Almost Real. From Trace to Simulation

Dalla relazione tra videogiochi e fotografia al ruolo della memoria nei musei, fino al confine tra intelligenza artificiale e coscienza, la mostra mette in discussione il concetto stesso di autenticità e verità, immaginando anche le implicazioni future delle immagini AI-generated.
Comunicato stampa
Il tema del festival invita a esplorare realtà e contenuti nascosti sotto la superficie delle immagini, non solo quelle catturate dagli obiettivi degli artisti, ma anche quelle generate, trasformate, ritoccate, attraverso tecnologie sempre più avanzate e interconnesse tra loro. E proprio in questo solco si muove la mostra collettiva, che aprirà il 16 aprile al Binario 2 delle OGR Torino, dal titolo Almost Real. From Trace to Simulation, curata da Samuele Piazza, Senior Curator delle OGR Torino, e Salvatore Vitale, uno dei direttori artistici del festival, con protagonisti gli scatti e le opere di Lawrence Lek, Nora Al-Badri e Alan Butler. Dalla relazione tra videogiochi e fotografia al ruolo della memoria nei musei, fino al confine tra intelligenza artificiale e coscienza, la mostra mette in discussione il concetto stesso di autenticità e verità, immaginando anche le implicazioni future delle immagini AI-generated.
Alan Butler si muove tra virtuale e analogico con la serie Virtual Botany Cyanotypes. Prendendo spunto dal mondo dei videogiochi, trasforma piante digitali in stampe fotografiche realizzate con la
tecnica della cianotipia, un antico processo dell’800. Il risultato è un dialogo tra pixel e materia, tra il virtuale che tenta di farsi reale e il reale che si lascia contaminare dal digitale.
Nora Al-Badri lavora sul confine tra archeologia e intelligenza artificiale. Con The Post-Truth Museum e Babylonian Vision addestra un’AI su migliaia di immagini di manufatti mesopotamici, generando nuovi oggetti che non appartengono né al passato né al presente. Il suo lavoro solleva domande su chi ha il potere di conservare la memoria storica e su come la tecnologia possa riscrivere le narrazioni culturali e postcoloniali.
Lawrence Lek porta l’AI al centro della scena con Empty Rider, un film ambientato in un futuro distopico in cui un’auto a guida autonoma senziente viene processata per il tentato omicidio del suo creatore. Il video esplora il confine tra intelligenza e coscienza artificiale, ponendo domande sul ruolo etico della tecnologia e su quanto le macchine possano essere responsabili delle proprie azioni.