Andreas Fogarasi – Production
Federico Luger (FL GALLERY) è lieto di presentare la prima mostra di Andreas Fogarasi in Italia dopo la personale al padiglione Ungheria alla Biennale di Venezia nel 2007, durante la quale ha vinto il Leone D’Oro per la miglior partecipazione nazionale.
Comunicato stampa
Federico Luger (FL GALLERY) è lieto di presentare la prima mostra di Andreas Fogarasi in Italia dopo la personale al padiglione Ungheria alla Biennale di Venezia nel 2007, durante la quale ha vinto il Leone D’Oro per la miglior partecipazione nazionale.
Nella sua produzione sia scultorea che fotografica, Andrea Fogarasi si interroga su come le cose ci vengono presentate. Analizza come le città, le idee politiche o gli eventi storici diventano immagini e come l’arte, l’architettura e il design si tramutano in spettacolo. La mostra evoca e reinterpreta alcuni di questi gesti di presentazione. Entrando nella stanza ci si imbatte in uno schermo video sospeso nel mezzo dello spazio, ben teso tra pavimento e soffitto. Il video Europa (2016) mostra, in serie e in rapida successione, i loghi turistici degli stati europei, disposti in ordine alfabetico e ridotti ai minimi termini in bianco e nero. Essi svaniscono lentamente uno dopo l’altro davanti ad uno sfondo bianco, raggiungendo il loro culmine massimo alla fine dei10 secondi di intervallo, per poi sparire prima che il logo successivo si dissolva. I loghi, progettati per attrarre i turisti e gli investitori, sono rappresentazioni astratte del paesaggio, dell’atmosfera, dell’identità nazionale e in contemporanea visualizzano l’attuale logica aziendale delle amministrazioni pubbliche. In un momento in cui “l’identità europea” sembra essere in crisi e in cui la migrazione globale sfida e cambia la nozione di stato-nazionale, la pratica documentaristica di Fogarasi evita il giudizio (o meglio, lo lascia nelle mani dello spettatore) e combina un Becheresco studio tipologico con un umorismo pungente.
North American International Auto Show (2012) presenta una vasta gamma di strutture in compensato a forma di V, specchiate. Tra elementi architettonici, pareti espositive e sculture indipendenti affrontano lo spettatore e riflettono lo spazio circostante.
Mostrano una serie di fotografie a colori che raccontano lo smantellamento della grande fiera commerciale che si tiene ogni anno a Detroit, il centro dell’industria automobilistica americana. Le fotografie catturano gli istanti di questo processo laborioso, le macchine già andate. Concentrandosi sulle imponenti costruzioni temporanee, sulle casse, sui segni e sulle superfici architettoniche, le strutture si ergono a metafora del crollo e del rinnovamento degli spazi urbani post-industriali.
I Roof Studies (2014 - in corso) realizzati in rame o alluminio piegato e ricoperti di tela legatoria o carta marmorizzata, sono degli ibridi di modelli architettonici, campioni di materiali e superfici informative. Fanno da eco alle pagine piegate di un libro e alle strutture geometriche dell’architettura moderna. Sia il tetto come riparo, che l’architettura nella sua forma più basilare, sono motivi ricorrenti nella produzione di Fogarasi. Il movimento increspato degli oggetti che ricorda il movimento dellle bandiere è controbilanciato dalla loro superficie metallica riflettente e dalle pieghe affilate. Mentre quasi tutte sono basate su pattern generici ripiegati, il “Roof Study (Unesco)” 2018, in pelle, è modellato sulla sala delle conferenze di Marcel Breurer e Pier Luigi Nervi per l’edificio Unesco a Parigi, un luogo in cui vengono prese le decisioni su edifici, strutture urbane o luoghi ai quali è stato riconosciuto lo status di “Siti del patrimonio mondiale”.
Andreas Fogarasi, nasce nel 1977 a Vienna, città in cui vive ancora.
I suoi lavori sono stati esposti in numerose istituzioni internazionali tra le quali il Museo Tamayo, a Città del Messico; il Leopold Museum di Vienna; il New Museum di New York; il Kunstverein di Dusseldrof; Ludwig Museum di Budapest; il Museum of Contemporary Art di Zagabria; il Frankfurter Kunstverein; il Palais de Tokyo di Parigi. Tra le mostre personali: Kunsthalle di Vienna (2019); Galerie Thomas Bernard di Parigi (2018); Georg Kargl Fine Arts di Vienna (2017); Proyectos Monclova di Città del Messico (2016); MAK Centre di Los Angeles (con Oscar Tuazon); Galeria Vermelho di San Paolo; GfZK-Museo di Arte Contemporanea di Lipsia; Museo Haus Konstriktiv di Zurigo (2014); Trafó Gallery di Budapest; Prefix di Toronto (2012); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid; CAAC-Centro Andaluz de Arte Contemporaneo di Siviglia (2011); Ludwig Forum di Aquisgrana (2010); MAK di Vienna; Grazer Kunstverein di Graz (2008) e al Padiglione Ungheria alla 52esima Biennale di Venezia (2007) in cui ha vinto il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale.