Amedeo Martegani – Bisanzio
Una mostra di Amedeo Martegani, artista volutamente di difficile etichetta, il cui operare, all’insegna dell’avventura intellettuale, è libero da certezze e dogmi, in primo luogo quelli dell’arte.
Comunicato stampa
La Galleria Milano è lieta di presentare Bisanzio, una mostra di Amedeo Martegani, artista volutamente di difficile etichetta, il cui operare, all’insegna dell’avventura intellettuale, è libero da certezze e dogmi, in primo luogo quelli dell’arte.
La mostra è incentrata sul concetto del disegno come costruzione mentale, come volontà di pensare astratto che permette l’apertura ad un itinerario imprevisto.
Un lampone e una pietra fungono da fulcri della mostra, “paradigmi del disegno e del pensiero” (Grazioli). Dall’accostamento di due elementi apparentemente così distanti scaturisce un dialogo misterioso e alchemico. C’è un terzo oggetto-fulcro, un libro, una sorta di taccuino aumentato contenente disegni, foto, acquarelli.
Disegni, acquarelli, e poi sculture in ceramica e bronzo, ricami su organza, opere vecchie e nuove, dispiegano questi tre nuclei nell'installazione della mostra che allude a un possibile punto di incontro tra Oriente e Occidente, possibile in diversi sensi: "una storia particolare e singolare, un sentiero storico che avrebbe potuto portare la storia altrove. Un po' del lampone e un po' del sasso, metafora dell'arte stessa: un territorio un poco isolato ma popolato per tentare di deviare il percorso degli eventi. Un luogo magico anche, tutto ori e oggetti e storie favolosi, scomparso dentro le pieghe della storia ma radicato nell'immaginario e proiettabile nel futuro" (Grazioli).
In occasione della mostra sarà disponibile un poster corredato dal testo critico di Elio Grazioli.
Amedeo Martegani (Milano, 1963) fa il suo esordio nel 1985 prendendo parte alla ormai storica collettiva nell’ex-fabbrica Brown Boveri di Milano. L’anno seguente prende parte alla collettiva curata da Corrado Levi “Il Cangiante” (PAC, Milano), nel cui titolo Martegani riconosce ancora oggi se stesso e la propria poetica, libera e mutevole. Tra le altre mostre ricordiamo “Spunti di giovane arte italiana” allo Studio Corrado Levi (Milano, 1987); “Arte Nuova d’Italia” allo Studio Marconi (Milano, 1987). Negli anni Novanta, tra le altre, ha personali presso la Galleria Massimo De Carlo di Milano, la Galleria Lia Rumma di Napoli e la Galleria Emilio Mazzoli di Modena. Proseguono le esposizioni negli anni Duemila in gallerie e musei, tra cui il Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara (Messico), la Galleria De Cardenas di Milano, ancora la Mazzoli di Modena e un ampio progetto installativo all’Oratorio di Santa Chiara (Vigoleno, 2016).