Alvaro Urbano – I
Treti Galaxie presenta, grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, “I”, una mostra personale di Alvaro Urbano allestita nei suggestivi e misteriosi spazi della Mole Antonelliana.
Comunicato stampa
Treti Galaxie presenta, grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, “I”, una mostra personale di Alvaro Urbano allestita nei suggestivi e misteriosi spazi della Mole Antonelliana.
In questo progetto l’idea di “mostra personale”, ossia un’esposizione di lavori realizzata per il pubblico da un unico artista, viene completamente ribaltata: si tratterà infatti di una mostra destinata, per la fruizione, a un solo spettatore. Una scelta provocatoria e intima al contempo, in linea con l’approccio curatoriale di Treti Galaxie, che sovente si interroga sul rapporto che intercorre tra l’arte contemporanea e il suo pubblico.
Il titolo “I” (“io”), oltre a far riferimento all'1 del sistema di numerazione romano e alla prima persona singolare, e quindi al particolare meccanismo di fruizione del progetto, è anche l’ultima lettera del crittogramma, scritto con un alfabeto di antiche rune islandesi, trovato dal Professor Otto Lidenbrock, il personaggio principale del romanzo “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne. Nel racconto il messaggio, una volta decifrato, contiene le indicazioni per raggiungere il centro del pianeta.
Attorno a questo crittogramma l’artista ha costruito un progetto di vasta portata dal titolo "My Boy, with Such Boots we may Hope to Travel Far”, che consiste nel trasformare le lettere del messaggio in gruppi scultorei distribuiti in vari luoghi del mondo e realizzati con materiali caratteristici delle zone in cui vengono installati.
La fase d’esordio del progetto ha visto la realizzazione delle prime 15 lettere del messaggio, disposte in maniera permanente tra Merano e Tirolo.
In “I” l’ambizioso progetto di Urbano viene riunito per intero negli spazi della Mole Antonelliana. La mostra è da intendersi come una sorta di rito che propizia la trasformazione di un’idea in opera d’arte - una particolare opera che, per essere fruita in maniera completa, necessiterà di un lungo viaggio attorno al mondo.
Lo spettatore, durante il percorso d’ascesa dalla base alla guglia della Mole, passando per gli stretti spazi della parte interna della cupola, si relazionerà con l’intero crittogramma, presentato sotto forme diverse quali suono, disegno e installazione. Attraverso la sua esperienza soggettiva, lo spettatore ricostruirà mentalmente le varie parti del progetto, e farà da tramite ideale per la trasformazione di "My Boy, with Such Boots we may Hope to Travel Far" in un segnale che, attraverso la particolare architettura a forma di antenna della Mole, verrà “trasmesso” e diffuso nel mondo.
Con lo svilupparsi nel tempo di "My Boy, with Such Boots we may Hope to Travel Far", le sculture, disposte in vari luoghi del pianeta, diventeranno la concretizzazione di questo segnale.
L’evento è a numero chiuso e prevede la partecipazione di massimo 40 persone: l'unico fruitore della mostra verrà individuato attraverso la distribuzione di tavolette di cioccolato, una delle quali conterrà le indicazioni per accedervi.
Per prenotarsi è necessario inviare una richiesta di partecipazione all’indirizzo [email protected] il giorno 27/10/2016 dalle ore 8:00 alle ore 20:00 con oggetto “SOLO SHOW”.
Per tutti i dettagli consultare la sezione NEWS del sito tretigalaxie.com e la pagina Facebook di Treti Galaxie.
Le tavolette di cioccolato sono state gentilmente fornite dall’antica cioccolateria A.Giordano.
Alvaro Urbano (Madrid, 1983, vive e lavora a Berlino) sonda i confini tra architettura, fiction e utopia impiegando diversi media, tra cui video, performance, installazioni site specific e scultura.
Nella sua ricerca Urbano concepisce l’architettura come la traduzione di un pensiero in struttura concreta, una struttura che viene costruita allo scopo di influenzare la vita e la percezione dello spazio delle persone che ospita.
L’artista, attingendo a forme di pensiero apparentemente lontane da quelle che permettono la costruzione di ambienti artificiali, quali il racconto, l’attività onirica e il pensiero utopico, lavora per riportare questi elementi all’architettura, nel tentativo di scardinarne i paradigmi e le funzioni originarie.
Mostre personali: Dead Men Tell no Tales, Kölnischer Kunstverein, Cologne (2016); More than Real, Bundeskunsthalle Bonn (2015); The Ghost and the Host, Pavillon Social Kunstverein, Lucca (2014); Utopias are for Birds, Chert Gallery, Berlin (2012);
Mostre collettive: Moscow International Biennale for Young Art, Moscow (2016); Art and Nature: Walking with Senses. Merano (2016); SUPERSUPERSTUDIO. PAC. Padiglione d'Arte Contemporanea, Milan (2016); ALPINA HUUS, Schinkel Pavillon (2015); WLGTDWI, S.A.L.T.S Basel (2015); Trouble in Paradise, Bundeskunsthalle, Bonn (2015); Future Nows, Neue Nationalgalerie, Berlin (2014).
Nel 2014 Urbano ha ricevuto il Premio Villa Romana.