Andrea Santarlasci – Atopie del luogo
La mostra personale di Andrea Santarlasci, dall’emblematico titolo Atopie del Luogo, si propone come una dimostrazione in atto del potere dell’arte di leggere e riconfigurare lo spazio, attraverso una intensificazione poetica.
Comunicato stampa
Sabato 5 ottobre alle ore 18.30 presso il Centro Espositivo per le Arti Contemporanee SMS - San Michele degli Scalzi di Pisa si inaugura la mostra personale di Andrea Santarlasci Atopie del luogo, promossa dal Comune di Pisa.
La mostra personale di Andrea Santarlasci, dall’emblematico titolo Atopie del Luogo, si propone come una dimostrazione in atto del potere dell’arte di leggere e riconfigurare lo spazio, attraverso una intensificazione poetica.
Tramite alcune opere inedite e una articolata selezione di precedenti lavori, tutti in equilibrio tra concettualità ed emozionalità, Santarlasci riapre e concerta in maniera magistrale temi e motivi che informano da sempre la sua ricerca: le relazioni tra naturale e artificiale, microcosmo e macrocosmo, interno ed esterno, visione e rappresentazione.
Com’è sua attitudine l’artista non si limita a proporre delle opere ma interviene attivamente sullo stesso luogo espositivo, un’inedita opera site-specific: La luce che resta, 2013, dove l’illuminazione della torre campanaria di San Michele e di alcune feritoie delle celle del convento fa, infatti, da perno e, contemporaneamente da eccezionale parergon introduttivo alla mostra. Tematizzando al proprio interno, sia pur in maniera metaforica, la questione della cornice, del fuori e del dentro, dei margini dell’opera, l’intervento site specific si trasforma così in una vera e propria operazione concettuale che segna in maniera impercettibile ma indelebile lo stesso complesso storico che ospita l’esposizione, creando una paradossale e indecidibile reversibilità tra contenente e contenuto, tra spazio che ospita la mostra e mostra che ospita lo spazio.
Lungi dal proporsi come il risultato di un mirabile processo di metamorfosi imposto dall’esterno, l'opera sembra, infatti, emanare dal luogo stesso; quasi fosse già inscritta al suo interno e, per l’artista, si trattasse semplicemente di esplicitarla.
Discreta e quasi impercettibile durante il giorno, l’opera di illuminazione dell’artista, pur mantenendo costanti le sue tonalità, animate da lievi cangiature, acquista progressiva visibilità con il calare della luce diurna. L’intento dell’operazione che rifugge da qualsiasi teatralità non è quello di illuminare o rappresentare qualcosa ma di rendere presente la persistenza dell'azzurro del cielo sin dentro alla notte. Ciò che si palesa nell’oscurità era già là ma si manifesta nella sua evidenza per così dire in ritardo, in contrattempo, provocando una sensazione di stupore …
Nelle opere di Andra Santarlasci circola una palpabile tensione che mira a convertire la vista in visione e l’apparenza in apparizione: l’altrove convocato dalle sue immagini è, infatti, sempre strettamente legato al qui ed ora della percezione.
Questa capacità di convocare un altrove è parimenti esercitata dalle opere scelte per costruire il percorso di mostra all’interno di SMS: disegni, fotografie, sculture, video realizzati in anni diversi che, in tutt’uno con l’intervento luminoso per il campanile e con quello pensato appositamente per le feritoie, costruiscono un dispositivo formidabile e coerente per favorire il palesarsi di una misteriosa natura degli oggetti, delle cose, dei fenomeni.
Andrea Santarlasci (nato nel 1964 a Pisa dove vive e lavora)
Tra le mostre personali ricordiamo: Sosta vietata, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, a cura di Antonella Soldaini, 1994; Andrea Santarlasci, Fondazione Teseco per l'Arte, Pisa, a cura di Cecilia Casorati, 1996; Tutto un Giorno, Ex Lanificio Michelagnoli e Casa Fornello, Prato, a cura di Stefano Chiodi, 2001; Stranieri nella notte, Galleria La Nuova Pesa, Roma, a cura di Maria Rosa Sossai, 2001; Un po’ di finito infinito, Villa Vogel, Firenze, a cura di Lara-Vinca Masini, 2007; Museo Civico Archeologico - Art First, Bologna, 2008; Le direzioni inverse del tempo, galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010; Nella visione probabilmente, Inner room - BRICK - Centro per la ricerca e cultura contemporanea, Siena, 2011; Fughe senza centro, Fondazione Mudima, Milano, 2012.
Tra le mostre collettive: Splendente, Castello di Volpaia, Radda in Chianti (SI), a cura di Luciano Pistoi, 1992; Segni e disegni, Gallerie Analix, Ginevra - Galleria In Arco, Torino - Galleria Loft, Valdagno- Galleria Margiacchi, Arezzo - Galleria Mariottini Arezzo, a cura di Gianni Romano, 1993; Quaranta per quaranta, Galleria Continua, San Gimignano, Siena, 1994; Oscar, Castello Colonna, Genazzano, Galleria La Nuova Pesa, Roma, a cura di Stefano Chiodi, 1997; Something old, something new, something borrowed, something blue, Casa Masaccio, Centro per l'Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno, Arezzo, a cura di Rita Selvaggio, 1999; Contro la pena di morte, La Fortezza da Basso , Firenze, a cura di Lara Vinca Masini, 2000; Bring Your Own, MAN, Museo d'Arte, Nuoro, a cura di Saretto Cincinelli e Alberto Mugnaini, 2005; L'evento immobile (incantamenti) il MAN all'Isola delle Storie, Gavoi, Nuoro, a cura di Saretto Cincinelli e Cristiana Collu, 2008; La sostenibile leggerezza dell’essere. La metafora dello spazio 2, a cura di Andrea Bruciati, Davide Di Maggio, Lorand Hegyi Arsenale Novissimo, Tese di San Cristoforo, nell'ambito della XII Biennale Internazionale dell’Architettura, Venezia, 2010; Cinque per venticinque , Galleria La Nuova Pesa, Roma, a cura di Laura Cherubini, 2011; Alfabeta2 è un’altra cosa… Riflessi dell’arte italiana a cura di Davide Di Maggio, Casinò - Ca' Vendramin Calergi, nell'ambito della 54° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, 2011; Artenatura, Antico Palazzo della Pretura, Castell'Arquato (PC) a cura di Gianluca Ranzi, 2012.