Andrea Vizzini – Mithos
Il Museo Arcos di Benevento accoglie Mithos, la mostra di nuove creazioni di Andrea Vizzini.
Comunicato stampa
Museo "ARCOS" di Benevento
"MITHOS"
a cura di Ferdinando Creta
ideata da Michele Loria
dal 22 gennaio 2023 al 26 febbraio 2023
Al Museo Archeologico di Nola-Napoli dal 4 al 30 marzo 2023
“Se la tua esistenza è piena di spazzatura: informazioni di cui non abbiamo bisogno, attività di cui puoi fare a meno,
relazioni che dovrebbero essere tagliate.
Smettila di sprecare tempo e vivi per ciò che conta veramente”.
Tyler Duden
Comunicato Stampa
Il Museo Arcos di Benevento, è lieta di annunciare Mithos, una mostra di nuove creazioni di Andrea Vizzini. Dipinti su tela, Box 3D, e Deep-print.
Questa è la sua prima mostra in questo Museo, che si svolgerà dal 22 gennaio al 26 febbraio 2023 che si sposterà al Museo Archeologico di Nola-Napoli dal 4 al 30 Marzo 2023
In queste opere, Vizzini ripropone i temi mitologici, che hanno caratterizzato il suo lavoro già dal 1967, oggi sempre più contaminati da invenzioni cromatiche e formali che ne spostano ed amplificano il senso, si presenta come un funambolo senza reti di sicurezza, spingendosi su limiti esteriormente disparati che rasentano un mélange onirico, come dice Umberto Eco da “ultimo metafisico”.
I Miti che cita Vizzini, popolano il suo lavoro già dal 1967, scrivendo per una mostra, Eugen Gomriger, il teorico della Poesia Concreta, sostiene che la sua poetica si è tuffata sempre più in profondità nella citazione dei classici, prima dei Citazionisti, Anacronisti e rifacitori del mondo classico, che tanto è diventato di moda nel mondo dell’arte negli ultimi anni.
Il titolo della mostra, “Mithos” non suggerisce soltanto un avvicinamento alla mitologia Greca, ma anche al mito della pittura classica, ai grandi per antonomasia.
Ancora Pierre Restany, infatti dice, “Tutto l’estro di Vizzini è senza dubbio in quel frammento -iconico- nato da un io profondo per fissare finalmente sulla tela la linea di contorno sublimata di una istantanea visiva della memoria”.
“Spingere l’arte ai confini di se stessa per verificarne il sistema”. Questo è l’esigente obiettivo che Vizzini si propone.
Tutto questo non offre un’accettazione positivista dell’esistenza, scrive Demetrio Paparoni nel 1978. Viverla anche nei momenti più drammatici ed avversi con intensità non esclude una politicizzazione tendente all'impegno di cercare e di abbattere le strutture massificanti e le ingiustizie implicite in una società basata sulla competitività. Questa prassi Vizzini la rifiuta con forza. Prende atto, invece, che la vita ha il suo valore nonostante le violenze morali e fisiche che si subiscono quotidianamente, e che nonostante ciò essa sia un "valore" ugualmente valido, il che non vuol dire rinunciare ad una ipotesi migliore, ma anzi, proprio in questo caso la logica conclusione della voglia di vivere si concretizza appunto nel tentare di eliminare gli aspetti più negativi dell’essere.