Andrea Meregalli – Collective Psyche
Mostra-performance collective PSYCHE di Andrea Meregalli con la partecipazione del poeta Dome Bulfaro, a cura di Vittoria Mascellaro.
Comunicato stampa
Villa Contemporanea è lieta di invitarvi alla mostra-performance collective PSYCHE di Andrea Meregalli con la partecipazione del poeta Dome Bulfaro, a cura di Vittoria Mascellaro.
Che cosa raccontano le immagini generate tramite Intelligenza Artificiale? Ma, soprattutto, cosa succede quando queste si mescolano ai versi umani? A partire dalla raccolta di poesie Ossa Carne di Dome Bulfaro, che per l’occasione ne reciterà una piccola selezione, e dalle opere esposte di Andrea Meregalli, generate tramite l’uso di software di Intelligenza Artificiale, il pubblico sarà chiamato ad assemblare le due forme espressive per dar vita a nuove immagini artificiali.
A ciascun visitatore verrà chiesto di selezionare uno dei versi della raccolta di Bulfaro e una delle opere realizzate da Meregalli, il quale si occuperà di inserire entrambe le selezioni all’interno del programma di AI per creare nuove figure. Un esperimento unico, volto ad indagare la psiche e a mostrare come grazie all’uso di questi programmi è possibile comprendere qualcosa di più dei pensieri della collettività. Ecco che allora le immagini generate verranno stampate durante l’evento e appese sulle pareti della galleria. Una sorta di poesia visuale collettiva, che qui vuole essere ricreata secondo gli sviluppi artistici e tecnologici propri della nostra era. Il poeta, l’artista visivo e lo spettatore sono qui chiamati a diventare autori dell’oggetto artistico, per cui il software diviene solo uno strumento di elaborazione.
Scrive Vittoria Mascellaro: “Riflettere sull’immaginario estetico contemporaneo ammette la possibilità di volgere lo sguardo verso immagini generate tramite intelligenza artificiale; un fenomeno spesso stigmatizzato da parte di molte categorie di lavoratori del settore creativo, secondo i quali tali riproduzioni non possono essere considerate delle opere d’arte. Un giudizio strettamente dipendente da una sopravvalutazione di software di AI, inteso come entità autonoma, in grado di sostituirsi in maniera completa all’estro umano. Eppure, la ricerca riguardo al rapporto uomo-macchina in campo artistico rende evidente come alla base di questi modelli generativi vi siano sempre dati offerti dall’uomo, a partire dai quali è possibile realizzare delle nuove elaborazioni visive.
L’assemblaggio di questi dati ci permette ad oggi di comprendere – forse – quale sia la psiche collettiva. L’intuizione viene esplicitata in primis da Andrea Meregalli, architetto monzese, che alla sua produzione manuale integra l’utilizzo di software di intelligenza artificiale. Di fatto a partire da schizzi su quaderni di carta e fotografie rubate ad una quotidianità insonne, Meregalli genera, attraverso numerosi passaggi di blending e prompting, nuove immagini, che, tra controllo maniacale e casualità totale, rappresentano i mostri della psiche, entità astratte che portano con loro verità recondite. A chi appartengono questi mostri? Sono attribuibili solo all’artista? Oppure, data la presenza di dati di milioni di persone, possiamo affermare che si tratti di rappresentazioni ascrivibili all’umanità intera?”.
Fino al 4 febbraio i “mostri della psiche” di Meregalli saranno esposti in galleria con quelli generati dal pubblico.