Altro da cose – Claudia Losi
Nuova installazione e presentazione del catalogo del work in progress realizzato da Claudia Losi ai Musei Civici a partire dalle “cose” consegnate dal pubblico in occasione del festival filosofia 2012.
Comunicato stampa
Con il work in progress realizzato da Claudia Losi in occasione del festivalfilosofia dedicato alle “Cose” i Musei Civici intendono offrire uno spunto di riflessione sulla vita degli oggetti e in particolare sui significati che questi assumono una volta astratti dal contesto materiale reale e inseriti all’interno di un museo. Riallacciandosi alle radici civiche del museo che cresce e si plasma come luogo della memoria collettiva, accogliendo oggetti raccolti ad opera e per volontà della comunità, il lavoro di Claudia Losi ha preso le mosse dall’invito rivolto al pubblico a consegnare alle cure dell'artista un oggetto significativo per il proprio vissuto, assieme al ricordo personale che ad esso si accompagna e che contribuisce a definirne il contenuto semantico, le sue qualità sensibili, cariche di storia e di significati affettivi che vanno al di là del suo semplice valore d’uso. Durante i tre giorni del Festival Claudia Losi, aiutata da un gruppo di allievi di due istituti superiori modenesi, ha preso in consegna le cose portate dal pubblico e le ha man mano avvolte con un filo nero fino a farle scomparire all’interno di quindici sfere di diverse dimensioni. Così facendo l’artista si è resa artefice di una metamorfosi che, attraverso l’assemblaggio in una forma nuova, ha dissociato le cose donate dall'aura affettiva di chi le ha possedute, trasformandole in “altro da cosa”. Secondo un processo analogo le “cose” riunite in un museo, diventando elementi di una collezione, si trasfigurano e diventano portatrici di un significato nuovo derivante dalla relazione reciproca che esse instaurano all’interno del luogo che le ospita. L’atto creativo dell’artista che avvolge le cose col filo costituisce un rimando esplicito all’etimo colligere (legare insieme) da cui deriva appunto il termine “collezione”. Le sfere di Claudia Losi “riempite” di cose, così come le collezioni di un museo, rappresentano quello che Krzysztof Pomian definisce “un mondo dentro un mondo”, fatto di cose sospese tra il visibile e l’invisibile, perché dotate della. capacità di oltrepassare l'ambito dell’esperienza sensibile immediata e di rimandare a significati intangibili. L’intervento dell’artista è anche e soprattutto un invito a riflettere su come il significato delle cose si modifichi col variare delle persone che di esse fanno esperienza, fluttuando costantemente in relazione al fluire degli “incontri” tra l’oggetto e gli umani. Nel work in progress partecipanti, esecutori e fruitori del processo artistico vengono chiamati a vario titolo a interagire fra loro in un’azione corale imperniata sull’incontro e la scoperta dell’altro. Porre l’accento sulla relazione fra il pubblico e l’artista significa in ultima analisi rimarcare con forza quella che sempre più si va configurando oggi come vocazione prioritaria per un museo: accogliere oggetti “portatori di storie” per costruire narrazioni in dialogo. Questo catalogo, curato da Cristina Stefani, ci restituisce quindi la fotografia di un’opera collettiva, di cui è autore e protagonista innanzitutto il pubblico, che ha colto lo spirito dell’iniziativa accettando di donare al museo frammenti della propria esistenza.