AMART – Mostra mercato dell’Associazione Antiquari Milanesi

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DELLA PERMANENTE
Via Filippo Turati 34, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da mercoledìd 9 a domenica 13 maggio, dalle 11.00 alle 21.00 (la biglietteria chiude alle ore 20.00)

Vernissage
08/05/2018

ore 17 su invito

Contatti
Telefono: +39 027750447
Email: antiquari@unione.milano.it
Sito web: http://www.amart-milano.it
Biglietti

Intero: €10,00; ridotto: €5,00 (fino a 26 anni e over 70; soci FAI); gratuito: Tesserati FIMA, Amici del Museo Bagatti Valsecchi, Amici del Poldi Pezzoli. Biglietti disponibili alle Librerie Mondadori e La Feltrinelli, e online su www.ticket.it/amart

Uffici stampa
CLP
Generi
arte antica

Più di 60 Antiquari e Mercanti d’Arte faranno rivivere le emozioni legate all’universo antiquario, nel segno della cultura del bello e dell’antico.

Comunicato stampa

Dal 9 al 13 maggio 2018, Milano è nuovamente protagonista sul palcoscenico internazionale dell’arte e della cultura, con la prima edizione di AMART, la mostra mercato promossa e organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi, in collaborazione con la Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza e con promo.Ter Unione e con il patrocinio del Comune di Milano.

Al Palazzo della Permanente, saranno 63 gli espositori, non solo milanesi, ma provenienti da tutte le parti d’Italia (unitamente a qualche estero), con l’obiettivo di presentare l’eccellenza della proposta antiquaria grazie alla selezione realizzata da una commissione scientifica coordinata da Domenico Piva, presidente dall’Associazione Antiquari Milanesi.

Le caratteristiche del palazzo che ospita l’esposizione hanno imposto il contenimento del numero degli espositori, ma ha nel contempo consentito di creare un’affascinante allestimento, appositamente studiato per valorizzare i capolavori in mostra.
L’intento è quello di rendere una fruizione particolarmente piacevole ai visitatori, con un percorso museale che propone dipinti, sculture, mobili, preziosi, argenti, tappeti e si spinge fino all’arte contemporanea, col fine di avvicinare al mondo dell’antiquariato un pubblico più giovane, i collezionisti del domani.

“AMART valorizzerà - afferma Domenico Piva anche a nome di tutto il Consiglio Direttivo dell’Associazione Milanese - la grandezza dell’arte, dei suoi artisti e dei suoi artigiani, depositari di storie e creazioni di immensa qualità, che meritano di essere conosciuti e apprezzati non solo dai collezionisti, ma da un pubblico più vasto e di ogni età.
AMART pone, dunque in primo piano il valore degli antiquari, divulgatori d’arte ed esploratori del bello, ma concorre e si impegna ad infondere la sicurezza e la fiducia nei compratori”.

AMART si presenta come un’edizione molto ricca di spunti per ogni tipologia di collezionisti. Tra le maggiori attrazioni si segnala Capriccio delle prigioni di San Marco (Cesare Lampronti, Roma), dipinto da Canaletto per il suo grande mecenate e agente Smith Consul Joseph e successivamente passato, con gran parte della sua collezione, a Re Giorgio III nel 1762; la Natura morta realizzata tra il 1610-1615 dalla pittrice milanese Fede Galizia (Salamon & C.); la Madonna con Bambino e Angeli (Altomani & Sons, Milano), una tempera su tavola di Liberale da Verona (1445 ca - 1530); Adorazione dei Magi (1490 circa) un disegno a pietra nera e tempera a colla, attribuita a un pittore mantegnesco veronese (Longari Arte, Milano).

La pittura sarà rappresentata con opere di eccezionale qualità, come la Natività di Niccolò di Lombarduccio, detto Niccolò Corso (Galleria Moretti, Londra), Natura morta di Panfilo e Carlo Francesco Nuvolone (Baratti Giorgio Antiquario, Milano), Giovane donna all’arcolaio (Una Parca) di Donato Creti, uno degli artisti più importanti del Settecento (Fondantico, Bologna), Paesaggio ideale con Venere e Adone di Andrea Appiani (Orsini Arte e Libri, Milano), Sposalizio di Santa Caterina di Giovanni Battista Piaggi (Antichità La Pieve, Sabbio Chiese - BS).

Allo stesso modo, ricca sarà la selezione di capolavori di pittura dell’800, dal Ritratto di Bernardo Agliati di Francesco Hayez (Società di Belle Arti, Viareggio), Interno con modella nuda di Angelo Guarino (Arcuti Fine Art, Roma). La grande proposta di Amart, consentirà ai visitatori di approfondire le varie stagioni e correnti dell’Ottocento italiano, attraverso i capolavori dei suoi più rinomati rappresentanti. Si va dal divisionismo di Angelo Morbelli, con Tempi andati del 1908 (Enrico Gallerie d’Arte, Milano), alla corrente dei Macchiaioli, qui rappresentata da Contadina a riposo di Silvestro Lega (Studio Paul Nicholls, Milano), alle ambientazioni Belle Époque dell’Italien de Paris Giovanni Boldini, con Due giovani donne al piano del 1911 (Bottegantica, Milano), alla pittura lombarda del bresciano Angelo Inganni, La colonna di San Martiniano al Verziere con effetto di neve (Galleria d’Arte Le Pleiadi, Milano) o di Domenico Induno, La lettera (Mainetti Galleria d’Arte, Milano).

Sono diversi gli espositori che apriranno una finestra sull’arte del Novecento e su quella contemporanea. Lo stand della Galleria Sperone (Sent, Svizzera) propone ad esempio Velocità + Rumore, un pastello su carta di Giacomo Balla del 1913; quello di Paolo Antonacci (Roma) ospita Cavallo e cavaliere. ‘Il Lambicco’, un olio su tela da 1952 di Marino Marini.
Addentrandosi all’interno della seconda metà del Novecento, ecco Segno-disegno, un disegno penna a sfera su cartone applicato su tela di Alighiero Boetti (Roberta e Basta, Milano), o l’acrilico su tela sagomata del maestro siciliano Turi Simeti (Galleria Gracis, Milano). Si giunge poi nella piena contemporaneità con l’opera di Marzio Tamer, Pittura generosa (Salamon Fine Art, Milano).

Anche la scultura è ben rappresentata ad Amart, con Altomani & Sons (Milano) che propone Flora un bronzo a patina bruna con tracce di lacca rossa dell’artista tardo rinascimentale Francesco da Sangallo; Alessandro Cesati (Milano) presenta Madonna col Bambino, un marmo dello scultore tardo manierista Orazio Mochi, cui si devono alcune delle statue presenti nel giardino di Boboli a Firenze. Di Antonio Gagini (1505-1574), Antichità all’Oratorio di Bologna porta all’attenzione del pubblico un altorilievo in marmo di Vergine annunciata e un angelo (Annunciazione), mentre Gallo Fine Art di Milano espone Busto ideale di Francesco Pozzi (1790-1844).
Di autori attivi nel Novecento, si possono ricordare Il Risveglio di Edoardo Rubino (Galleria Daniela Balzaretti, Milano) o Turbinio di Cavalli, Gruppo di cavalli di Costanzo Mongini (Galleria Le due Torri, Noceto - PR).

Tra gli arredi, spicca una coppia di piccoli mobili del grande ebanista milanese Giuseppe Maggiolini (Piva & C., Milano); un cassettone a ribalta con alzata, lastronato in noce, radica di noce, radica di tuja e intarsi in legni diversi, prodotto in Lombardia alla metà del XVIII secolo (Giglio Antichità, Milano); una ribalta a urna, in radica di noce, realizzata in Lombardia nel XVIII secolo (Ars Antiqua, Milano).

AMART accoglie inoltre una preziosa selezione di gioielli e oggetti di orologeria. Antichità G.N. di Milano propone una pendola firmata Gaston Jolly Fils à Paris, rappresentante il giuramento degli Orazi, mentre Wannenes Antiquariato di Milano, una pendola scheletrica a lira, in bronzo cesellato e dorato a mercurio, d’epoca Luigi XVI. Guido Pennisi (Milano) espone una tiara del XIX secolo a tema floreale in oro giallo, argento e diamanti dono della Regina Elena d’Italia; non vanno dimenticati gli orecchini in oro, corniola e smalti disegnati da Cipullo per Cartier (Antichità Sammarinese, Dogana San Marino), la spilla raffigurante serpenti in oro, argento, diamanti naturali e perla naturale rosa di 14,03 carati (Karma Pearls, Londra).

Tra le altre attrazioni che la mostra-mercato milanese è in grado di offrire al pubblico, Ghilli Antichità di Milano propone un lampadario in cristallo della metà del XIX secolo, a diciotto luci, con imponente struttura in ottone a sezione rettangolare e fusto centrale a balaustro, in cristallo di Bohemia lavorato a costoloni; Subert di Milano, una coppia di globi da tavolo di John e William Cary (Londra, 1798 e 1800); questi globi, il terracqueo e il celeste, poggiano sulle proprie basi originali ‘all’olandese’, con quattro colonne di sostegno di legno tornito; da segnalare, inoltre, il cofanetto nuziale del XV secolo, proveniente dalla Bottega dei Trionfi Romani di Ferrara, in legno decorato in pastiglia di riso con fondo dorato (Il mercante delle Venezie, Vicenza).

Amart esplora anche il settore dell’antiquariato che concerne il continente africano e quello asiatico. Denise e Beppa Berna, ad esempio, espongono Le maître des longs visages, una statua di antenato in legno della cultura hemba (Congo, XIX secolo); sempre dall’Africa, in particolre dal Gabon, proviene una figura di guardiano Kota del XIX secolo in legno, ottone, rame e ferro (Dalton Somarè, Milano).
Dal Giappone giungono un’armatura da Samurai dell’epoca Edo, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, (Dame e Cavalieri, Milano), e un Okimono in avorio raffigurante cacciatore Ainu del periodo Meiji, fine XIX sec., firmato Kwashi con Kakihan (Mastromauro arte giapponese, Milano).
Anche l’arte indiana è ben rappresentata con una figura antropomorfa forgiata in rame, della civiltà della Valle dell'Indo, datata tra il 1500 / 1300 a.C. (Ethnoarte, Milano), e con una collana di fine ‘800 in oro del Kerala (Oro, Incenso e Mirra, Milano).

AMART è certa di poter essere riconosciuta come punto di riferimento per il mercato antiquario e artistico italiano e internazionale, il fulcro attorno cui ruoteranno diverse realtà capaci di far riscoprire il valore e la bellezza dell’arte in tutte le sue espressioni.
AMART non è e non sarà solo una proposta espositiva, ma un importante momento culturale durante il quale saranno previste altre iniziative, come conferenze, incontri, approfondimenti, contaminazioni tra diverse forme d’arte, che coinvolgeranno alcune delle istituzioni più prestigiose della città.

In particolare, una sezione allestita all’interno del Palazzo della Permanente permetterà di ammirare, per la prima volta, una delle opere più preziose conservate al Museo Poldi Pezzoli di Milano. Si tratta del Tempietto di Mercurio (Meissen, 1750-1772 ca.), proveniente dalla donazione Zerilli Marimò, di recente acquisizione. È una composizione con un tempio in bronzo dorato, a cui s’intrecciano fiori di porcellana policroma. Ai lati, si trovano quattro vasetti dipinti con uccelli in rosso e, al centro, un grande gruppo rappresentante Mercurio con l’elmo alato e il caduceo nella mano sinistra. Completano l’opera quattro ninfe e una figura femminile seminuda dai capelli scuri, abbigliata con un grande drappo a fiori indiani policromi, in piedi sopra un globo alato di colore blu. L’intera composizione unisce due gruppi di Meissen che probabilmente hanno una relazione iconografica con i due ordinativi per la casa reale russa avvenuti nel 1744 e nel 1774.

Per tutta la durata della mostra, Amart propone una serie di conferenze, tenute da esperti del settore e da storici dell’arte, che approfondiscono alcuni argomenti relativi al mondo dell’antiquariato, come la pittura dell’800 (Elisabetta Staudacher), il Tempietto di Mercurio (Umberto Podestà) e una tavola rotonda sul collezionismo, coinvolgendo studiosi, appassionati e il FAI.