Amor ch’a nullo amato amar perdona
Performance “Amor ch’a nullo amato, amar perdona”Rivisitazione del canto V dell’inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Comunicato stampa
secondo appuntamento per la “Rassegna d'Arte Internazionale PLAGI”
A cura dello staff GLOBALART
In tale occasione la commissione giudicatrice decreterà i vincitore della suddetta rassegna
L'artista Rosa Didonna non mancherà di omaggiare il pubblico con la sua nuova
performance “Amor ch'a nullo amato, amar perdona”Rivisitazione del canto V dell'inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il messaggio “Arte: la mia seconda pelle” sembra plasmare il turbinio infernale del quale erano prigionieri gli amanti-dannati Paolo e Francesca, attraverso un finale alternativo che vede l'angelica creatura di Beatrice concedere loro, per grazia divina, il perdono dei peccati, ricevendone una nuova giovinezza, una piccola Pasqua di resurrezione mediante lo svecchiamento dell'arte; non a caso tutto lo staff assieme alla direttrice Rosa DIdonna della Globalart coglie l'occasione di augurare a tutti una felice Pasqua di resurrezione.BALLETTO DI GIUSEPPE LAMANNA E LILIANA DELLITURRI
Le musiche inedite del musicista-compositore IVAN PIEPOLI
la critica d'arte dott.ssa Sabrina Delliturri condurrà una lezione sulle opere presente dal processo di analisi è emerso che il plagio può avvenire tramite plurime modalità, ossia dalla reinterpretazione, non solo di un'intera opera preesistente, ma anche dal richiamo del colore, della forma, della tecnica, del significato o messaggio di una particolare opera che può essere evidente, meno evidente o addirittura nascosto. A tal proposito l'analisi critica della dott.ssa Sabrina Delliturri metterà a fuoco soprattutto gli aspetti più nascosti, traghettandoci con le sue parole verso il significato abissale di ogni singola opera.
Non ultima ci sarà la partecipazione degli amici di Colorata TV che divulgheranno l'evento.
A PRESENZIARE IL TUTTO VALERIA MARI CARLO STRAGAPEDE
Paolo e Francesca sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicata buona parte del V canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. In vita furono cognati (Francesca era infatti sposata con Gianciotto, fratello di Paolo) e questo amore li condusse alla morte per mano del marito di Francesca. Francesca spiega al poeta come tutto accadde: leggendo il libro che spiegava l'amore tra Lancillotto e Ginevra, i due trovarono calore nel bacio tremante che alla fine si scambiano e caratterizza l'inizio della loro passione. Le due famiglie dei da Polenta da Ravenna e dei Malatesta da Rimini erano tra le più rinomate della Romagna e dopo una serie di scontri esterni e di instabilità politica interna decisero di allearsi unendo in matrimonio i loro figli. Il patto venne suggellato da un matrimonio che coinvolse la giovane Francesca da Polenta e il più anziano, zoppo e rozzo, Gianciotto Malatesta. Per guadagnare l'approvazione della giovane a questo matrimonio, la tradizione, che risale a Giovanni Boccaccio e al suo commento pubblico alla Commedia dettato tra il 1373 e il 1375, dice che sia avvenuto per procura, dove il procuratore fu il più giovane e aitante fratello di Gianciotto, Paolo Malatesta, del quale Francesca si invaghì per un malinteso, credendo che fosse lui il vero sposo, anche se ciò non poteva essere possibile perché Francesca sapeva benissimo che Paolo era già sposato. Si aggiungono poi al quadro narrativo tradizionale la figura del brutto e crudele Gianciotto, fino al maligno servo che spiava i due amanti e poi il tragico e noto finale del duplice omicidio degli amanti.
Non a caso Dante dopo la prima confessione del giovane Paolo ha un attimo di sconforto, resta assorto in silenzio: sembra pensare a come sia possibile che l'attrazione innocente, l'amor cortese si trasformi in peccato degno dell'Inferno, che poco dopo appare provocato proprio da un testo di letteratura, dalla lettura cioè di un libro dove si celebra un amore (quello tra Lancillotto e Ginevra) con le regole cortesi alle quali Dante stesso aveva aderito in gioventù. Quindi lo stesso sentimento che aveva ispirato a Dante i versi della Vita Nuova, adesso gli appare come una delle possibili cause di condanna eterna. Quale realtà rappresenta ”Amor ch'a nullo amato, amar perdona” nella performance di Rosa Didonna ispirata al canto V dell'inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri?
Nella performance di Rosa Didonna "Amor ch'a nullo amato, amar perdona", Beatrice grazie alla Divina concessione della Provvidenza discende nel girone dei lussuriosi per incontrare personalmente i due amanti-dannati. Beatrice riesce ad espiare le colpe ed i peccati di Paolo e Francesca, che vengono, in tal modo, ricondotti alla vita, materializzandosi nella nostra società grazie ad una delle sue preziose performance “Arte – La mia seconda pelle”, creando un epilogo differente che evidenzierà la pietas dei beati e del potere divino.
Giunti al termine della propria Quaresima, a Paolo e Francesca è concessa la grazia di un perdono. Beatrice svincola i due amanti dai legacci dell'eterna dannazione e li salva dal turbinio incessante ed infuocato del quale erano prigionieri.
I due amanti, avendo ricevuto la grazia divina in virtù dell'intervento salvifico di Beatrice, ringraziano quest'ultima spogliandola del suo aspetto di defunta, benché beata, e regalandole una nuova giovinezza mediante una piccola Pasqua di resurrezione, che le concederà, innanzitutto, di riscoprire se stessa, a seguito di un rituale, una ciclica passione, che concerne sempre il medesimo esito. La vera essenza dell’artista Rosa Didonna risiede proprio in quel momento.
Rosa Didonna con la sua Performance propone un finale alternativo della celebre storia di Paolo e Francesca rappresentando un richiamo dello svecchiamento dell’arte nella società odierna, e lo fa con tale potenza da fermare e mutare il normale corso della vicenda dei due dannati tramutandolo in un incantesimo in cui il fruitore può immergersi in una sfera che fonde immaginazione e realtà.
In effetti se da una parte si concepisce l’arte come un fattore di civiltà, come una componente essenziale nell'educazione dell'uomo, elemento di coordine ed armonizzazione di tutte le facoltà umane, nello stesso tempo è legata alle potenze del male e del bene, è capace di guarire, di avvicinare l'uomo alla divinità come di precipitarlo tra le forze del male. Quindi l’arte assume la dimensione del rito religioso e ad essa viene attribuita una facoltà divina, il perdono.
L’arte di Rosa Didonna si avvale di un linguaggio universale che supera le distanze, demolisce le differenze e conferisce a tutti dignità. La sua vita diviene teatro e palcoscenico in cui la soggettività diventa oggettività identificandosi completamente nell’assoluto dello svecchiamento dell’arte.
Non resta che assaporare le bellezze, la sensibilità, la forza creatrice, qui alla Globalart che come di tradizione alla Globalart, diretta dalla dott.ssa Rosa Didonna, non mancano occasioni d'incontro per tutti gli artisti di fama internazionale e gli appassionati, desiderosi di partecipare al grande “simposio d'arte” i vincitori saranno annunciati in occasione del finissage della rassegna Plagi indetto il 6 Aprile 2013.
Artisti
Frantz Jean Baptistse, Nicola De Benedictis, Caroline Brems, Antonietta Aida Caruso, Cinzia Coratelli, Antonella de Marinis, Caterina Dell’Edera, Ketty Di Bari, Palma Di Bello Mingozzi, Bartus Bartolomes, Ansgar Dressler, Maria Rosaria Esposito, Roberto Fatiguso, Silvio Fortebraccio, Cristina Flaviano,Angelo Galatola, Giusy Giorgianni, Alessandro Intini, Mimmo Mastromarino, Mawr Morandi, Nikka,Anna Nuzzo,Piero Roca, Raija Kuisma, Adalgisa Santucci, Aniello Saravo, Antonella Spadavecchia, Rafy Shemesh, Franco Scalese Urciuoli, Stefania Verderosa, Maria Karzi, Maria Caterina Zecchini, Maria Zimari,