Ancora interpretati ancora
La Sala Santa Rita ospiterà la mostra Ancora interpretati ancora a cura di Sabrina Losenno e Beatrice Marotta.
Comunicato stampa
Dal 2 agosto la Sala Santa Rita ospiterà la mostra Ancora interpretati ancora a cura di Sabrina Losenno e Beatrice Marotta con le opere di Luca Arboccò e Francesco Pozzato. È il terzo dei 12 progetti vincitori del “Bando di selezione Sala Santa Rita 2021”, promosso da ROMA Culture e affidato in gestione all’Azienda Speciale Palaexpo, nell’ambito della sua missione di “Polo dell’arte e della cultura contemporanea”. Un esperimento inedito che restituisce la Sala Santa Rita alla Città e la trasforma in un osservatorio attraverso il quale avvicinarsi ad opere d’arte di natura diversa, tutte ideate in stretta relazione con il luogo che le ospita e autentiche espressioni della creatività contemporanea. Il progetto espositivo si focalizza sulla storia della ex chiesa di Santa Rita da Cascia in Campitelli e in particolare sullo spostamento dell’architettura da un luogo della città a un altro avvenuto tra il 1928 e il 1940. Le opere di Francesco Pozzato e Luca Arboccò, originariamente esposte in un altro contesto, una volta spostate nella Chiesa di Santa Rita, attiveranno un processo di rielaborazione e risignificazione e si interrogheranno sul monumento e sul suo rapporto con l’esterno. L'opera di Luca Arboccò si pone in relazione con quella “Per, tra, fra” al momento esposta nell’ex convento SME Las Francesas a Valladolid in Spagna. Gli elementi strutturali e decorativi tipici della chiesa sono rimodulati e trasferiti su un supporto bidimensionale che azzera le loro primarie relazioni spaziali; mentre l’opera Francesco Pozzato si interroga su come lo spostamento di un monumento possa cambiarne il punto di vista e rivelare le complessità̀ della sua stessa storia. Il monumento da un lato, rende materica l’immagine di una specifica narrazione, dall’altro, rende tale narrazione vulnerabile ed esposta a contestazioni e re-interpretazioni.
Luca Arboccò (Chiavari, 1992) propone uno studio sulla pittura condotto attraverso la lente delle tecnologie digitali.
Il suo lavoro è stato presentato in gallerie, spazi indipendenti e istituzioni, tra cui: SME Las Francesas (Valladolid, 2021); GAM Galleria d’Arte Moderna (Torino, 2021); Mazzoleni (Torino, 2020); Sala Dogana - Palazzo Ducale (Genova, 2020, 2018, 2015); Bluecoat Arts Centre (Liverpool, 2019); Saint George’s Hall (Liverpool, 2019); Labirynt (Lublino, 2018); Associazione Barriera (Torino, 2016).
Francesco Pozzato vive e lavora tra Venezia e Vicenza. Ha completato i suoi studi prima in Teatro e poi in Arti Visive all’Università IUAV di Venezia ed è attualmente iscritto a Storia del Mediterraneo Antico e Medievale all’Università Ca’ Foscari. Nel 2020 ha partecipato al progetto di Galleria Continua e Fondazione Elpis Una Boccata d’Arte a
Sepino (Campobasso), nel 2019 è stato in residenza presso BoCs Art (Cosenza) e nel 2018 presso gli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia). Recentemente ha partecipato a varie mostre, tra cui Metafotografia, BACO Base Arte Contemporanea Odierna (Bergamo, 2020), Photo Open Up - Argo presso Cattedrale Ex Macello (Padova, 2019), Coming Soon presso la Fondazione Sandretto Re Rebaugengo (Torino, 2018), e la personale In this sign, you shall lose, (Schio, 2019).
Il programma di Sala Santa Rita è promosso da ROMA Culture e fa parte dell’Estate Romana 2021.
La Sala Santa Rita
La Chiesa di Santa Rita da Cascia, sorta nei pressi della scalinata dell’Aracoeli sul luogo della medievale chiesa di San Biagio de Mercato, è una chiesa barocca a pianta ottagonale sita di fronte al Teatro di Marcello.
Fu realizzata intorno al 1653 su progetto dall’architetto Carlo Fontana, che per la sua facciata studiò particolari accorgimenti prospettici per una percezione diagonale. La dedicazione a Santa Rita, suora agostiniana di Cascia morta nel 1447, si deve alla diffusione del suo culto a Roma dopo la beatificazione avvenuta nel 1627. Nel 1928, durante i lavori per la costruzione del Vittoriano, la piccola chiesa venne smontata e, superato il progetto di Giovannoni di ricostruirla ai piedi del Campidoglio, solo tra il 1937 e il 1940 fu ricostruita nello spazio attuale, dopo la sistemazione e “liberazione” del Teatro di Marcello (dal 1926 in poi) e la distruzione di Piazza Montanara. L’esterno del complesso religioso venne totalmente restaurato durante l’Anno Santo del 1950.
Nel 1952 l’edificio fu affidato alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza fondata da Don Orione, e infine, nel 1990, tornò nel patrimonio disponibile del Comune di Roma e venne utilizzato per mostre ed eventi culturali fino alla chiusura nel 2001 per opere di restauro e consolidamento.
Dal 2004 la Sala è un suggestivo spazio polifunzionale dedicato all’arte contemporanea, che ospita mostre site-specific, in cui gli artisti dialogano con la seducente architettura di Carlo Fontana.