Andrea Fogli – Effemeridi del Giardino
La mostra Effemeridi del Giardino raccoglie le principali serie di opere che Andrea Fogli (Roma, 1959) ha realizzato dal 2002 a oggi, traendo ispirazione dalla natura e, in particolare, dal mondo vegetale.
Comunicato stampa
La mostra Effemeridi del Giardino raccoglie le principali serie di opere che Andrea Fogli (Roma, 1959) ha realizzato dal 2002 a oggi, traendo ispirazione dalla natura e, in particolare, dal mondo vegetale. Il fulcro del percorso espositivo è rappresentato dal Giardino, in cui uscendo da noi stessi, dal recinto dell'umano, ci ritroviamo in sintonia con il ritmo, la bellezza e l'alterità della natura e del cielo.
Di questo Giardino l'artista segue le "immagini donate", soprattutto minime e non appariscenti, come quelle che incontra durante le sue passeggiate "intra muros". Come suggerisce l'artista, la parola Effemeridi viene evocata per indicare apparizioni "giornaliere", effimere e imprevedibili: «Ho dovuto cercare di entrare in questo Giardino, o Regno, dalla parte opposta, dove c'è una selva, senza porte e né indicazioni, e dove puoi solo seguire delle tracce, andare al contrario, o affidarti al caso, all'intuizione di un istante che ti cade in testa».
Al centro della mostra, concretamente e idealmente, vi sono le 59 piccole e polimateriche terre crude del ciclo Effemeridi del Giardino modellate giorno dopo giorno, dal 19 gennaio al 18 marzo 2019, in luoghi ogni volta diversi, impastando all'argilla gli elementi incontrati e raccolti passeggiando; ognuno dei "grani" è accompagnato dalla foto scattata in situ e da una pagina di diario.
Attorno ai grani ruoteranno i disegni-impronte del Giardino planetario (2017/19), ricavati cospargendo di polvere di pastello azzurra foglie e fiori raccolti in luoghi particolarmente emblematici, e lì realizzati "en plein air" (Todnauberg nella Foresta nera, Piantagione Paradise di J. Beuys, Monte Verità ad Ascona); i disegni della serie 59 Grani (2010/12) che raffigurano elementi naturali trovati e raccolti come "subject trouvé" durante passeggiate cittadine; la grande carta del Bosco (2002), mandala vegetale realizzato con piccoli tratti di matita, come fossero identici punti di ricamo; e infine le immagini e le parole trovate, e ricreate, cancellando e ridipingendo a tempera una serie di cartoline postali che raffigurano paesaggi e giardini (Voyage au centre du monde II, 2018/19), oltre ai "santini apocrifi" della serie 59 Grani (2010/17) ottenuti con lo stesso procedimento.