Alterazioni Video – Incompiuto: la nascita di uno stile
La rassegna, curata da Christiane Rekade, direttrice artistica di MERANO ARTE, dal titolo Incompiuto: la nascita di uno stile, racconterà questa indagine che nell’ultimo decennio ha documentato e mappato oltre 750 costruzioni sparse su tutto il territorio italiano.
Comunicato stampa
Incompiuto è il più importante stile architettonico in Italia dal secondo dopoguerra a oggi.
Una rivoluzione dello sguardo che cambia da negativa a positiva la percezione delle opere pubbliche incompiute.
Alterazioni Video, “Incompiuto: la nascita di uno stile”
Dal 29 giugno al 22 settembre 2019, gli spazi di KUNST MERAN MERANO ARTE accolgono la mostra di Alterazioni Video, collettivo artistico fondato a Milano nel 2004 da Paololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masu e Giacomo Porfiri, che da oltre dieci anni conduce una ricerca sul fenomeno delle opere pubbliche incompiute in Italia.
La rassegna, curata da Christiane Rekade, direttrice artistica di MERANO ARTE, dal titolo Incompiuto: la nascita di uno stile, racconterà questa indagine che nell’ultimo decennio ha documentato e mappato oltre 750 costruzioni sparse su tutto il territorio italiano, opere che non sono mai state portate a termine e che per questo non hanno avuto nessuna funzione, diventando così monumenti di qualcosa che non è mai esistito.
Per Alterazioni Video, le opere incompiute assurgono a rovine del contemporaneo e a perfetto paradigma interpretativo per comprendere la storia recente del nostro paese.
Viadotti, ospedali, carceri, edilizia residenziale, teatri, chiese, piscine, biblioteche sono solo alcune delle tipologie architettoniche incompiute sparse su tutto il territorio, mappate e classificate analiticamente, riportandone non solo le collocazioni geografiche ma anche il livello di incompiutezza, l’anno di inizio della costruzione, le coordinate, le dimensioni e dando così visibilità a un fenomeno sommerso che di fatto ha completamente ridefinito l’aspetto del paesaggio italiano dal secondo dopoguerra.
Nato come progetto di mappatura digitale, nel corso degli anni Incompiuto si è sviluppato attraverso stampe, video, installazioni, definendo uno stile interdisciplinare che va oltre all’architettura. È il caso ad esempio della recente declinazione nell’ambito della moda, con la collaborazione con Virgil Abloh, direttore artistico di Louis Vuitton e Fondatore del Label Off White. Lo stilista si è infatti ispirato al progetto per la collezione uomo Off-WhiteTM 2019, e ha collaborato con Alterazioni Video nel creare la scenografia per la sfilata al Louvre e una campagna pubblicitaria.
Il percorso espositivo racconterà l’incompiuto, ovvero il suo affermarsi come vero e proprio stile e le differenti diramazioni che ha assunto, spaziando dai primi lavori legati a questo progetto, come il grande collage Astronave madre (2008), realizzato a partire da sezioni e prospetti di opere incompiute a Giarre (CT) o il video Intervallo (2009), ironicamente costruito rifacendosi al modello dell’omonima trasmissione RAI in cui venivano usati scorci paesaggistici e monumenti italiani come “riempitivo” nei momenti vuoti del palinsesto, fino a opere recenti tra cui sculture in cemento armato, il video Invitation for a dream (2018), che vede dialogare sull’incompiuto il filosofo francese Marc Augé e il curatore americano Robert Storr, fotografie del Lookbook di Off White, oltre a lavori inediti appositamente realizzate per questa occasione.
Nell’ambito della mostra sarà organizzata anche una proiezione all’aperto del TurboFilm (termine scelto dallo stesso collettivo per indicare un nuovo genere di film che ha origini nell’arte, nel cinema sperimentale e nelle manipolazioni dei video generati dagli utenti della rete), dal titolo Per troppo amore, una soap-opera psichedelica ambientata nel Parco Archeologico dell'Incompiuto Siciliano in cui Marc Augé, interpreta un’entità aliena.
In contemporanea, dal 29 giugno al 22 settembre 2019, MERANO ARTE ospita la personale dell’artista Özlem Altin (Goch, Germania, 1977).
Altin rielabora materiali della propria vastissima collezione di testi e immagini, presi da fonti disparate e su cui interviene attraverso il disegno e la fotografia.
L'artista trascorrerà un periodo a Merano, durante il quale cercherà e raccoglierà nuovi materiali, che saranno poi proposti nella rassegna meranese.
Per le sue mostre, Altin crea una sorta di collage in stretta relazione con lo spazio, definendo nuove sequenze di immagini e nuove narrazioni. Spesso combina questi materiali provenienti dal suo archivio con opere realizzate da altri artisti, di collezioni museali o di altri archivi, senza seguire un ordine lineare o cronologie ma basandosi piuttosto su relazioni e associazioni intuitive che si ripetono e si sviluppano progressivamente