ALMA Arte LIbera Musei Aperti – Enrico Baj

Informazioni Evento

Luogo
CASA DI RECLUSIONE DI OPERA
Via Camporgnago 4020141 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/03/2023

ore 17 su invito

Artisti
Enrico Baj
Generi
arte moderna

Le opere di Enrico Baj coinvolgeranno la popolazione carceraria e i visitatori nella seconda tappa di ALMA – Arte LIbera Musei Aperti, il grande progetto dell’Associazione Culturale Corte Sconta e di Fondazione di Comunità che porta l’arte nei luoghi dell’isolamento e del disagio. Una grande iniziativa per la cultura e la società di Milano.

Comunicato stampa

Lo scopo del progetto di Corte Sconta, realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano è rendere accessibili le opere d’arte, dopo i limiti imposti dalla pandemia e da altre costrizioni, ma anche avvicinare all’interesse artistico individui esclusi da eventi pubblici per motivazioni sanitarie, fisico-psichiche o penali rendendoli partecipi dell'arte come via per la Libertà.

ALMA, è un progetto che da un lato vuole rivalutare luoghi costretti ai margini della vita sociale, dall'altro riportare alla vita pubblica importanti e significative opere, altrimenti riservate a pochi o custodite privatamente.
Riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, accessibilità e sostenibilità sociale, sono le parole chiave che guidano il progetto per creare la consuetudine alla diffusione dell’arte e all’avvicinamento ai pubblici fragili.

La casa di reclusione di Opera, l'RSA Golgi Redaelli, l'Associazione Olinda presso l'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, vedranno, nelle parole del portavoce del progetto Andrea Vento, "l'esposizione e la condivisione partecipata di opere d'arte provenienti da collezioni private, tutte espressione e veicolo di declinazione del concetto di LIBERTA', così importante da recuperare e rivivere".

L'iniziativa si concluderà in autunno, con la riunione di tutte le opere esposte alla Fabbrica del Vapore, presso la sede di Corte Sconta, per raccogliere i risultati del progetto.

Libertà e immaginazione, libertà e memoria, libertà e comunicazione, libertà e viaggio i temi espressi e affrontati.
A seguito di ogni evento si terrà un Talk in presenza o digitale animato da personalità dell'arte, della cultura e dell'iniziativa sociale. Ogni opera verrà digitalizzata e monitorata con le più avanzate tecniche oggi a disposizione.
Il Progetto gode del patrocinio di ICAMT International Committee for Architecture and Museum Techniques -ICOM International Council of Museum.

La seconda tappa del progetto avverrà alla Casa di Reclusione di Opera a Milano dove si presenteranno due opere di Enrico Baj Progne abbandonata da Tereo si converte al culto Visnù (1989, acrilici e collage su tela, 162x130cm) e Metamorfosi (1988, acrilici e collage su tela, 200x150cm).

Nelle parole di Maddalena d’Alfonso ideatrice del progetto, “Baj in tutto il suo percorso indaga i temi dell’immaginazione e della libertà. È un artista poliedrico che ha messo in discussione se stesso ripetutamente proprio per riemergere con nuove forme visionarie. Investigando con ironia e intelligenza la società e l’estetica del suo tempo ne ha mostrato aspetti di fragilità e conformismo. Le due opere esposte fanno parte del suo periodo maturo quello in cui consapevolmente investigava l’immaginario kitsch riferendosi alla classicità e alla mitologia, non solo greca ma anche la più antica indoeuropea che accomuna popoli lontani in un unico scenario ancora magico, nativo di una comunità capace di sognare il proprio mondo.”

Roberta Cerini Baj, moglie di Enrico Baj, prestatrice delle opere cita l’artista “L’arte nasce dall’immaginario, ovvero da quella zona del sistema nervoso che produce immagini, fantasia, sogni, rappresentazioni irrazionali, cioè indipendenti dalla percezione del reale. La facoltà immaginativa alberga nel bambino come nel vecchio. Nel bambino che apre gli occhi alla luce di un mondo sconosciuto; nell’anziano che tempera le sue delusioni con l’esperienza di una lunga vita. Buttar fuori il proprio immaginario, tradurlo in opere, oggetti, descrizioni e intuizioni: sono tutte operazioni benefiche sia per lo spirito di chi le compie, sia per le sollecitazioni che ne riceve il fruitore, ovvero lo spettatore.’
Alma presenta alcune caratteristiche che riecheggiano il suo pensiero e per questo ritengo fosse importante presentare opere del suo ciclo più immaginifico, Mitologia del Kitsch.”

Il progetto di Opera

La mostra delle opere è realizzata in due importanti luoghi per la vita dell’istituto: la sala d’attesa dei colloqui, all’interno della quale si incontrano le famiglie e i figli della popolazione detenuta, e la Galleria delle Opportunità dove lavorano e transitano gli operatori e gli addetti e quelle persone che, seppur detenuti, hanno la possibilità di spostarsi più liberamente negli spazi dell’istituto.

L’allestimento ha previsto la realizzazione e la posa di due vetrine speciali a protezione delle opere,
concesse dall'Associazione Corte Sconta e progettate da Maddalena d’Alfonso (Md’A Design Agency) con la Goppion S.p.a. L’azienda, specializzata nella realizzazione di vetrine museali ad alta tecnologia, è sponsor dell’iniziativa: ha deciso di donarle all’Associazione Corte Sconta per progetti di inclusione sociale e volti alla divulgazione artistica e culturale verso le persone emarginate o escluse dai circuiti di pubblica fruizione.

Le vetrine sono pensate come agili tavoli verticali su cui vengono poggiate le opere: costruiti in due soli pezzi metallici con uno sfondo e un vetro di protezione. Si tratta di due oggetti autoportanti del tutto indipendenti e liberi essere movimentati nello spazio con i requisiti e la manifattura delle migliori realizzazioni museografiche, comprensivi inoltre dei necessari apparati informativi e didascalici.

Aperto nel 1987, l'istituto di Milano Opera ospita oggi circa 1.300 detenuti prevalentemente definitivi con pene residue superiori ai cinque anni - Le camere, originariamente singole, ospitano tutte un massimo di 2 persone - Si è sempre caratterizzato per la pluralità dei circuiti penitenziari con forte presenza di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata e di soggetti affetti da patologie - Infatti, l'esistenza del padiglione SAI (Servizio Assistenza Intensificata) e la presenza di importanti realtà ospedaliere in città hanno di fatto per anni fortemente condizionato le assegnazioni di soggetti affetti da patologie provenienti dall'intero territorio nazionale - Nell'ambito del nuovo circuito regionale, l'istituto si propone come casa di reclusione all'interno della quale è attivo un reparto a trattamento avanzato con forte caratterizzazione delle attività trattamentali quali le attività scolastiche, lavorative, di formazione professionale, culturali, artistiche e sportive.

Particolare attenzione è assicurata ai temi della famiglia e della genitorialità. Recentemente, in collaborazione con il privato sociale, sono state realizzati uno spazio di accoglienza per i bambini che entrano in istituto per i colloqui con i genitori, due sale ludoteca ed un'ampia area verde per i colloqui all'aperto - Mensilmente, sono organizzati, in giornate festive, dei momenti di incontro strutturati tra i detenuti ed i nuclei familiari . È in fase di realizzazione un nuovo padiglione per altri 400 posti letto ed un complessivo ampliamento degli spazi destinati alle attività.

Sull'artista, Enrico Baj

‘Il grande merito di Enrico Baj è stato quello d’aver compreso molto presto – sin dai suoi primi esperimenti “nucleari”, sin dai leggendari disegni per il De rerum Natura, sin dai primi Genreali e dalle prime Dame – che le sue invenzioni avevano il compito e il diritto di competere con gli aspetti più discutibili dell’epoca, creando in questo modo, un’opera che ormai ha saputo sostenere la prova del tempo. Un’opera che ha mantenuto quella freschezza dell’improvvisazione che aveva ai suoi inizi. Se questo odierno documento di una Mitologia del Kitsch sarà destinato a superare come probabile la soglia del millennio – porterà con sè alle generazioni future, un monito e insieme uno spunto di divertissement e di autoironia che sarà già di per sé una prova convincente del fatto che non tutti gli artisti del nostro secolo si sono reputati testimoni del “vero” e del “bello”; e che proprio quell’artista che, meglio e prima di tanti altri, ha saputo trastullarsi con i problemi legati ai Peccati del Gusto e ai Trionfi del Kitsch è stato più vicino alla realtà del suo tempo di tutti coloro che sono rimasti succubi delle Mode e dei Modi, in un’età dove il Kitsch, molto spesso ha trionfato sull’arte’

Così parlava del ciclo da cui sono tratte le due opere la Mitologia del Kitsch di Enrico Baj il grande Critico d’arte Gillo Dorfles (1910-2018).

Enrico Baj
Enrico Baj (1924-2003), nasce a Milano, frequenta l’Accademia di Brera e contemporaneamente consegue la laurea in legge.
Nel 1951 fonda con Sergio Dangelo il Movimento Arte Nucleare e partecipa ai movimenti d’avanguardia italiani e internazionali con mostre, pubblicazioni e manifesti, collaborando con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Arman, Yves Klein, il gruppo Phases, Asger Jorn e gli artisti del gruppo CoBrA.

A partire dagli anni Cinquanta è presente sulla scena internazionale e in particolare espone regolarmente a Parigi.
Le mostre più significative dell’ultimo decennio della vita dell’artista hanno avuto luogo alla Pinacoteca Casa Rusca a Locarno (1993), alll’Institut Mathildenhöhe a Darmstadt (1995), al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (1998), al Musée de Chartres (2000), al Palazzo delle Esposizioni a Roma (2001).
Nel 2003-2004 al Castello di Masnago, Varese si è tenuta una mostra concernente le connessioni tra arte e poesia nell’opera di Baj; a Milano a cura della Provincia una grande retrospettiva che si è svolta in spazi diversi in una sorta di itinerario attraverso i momenti salienti della sua carriera.
Nella primavera 2004 si apre a Pontedera “Cantiere Baj”, una serie di manifestazioni che si concludono con la realizzazione nel dicembre del 2006 di un grande mosaico lungo cento metri sul muro che corre lungo la ferrovia a Pontedera. Il progetto per il Muro di Pontedera, costituito da dieci cartoni con collage di elementi di meccano, è l’ultima opera dell’artista, portata a termine pochi giorni prima della morte.
Nel maggio 2007 la Friedrich Petzel Gallery di New York presenta una selezione di opere di Baj dalla fine degli anni Cinquanta al 2002.
Nel 2008 due mostre monografiche: da gennaio a marzo alla Fondazione Marconi di Milano Baj, Dame e Generali ripropone il tema più “classico” dell’artista; da marzo a maggio Baj, Apocalisse, nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta presenta la più grande installazione realizzata da Baj nel 1978 e arricchita di aggiunte fino al 2000. Nel maggio del 2009 a Milano, la Fondazione Marconi allestisce la mostra Baj, mobili animati, che prende il titolo dalla bella monografia che Germano Celant ha dedicato a questo ciclo di opere degli anni Sessanta.
Nell’estate del 2010 la mostra Baj, dalla materia alla figura al Castello Pasquini di Castiglioncello evidenzia come nel lavoro dell’artista la figura si manifesti con forme e tecniche in continua evoluzione.
Nel 2012 nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale a Milano viene esposto I funerali dell’anarchico Pinelli, realizzato da Baj nel 1972 per quello spazio: allora la mostra non fu aperta al pubblico perché il 17 maggio 1972, giorno dell’inaugurazione, fu ucciso il commissario Calabresi. Finalmente dopo quarant’anni la grande opera è tornata nella sala per cui era stata concepita.
Nel 2013 a dieci anni dalla morte, Baj è ricordato con tre mostre: in giugno Ububaj, I teli di Ubu, al Camec di La Spezia, in settembre a Milano Enrico Baj, Segni e disegni, alla Fondazione Marconi, e Enrico Baj, Bambini, ultracorpi & altre storie, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. È presente con le Dame degli anni Sessanta alla Biennale di Venezia, nella sezione del Palazzo Enciclopedico curata da Cindy Sherman.
Nel 2015 a Palazzo Gavotti a Savona la mostra Baj, figure dell’immaginario documenta la continua ricerca da parte dell’artista di una sempre rinnovata figurazione.
Nel novembre 2015 la galleria Luxembourg & Dayan di New York presenta una personale di Baj incentrata sulla produzione degli anni Sessanta, e contemporaneamente la Galleria Giò Marconi a Milano ripropone il ciclo delle Plastiche (1967-1969).
Nell’estate del 2016 al Museo Archeologico di Aosta la mostra Baj, l’invasione degli ultracorpi illustra l’evoluzione della figura emblematica dell’ultracorpo dagli anni cinquanta agli anni ottanta.
Nel 2017 la personale Baj, play as protest al Cobra Museum di Amstelveen ripropone la tematica dell’ironia e del gioco come strumenti di critica sociale.
Nel 2018 a Milano alla Fondazione Marconi la mostra Enrico Baj, l’arte è libertà si ispira alle parole dell’artista “La pittura è una via – una via che ho scelto – verso la libertà. È una pratica di libertà”, che riassumono il pensiero che lo ha sempre animato.
Nel 2018 e nel 2019 è presente in molte importanti mostre collettive, soprattutto all’estero.
Il 2020 si apre con la mostra ENRICO BAJ DAME IDRAULICHE, Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino.
Nel 2021 è presente alla mostra Painting is back, Gallerie d’Italia, Milano, con opere di grande formato.

L’organizzazione e il coordinamento delle 5 tappe del Progetto Alma e dei Talk sono a cura di Laura Maesano per InnovaMI.

La mostra è stata prodotta dall’Associazione Corte Sconta e co-prodotta da Md’A Design Acency di Maddalena d’Alfonso con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.

Le opere resteranno in sede Casa di Reclusione Milano Opera fino al 21 Aprile.

Si ringraziano:

ICOM-ICAMT – International Committee of Architecture and Museum Techniques dell’Interational Council of Museum
Casa di Reclusione di Opera
Cav. Alessandro Goppion – Goppion S.p.A.
Massimo Ciaccio – BIG
InnovaMI – Laura Maesano
Maurizio e Danilo Rea e Aerariumchain
MPA – Milano
Vento&Associati

Un progetto di Associazione Corte Sconta con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.

Fondazione di Comunità Milano (fondazionecomunitamilano.org) sostiene e promuove interventi di utilità sociale per rispondere ai bisogni di oltre 2 milioni di cittadine e cittadini di Milano e di 56 Comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est, Adda Martesana della Città Metropolitana. Nata nel 2018, contribuisce allo sviluppo del territorio a partire dall’ascolto e dal dialogo con istituzioni, organizzazioni del Terzo Settore, associazioni e cittadinanza. Fondazione di Comunità Milano fa parte del network di 16 Fondazioni territoriali, che operano in tutte le province della Lombardia e nelle province di Novara e Verbania-Cusio-Ossola, costituite da Fondazione Cariplo.