Anatomies. The Body in the Book / The Book in the Body
Il pensiero guida di Stéphane Mallarmé è chiamato a connotare l’idea di un progetto sul libro d’artista denominato “ANATOMIES the body in the book/the book in the body”, dove il senso è reversibile rispetto ai concetti di “contenuto” e di “contenitore”, ovvero rispetto all’idea di libro inteso nella sua essenza metaforica e al contempo come reale e oggettivo luogo-contenitore di immagini tematiche, sempre allegoriche, poste negli spazi seriali delle pagine.
Comunicato stampa
ANATOMIES the body in the book/the book in the body: Matthew Barney, Artur Barrio, Berlinde De Bruyckere, Thierry de Cordier, Hilde Escher-Margani, Anna Guillot, Damien Hirst, Urs Lüthi, Alexandra Mir, Zygmunt Piotrowski, Annakarin Quinto.
Special guest: Dorothée Wycart
Il pensiero guida di Stéphane Mallarmé è chiamato a connotare l’idea di un progetto sul libro d’artista denominato “ANATOMIES the body in the book/the book in the body”, dove il senso è reversibile rispetto ai concetti di “contenuto” e di “contenitore”, ovvero rispetto all’idea di libro inteso nella sua essenza metaforica e al contempo come reale e oggettivo luogo-contenitore di immagini tematiche, sempre allegoriche, poste negli spazi seriali delle pagine.
Ed è proprio il conciso testo di Antonio Curcetti a dare modo di rammentare il principio filosofico insito nel pensiero del Poeta: «[…]. Accarezzato con gli stessi occhi di Mallarmé, il corpo del libro attira in senso quasi ontologico; eletto a vagina spirituale, la sua fragilità pre-verbale invita ad entrare. Questo fa capire cosa si possa fare con un libro, quanti rapporti non solo fisici si possano avere con esso». Mentre contemporaneamente i temi espressi nei libri dagli autori – temi riguardanti organi del corpo, primo fra tutti il cuore, o l’intero organismo -, sono correlati ed anche “risucchiati” nel - come anche espulsi dal - vortice grandioso del pensiero primigenio, quello di un organo ancestrale che li emette contenendoli.
Questo sommariamente il concept di Anna Guillot per ANATOMIES e il senso delle opere di Matthew Barney, Artur Barrio, Berlinde De Bruyckere, Thierry de Cordier, Hilde Escher-Margani, Anna Guillot, Damien Hirst, Urs Lüthi, Alexandra Mir, Zygmunt Piotrowski, Annakarin Quinto, Dorothée Wycart. Opere-corpo da considerare in primis come qualcosa di relativo alla «sfera del tò òn, ossia di ciò che è».
L’ennesimo focus sul fascinoso tema dell’intreccio tra forma e contenuto, questa volta attraverso il libro d’artista.
Più da vicino su qualche libro:
Artur Barrio ha fornito di recente il suo Livro de carne del1976, un libro da costruire assemblando 6 fotografie. Opera tipica della sua produzione grafico-scrittoria e fotografica. Opera dura, come tutta la sua produzione tipicamente sudamericana. Un De Cordier cupamente eremita, introspettivo e incentrato sul “perturbante”, nel libro Kamer der Gedachten del 1997 associa, come spesso usa fare, fotografia e scrittura; appunti e fotografia delle sue stesse installazioni nere, ovvero di sé stesso in forma di opera, nel libro come nei contesti espositivi.
Art is the better life del 2009 è un Lüthi come lo conosciamo, ironico nel libro come in performance e nella vita. Oggi mette il suo corpo, bellissimo una volta e ormai buffo e burlone, in posa sul piedistallo e glorifica l’arte. Il polacco Zygmunt Piotrowski opera per nome del suo alter ego Noah Warsaw; zen e performativo, Zygmunt-Noah studia il respiro, il controllo del corpo e del volto che sa eccelsamente gestire. Nei libri The body sublime e Beauty revelation lo fa disegnando, e con appunti in lingua ebraica, la sua lingua amatissima. Annakarin Quinto gioca d’abilità e d’ambiguità semantica. Il libro Habeas Corpus è: «Corpus chiuso, scritto, orale/costituire un corpus/creare un corpus/figurare in un corpus/riunire articoli, immagini, documenti in un corpus/lavorare sul corpus».
L’ospite speciale, la fotografa francese Dorothée Wycart, pone all’attenzione una storia di malattia e di recupero. In un’algida e toccante forma diaristica attraverso il suo medium ottimale, nei 2 tomi titolati 2010/2015, dedicati alla demolizione e alla ricostruzione di un organo del proprio corpo.
I libri e i documenti sono parte della raccolta privata del KoobookArchive/Lab_KA, archivio-laboratorio attivo dal 2007 a Catania, finalizzato alla ricerca. In occasione della mostra saranno esposte alcune sezioni dell’archivio.
L’opening include la presentazione di una pubblicazione con testi di Anna Guillot e Antonio Curcetti (edizioni KoobookArchive).
In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania.