Andrea Carpita – Frames

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO SIRIO
via Ognissanti 33 , Padova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.00. In luglio e agosto su appuntamento

Vernissage
10/06/2022

ore 17

Artisti
Andrea Carpita
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra Frames di Padova raccoglie nella sala principale della galleria 62 opere inedite su carta,
appositamente realizzate per l’evento.

Comunicato stampa

Frames. La storia di uno sguardo è il titolo della mostra personale di Andrea Carpita, organizzata
da Maco Arte presso lo Spazio Sirio di Padova in via Ognissanti 33 e curata da Mattia Munari.
L'inaugurazione avrà luogo venerdì 10 giugno 2022 dalle ore 17.00, con presenza dell'artista.
Andrea Carpita è nato a La Spezia nel 1988, si è laureato in Pittura all'Accademia di Carrara nel
2015. Con la città di Padova ha un legame particolare, avendo già esposto due personali nel 2011
alla galleria Anfiteatro Arte e nel 2012 alle Scuderie di Palazzo Moroni. In questi anni l'artista ha
proseguito ed evoluto la sua ricerca, continuando ad esprimersi privilegiando la pittura,
avvalendosi tuttavia sia delle tecniche pittoriche tradizionali sia di quelle contemporanee. Ha preso
parte a numerose mostre personali e collettive in Italia, presso il Centro per l’arte contemporanea
Luigi Pecci di Prato, al MAC Museum of Contemporary Art di Lissone, ha esposto a Milano,
Parigi, Bruxelles e New York. Nel 2020 ha vinto il premio level 0 ideato da Art Verona e ha
conseguentemente realizzato il progetto Blu Traveller, in mostra attualmente a Verona alla GAM
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, nella Cappella dei Notai a Palazzo della Ragione.
La mostra Frames di Padova raccoglie nella sala principale della galleria 62 opere inedite su carta,
appositamente realizzate per l'evento. Questi dipinti costituiscono un vero e proprio nucleo nella
sua produzione artistica. Come nodi di un filo narrativo, le immagini si dispongono nello spazio
scandendo lo scorrere cronologico di un racconto. Il catalogo che accompagna la mostra, edito da
Arcadia Arte di Venezia, sarà presentato all'inaugurazione venerdì 10 giugno. Al suo interno
l'aspetto narrativo è stato evidenziato, restituendo al lettore il sapore dello storytelling. Qui la voce
narrante è stata lasciata all'artista che si auto presenta raccontando molto di sé e del proprio lavoro.
Si riporta il testo integrale:
« La parola inglese frame, che dà il titolo a questo progetto, ha uno spettro ampio di significati. A
seconda del contesto in cui viene usata, può nominare oggetti quali il telaio e la cornice, o indicare
l’atto del ‘dare forma’ a qualcosa; in campo fotografico, essa nomina l’inquadratura, il
fotogramma. Nonostante la sua scelta da parte mia abbia origine nel caso, tale vocabolo riesce a
sintetizzare efficacemente le peculiarità di questa serie di lavori. Le immagini che la compongono,
ad un primo sguardo, stabiliscono una connessione immediata con il significato più proprio di
frame, producendosi infatti entro un perimetro preciso e delineato a priori, ripetuto per ognuna di
esse, segnato dalla presenza di una cornice. Una riflessione più approfondita permette però di
individuare ulteriori corrispondenze tra le premesse concettuali – così come le modalità – che hanno
portato alla nascita dei dipinti e il titolo sotto il quale idealmente si raccolgono.
Fin da subito, ho pensato che le opere che mi accingevo a compiere dovessero apparire come un
ciclo di immagini colte in maniera casuale e caratterizzate da un taglio di tipo fotografico: ognuna
doveva rappresentare il dettaglio di un’immagine o di un avvenimento più ampi, aventi quale unica
qualità specifica l’aver colpito, per qualche motivo, la mia attenzione. Nessuno di questi lavori si
proponeva dunque di raffigurare accadimenti particolarmente singolari o significativi, poiché l’idea
che mi guidava era quella di isolare una serie di ‘fotogrammi’ dal flusso continuo di immagini che,
nel corso di una giornata, investe lo sguardo di una persona.
Il ciclo Frames doveva inoltre rappresentare un modo per dare consistenza a un’intenzione che da
tempo avevo deciso di assecondare: quella di esprimere, con il mio lavoro, l’elemento
autobiografico. Un’intenzione ulteriore era quella di riuscirci senza necessariamente rappresentare
me stesso.
Ho iniziato a pormi alcune domande: se i miei occhi si imbattono in un’immagine di Instagram, non
posso comunque ritenere che questa sia un frutto del mio osservare? Non è qualcosa che potrei
vedere io stesso? Non è forse un’immagine che viene catturata dal mio occhio per poi essere
filtrata, elaborata e ricontestualizzata dal mio sguardo? Ecco, trovo che le opere di Frames si siano
sviluppate a partire proprio da questo tema: il mio sguardo.
Il processo di elaborazione che ne è seguito ha avuto perciò il mio occhio quale suo ideale centro,
attorno al quale ha preso progressivamente forma un repertorio di momenti e situazioni: immagini
randomiche, scelte inconsciamente dallo sguardo ma destinate a rientrare in una struttura
preordinata, affinché dalla loro relazione potessero scaturire dei potenziali racconti connotati da una
‘trama’ elusiva.
Questo progetto, in ultima analisi, può essere interpretato come un tentativo di realizzare la storia
di uno sguardo: una storia strutturata in fotogrammi e capitoli che, pur non dando luogo a una
sequenza ordinata nel tempo, delineano una continuità di ordine concettuale. »
In mostra assieme al corpo espositivo realizzato su carta vengono presentate anche alcune tele dove
curiosamente, cambiando il supporto, prendono vita con formati crescenti gli stessi soggetti
rappresentati in frames. Le medesime immagini si contrappongono e sovrappongono nell'ambiente
così come avviene tra un’eco e la propria sorgente. Nello spazio visivo in cui ci immergiamo,
avvengono naturali interconnessioni che catturano la nostra attenzione. La moltiplicazione della
medesima immagine amplifica e distorce il suo potere evocativo e alla forza del singolo oggetto si
aggiunge il dialogo dell'installazione. Questa particolare declinazione del lavoro di Andrea Carpita
è stata proposta anche in altre precedenti esposizioni, pertanto può essere definita come una
caratteristica peculiare del suo lavoro.
La mostra Andrea Carpita. Frames. La storia di uno sguardo è visitabile dal 10 giugno (con inaugurazione
alle ore 17.00) e resterà aperta fino al 17 settembre 2022, presso lo Spazio Sirio di Padova in via Ognissanti
33, da martedì a sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.00. In luglio e agosto su appuntamento. Per
informazioni: [email protected]; tel 3931860510