Ambrogio Pozzi – Tra arte e design
L’esposizione Ambrogio Pozzi tra arte e design nasce dall’esigenza di rendere omaggio a una delle personalità di spicco del varesotto, designer di prestigio, il cui talento fu riconosciuto in tutto il mondo. Per l’occasione saranno esposte ceramiche artistiche, pezzi unici e produzioni seriali dal 1951 fino al 2011.
Comunicato stampa
A quasi un anno dalla morte di Ambrogio Pozzi (1931 - 2012) il Liceo Artistico “A. Frattini” e il Museo Flaminio Bertoni propongono, all’interno del progetto espositivo Incontri, una mostra monografica del designer gallaratese con opere e oggetti provenienti dall’archivio dello stesso.
L’esposizione Ambrogio Pozzi tra arte e design nasce dall’esigenza di rendere omaggio a una delle personalità di spicco del varesotto, designer di prestigio, il cui talento fu riconosciuto in tutto il mondo. Per l’occasione saranno esposte ceramiche artistiche, pezzi unici e produzioni seriali dal 1951 fino al 2011.
La rassegna, organizzata in una doppia sede, cercherà di mettere in evidenza le peculiarità e le tangenze del Pozzi designer e artista. Al Museo Bertoni, luogo già dedicato al design dell’autovettura, sarà esposta una selezione di oggetti rappresentativi del passaggio dal design funzionale della gute Form a sperimentazioni postmoderniste vicine alle ricerche di Ettore Sottsass e Memphis: i Vasi antropomorfi (1955), la Brocfrigor (1956), la Forma TR 13 (1964) prodotti dalla Ceramica Franco Pozzi; la forma Duo (1967-1968) per Rosenthal, il Cono (1969-1970) per Pierre Cardin, le serie Enigma e Crack (1987) per ACR e molti altri. Presso lo Spazio Rossi, entro un percorso cronologico, i pezzi unici dialogheranno con la produzione seriale, in un gioco di rimandi formali e modelli presi dalla storia dell’arte. Un percorso che avrà come origine le ceramiche Omaggio a Picasso, Fontana e Martini (1951), il Totem idolo (1953) di stampo surrealista, fino alle serie di piatti dedicate alle emergenze ambientali, all’indagine delle forme della gestalt come Homage to Philip (2003) di Rosenthal e Profilo Diabolik (2009) di Rometti, per poi terminare con tutta la casistica delle Presenze, forme autonome in cui Pozzi ritorna a considerare profili biomorfi e amebici, fino al 2011. Un iter espositivo entro il quale la produzione della Ceramica Franco Pozzi sarà considerata in un’ottica diversa, non quella del design ma quella delle forme artistiche, in cui l’uso dell’ironia e il continuo rimando ai maestri del Novecento si palesano come il comun denominatore.
Una selezione di Ambrogio Pozzi tra arte e design sarà ospitata al Museo Butti di Viggiù dal 8 giugno al 7 luglio 2013.
Biografia
Ambrogio Pozzi nasce a Varese nel 1931. Si forma nel clima, del nascente Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, presso l’Istituto Statale di Faenza e affiancando il padre, con il fratello Carlo, nel lavoro alla Ceramica Franco Pozzi, con sede prima a Bolladello e poi a Gallarate. Per la fornace paterna propone forme funzionali, dalle linee semplici che rispondevano a esigenze di ottimizzazione dello spazio secondo strategie di impilabilità e plurifunzionalità. Summa di tali requisiti fu il servizio da bordo per prima e seconda classe prodotto da Richard Ginori per Alitalia (1969-1970). Di questo periodo si ricorda, inoltre, il servizio Duo (1968) di Rosenthal, per il quale ricevette la medaglia dal Presidente della Repubblica, e Primaluna (1973) prodotto ispirato alla forma innovativa del superellisse, prodotto dalla Ceramica Franco Pozzi che fu esposto al MOMA di New York nel 1980.
Dopo la chiusura della Ceramica Franco Pozzi nel 1980, Ambrogio Pozzi apre un proprio studio. In un momento di nuova creatività, sospinto dalle ricerche del Postmodernismo, Pozzi crea decorazioni che si pongono in un dialogo irriverente con l’oggetto d’uso: esemplari sono Tazza d’autore (1987) prodotta per Rosenthal e i servizi Enigma e Crack (1987) per ACR. Congiunge questi nuovi interessi con lo studio delle figure della gestalt: nascono Quattro chiacchiere (2004) per Rosenthal o Presenze e Doppie Presenze (2006) per la Ceramica Rometti. A partire dal 1986 fino al 2007, riformula l’iconografia tradizionale del presepe presentando formule inedite di grande sintesi e modernità come Presepe – Aspetto Totemico (1986) e Presepe – Parto (2007). L’amore per i maestri del Novecento non tramonterà mai, testimoni sono le ceramiche create durante il workshop in Korea (2003) e tutta la serie i manufatti realizzati in occasione della collaborazione con l’Istituto Statale F. Faccio di Castellamonte (2002 e 2009). Ma ancora le Veneri (2009) di Rometti appaiono un felice connubio tra i colli allungati di Modigliani e la famosa Venere di Willendorf, infine le innumerevoli serie dal titolo Presenze celesti (2006), Presenze Sciamane (2006) o semplicemente Presenze (2011) non possono non ricordare l’amore di Ambrogio Pozzi per Mirò, maestro anche di ceramica, ma ancora Henry Moore o il periodo più surrealista di Pablo Picasso.
Ambrogio Pozzi fu insignito di diversi premi, tra i quali si ricordano: Premio A. Palladio per il disegno industriale di Vicenza, vinto diverse volte all’inizio della sua carriera insieme al I.F. Die Gite Industrieform di Hannover, Premio Internazionale Faenza, Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica per Forma Duo Rosenthal nel 1968 e per il servizio da bordo per Alitalia nel 1973, Premio Macef nel 1973, 1976 e 1997, Premio Internazionale Design Ceramico nel 2000, infine Premio Oscar Ballardini 2011 per il Design promosso dal Ministero Istruzione Università e Ricerca.