Andrea Santarlasci – Sul limite di un’altra soglia
L’installazione dal titolo Sul limite di un’altra soglia è un sofisticato e sottile intervento, che mira a segnalare l’adiacenza relazionale tra luogo e luogo, sottolineando soglie, aperture, passaggi.
Comunicato stampa
Inaugura venerdì 27 giugno alle ore 18.30, presso l’Aula Magna del Liceo Artistico Gentileschi, la personale di Andrea Santarlasci “Sul limite di un’altra soglia”, a cura di Marco Senaldi.
L’evento espositivo si inserisce nell’ambito della sezione dedicata all’arte, curata da Luciano Massari, di Carrara Marble Weeks.
Carrara Marble Weeks, giunta quest’anno alla IV edizione, è promossa da Comune di Carrara, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Assindustria Massa-Carrara e Camera di Commercio Massa-Carrara e organizzata da Carrara Fiere e IMM Carrara.
Per questa occasione Andrea Santarlasci ha scelto di confrontarsi con la Sala Ottagonale del Liceo Artistico di Carrara, caratterizzata dalla tipica dimensione geometrica sottolineata dall’ottagono sul pavimento. Invece di considerare lo spazio come un semplice ambiente espositivo, l’artista lo reinterpreta, rileggendo i tratti significativi dell’essenza del luogo. L’installazione dal titolo Sul limite di un’altra soglia, qui presentata, è un sofisticato e sottile intervento, che mira a segnalare l’adiacenza relazionale tra luogo e luogo, sottolineando soglie, aperture, passaggi. Gli spettatori sono portati a osservare il variare delle essenze luminose in un gioco di interno-esterno, immergendosi nelle diverse tonalità di colore. Tali interventi sviluppano una comparazione in contrattempo e in dissolvenza tra luce naturale e luce artificiale. Al centro dell’ambiente affiora un ottagono riflettente, immobile eppure sospeso nello spazio, quasi un doppio platonico ideale del pavimento materiale, mentre un frammento della scala “impossibile”, realizzato in legno, con materiali di recupero, permette alla mente di risalire verso l’infinito, e sulle pareti, il grande trittico nero avvince lo sguardo tra oscurità e luce.
Con varie modalità e strategie le opere ci inducono ad oltrepassare i limiti della consueta percezione abituale, e allo stesso tempo ci stimolano verso una riflessione sui significati spaziali e simbolici, insiti nelle caratteristiche architettoniche del luogo stesso.
Andrea Santarlasci, nato a Pisa nel 1964 dove vive e lavora.
Diplomato presso il Liceo Artistico Statale di Lucca, ha frequentato l’Accademia di Belle di Venezia e Carrara.
Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 Santarlasci ha elaborato un sistema dove convivono e si intrecciano molteplici tecniche (disegno,opere tridimensionali di scultura e installative, fotografia e interventi che sviluppano le interazioni tra ambiente, luce, colore e suono). Fin dagli esordi affronta temi e motivi che attraversano tutti i momenti della sua ricerca: le relazioni e le opposizioni tra naturale e artificiale, tra spazio privato e ambiente esterno, tra visione e rappresentazione, fino ai meccanismi visivi dello sdoppiamento e della riflessone, in un costante equilibrio tra emozionalità e concettualità. Un momento prioritario del suo percorso sta in un’approfondita riflessione sul concetto di luogo e di spazio pubblico, evidenziato soprattutto attraverso e intorno alla relazione tra l’uomo e il suo ambiente, anche nei suoi aspetti sottilmente perturbanti.
Dei primi anni ’90 si ricorda la presenza alla mostra Splendente, 1992, Castello di Volpaia, Radda in Chianti, Siena, a cura di Luciano Pistoi, e la mostra personale all’interno della rassegna internazionale Sosta Vietata, 1994, a cura di Antonella Soldaini, al Centro per l’Arte Contemporanea, Luigi Pecci di Prato. Andrea Santarlasci ha realizzato nel tempo installazioni in ambienti di archeologia industriale, luoghi storici e spazi pubblici, fuori dai contesti convenzionali e tradizionalmente deputati alle esposizioni d’arte, spesso inseriti nel vivo tessuto urbano, o in contesti naturali. Tra gli eventi più recenti sono da segnalare la partecipazione a esposizioni internazionali come Bring Your Own, MAN, Museo d'Arte, Nuoro, a cura di Saretto Cincinelli e Alberto Mugnaini, 2005; L'evento immobile (incantamenti) il MAN all'Isola delle Storie, Gavoi, Nuoro, a cura di Saretto Cincinelli e Cristiana Collu, 2008; La sostenibile leggerezza dell’essere. La metafora dello spazio 2, a cura di Andrea Bruciati, Davide Di Maggio, Lorand Hegyi Arsenale Novissimo, Tese di San Cristoforo, nell'ambito della XII Biennale Internazionale dell’Architettura, Venezia, 2010; Alfabeta2 è un’altra cosa… Riflessi dell’arte italiana a cura di Davide Di Maggio, Casinò - Ca' Vendramin Calergi, nell'ambito della 54° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia; Artenatura, Antico Palazzo della Pretura, Castell'Arquato (PC) a cura di Gianluca Ranzi, 2012; le mostre personali : Tutto un giorno, 2001, Ex Lanificio Michelagnoli e casa Fornello, Prato, a cura di Stefano Chiodi; Stranieri nella notte, 2001, Galleria La Nuova Pesa, Roma, a cura di Maria Rosa Sossai; Un po’ di finito infinito, 2007, nello spazio storico del Chiostro di Villa Vogel, Firenze, a cura di Lara Vinca Masini; Fughe senza centro, 2012, alla Fondazione Mudima di Milano; Atopie del luogo, 2013, al Centro Espositivo SMS di Pisa e cura di Saretto Cincinelli e Ilaria Mariotti e l’installazione La luce che resta, 2013, nella Torre Campanaria del complesso architettonico San Michele degli Scalzi di Pisa.