta la sua ricerca artistica anche futura.

In questa mostra a Livorno sono esposte alcune tecniche miste su carte di grande formato appartenenti proprio al ciclo delle "Metamorfosi". Un ciclo di opere rimaste ancora inedite e riordinate oggi in occasione della mostra grazie alla collaborazione del Centro Artistico Alik Cavaliere di Milano.

Nel catalogo che accompagna la mostra introduzione di Flaminio Gualdoni.