Alvaro Monnini – Tensioni liriche
Fu nell’irrequieta pattuglia degli astrattisti fiorentini che, in un arco cronologico contratto, eppure ricco di sussulti, connotato da una cronaca sincopata e a tratti infuocata, si colloca il primo tempo della vita creativa di Alvaro Monnini.
Comunicato stampa
Il passaggio della Seconda guerra mondiale lasciò a Firenze un’eredità incandescente. Le vicende belliche resero possibile una guerra civile combattuta senza esclusione di colpi, con uno strascico di lutti che la letteratura storica ancora oggi pena a contestualizzare. Fu nell’irrequieta pattuglia degli astrattisti fiorentini che, in un arco cronologico contratto, eppure ricco di sussulti, connotato da una cronaca sincopata e a tratti infuocata, si colloca il primo tempo della vita creativa di Alvaro Monnini.
All’interno di questo raggruppamento egli si guadagnò il soprannome di “lirico”. La sua pittura è fresca, guidata dal ritmo, sospinta da un’energia vitale alla quale il segno riesce a dare forma e svettante capacità persuasiva.
Composizione, 1948, con il quale si apre mostra e catalogo, è un esempio loquace del suo stile. Le linee s’incontrano e si compenetrano, con un piglio che si direbbe in contatto con un dinamismo di conio futurista. La realtà si ricompone con un’imprevedibilità che non nega la scienza, ma la conduce nell’ambito delle risorse di cui l’artista dispone. Per chi dovesse vederle per la prima volta, le opere di Monnini saranno in grado di parlare la lingua dell’onestà e della purezza.