Amori divini
L’esposizione propone un percorso nel mito greco e nella sua fortuna attraverso storie che hanno due ingredienti narrativi comuni: seduzione e trasformazione.
Comunicato stampa
Apre il 7 giugno 2017 la mostra Amori Divini, a cura di Anna Anguissola e Carmela Capaldi, con Luigi Gallo e Valeria Sampaolo, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini, con l’organizzazione di Electa.
L’esposizione propone un percorso nel mito greco e nella sua fortuna attraverso storie che hanno due ingredienti narrativi comuni: seduzione e trasformazione.
Traendo ispirazione dal vastissimo repertorio pompeiano, la mostra racconta i miti amorosi accomunati da un episodio fondamentale: almeno uno dei protagonisti, uomo o dio, muta forma trasformandosi in animale, in pianta, in un oggetto o in fenomeno atmosferico.
A partire dalla letteratura e dall’arte greca, attraverso il poema delle “forme in mutamento” di Ovidio, fino alle più contemporanee interpretazioni della psicologia, i miti di Danae, Leda, Dafne, Narciso, fino al racconto straordinariamente complesso di Ermafrodito, sono parte dell’immaginario collettivo.
Il percorso espositivo indaga i meccanismi di trasmissione e ricezione del mito greco attraverso i secoli presentando circa 80 opere, provenienti dai siti vesuviani e, più in generale, dalla Magna Grecia, e da alcuni tra i più prestigiosi musei italiani e stranieri (tra gli altri, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Musée du Louvre di Parigi, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e il Kunsthistorisches Museum di Vienna).
Accanto ai vari manufatti antichi di soggetto mitologico - pitture parietali e vascolari, sculture in marmo e in bronzo, gemme e preziose suppellettili - per ciascun mito viene proposto un confronto con una selezione di opere di periodi più recenti.
Infatti oltre 20 opere tra dipinti e sculture, con particolare attenzione all’arte del sedicesimo e diciassettesimo secolo, illustrano i momenti fondamentali della ricezione moderna del mito e ne mettono in luce evoluzioni, modifiche e ampliamenti. Artisti quali Baccio Bandinelli, Bartolomeo Ammannati, Nicolas Poussin, Giambattista Tiepolo e molti altri ancora permettono non solo di seguire la fortuna del mito greco fino ad epoche a noi più vicine, ma anche di comprendere il ruolo che, in questa tradizione, giocano le fonti letterarie ed iconografiche antiche.
Il percorso di mostra, che occupa le sale del museo attigue al salone della Meridiana, caratterizzate da splendidi sectilia e mosaici antichi inseriti nei pavimenti, presenta inoltre una importante campionatura della collezione vascolare del MANN, che sarà nuovamente visibile per quanto riguarda le opere provenienti dalla Magna Grecia con il prossimo riallestimento (2018) di quella collezione del Museo, il cui progetto scientifico è curato da Enzo Lippolis e che comprenderà accanto ai vasi, bronzi, terrecotte, ori e lastre tombali dipinte.
“Dopo la mostra Egitto Pompei che nel 2016 ha permesso la riapertura della Sezione Egizia, per ogni esposizione il Mann rivela un nucleo di opere dalla collezione permanente – dichiara il direttore Paolo Giulierini –. Seguendo questa metodologia, andremo avanti con nuove mostre e parallele riaperture, fino a restituire al museo quella grandezza assoluta che gli viene riconosciuta a livello mondiale.”
Con la mostra Amori Divini, il Museo Archeologico prosegue il programma espositivo promosso insieme al Parco Archeologico di Pompei, dedicato a rapporti e scambi tra Pompei, il mondo romano e il Mediterraneo antico. Fino al 27 novembre 2017 si potrà visitare la mostra Pompei e i Greci allestita negli spazi della palestra grande degli scavi di Pompei.