Andy Warhol – The American Dreams
Opere realizzate giocando sulla ripetizione dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo e su una riproducibilita’ infinita dell’immagine.
Comunicato stampa
Il sogno culturale americano, ossia l’idea che chiunque possa raggiungere con le proprie capacità il successo e condurre una vita felice, precede la nascita stessa degli Stati Uniti, risalendo a quel XVII secolo che vide il nuovo continente palesarsi agli occhi degli Europei come la meta ideale di grandi speranze collettive e aspirazioni personali. Figlio di immigrati ruteni dell’estremo lembo orientale dell’Impero austroungarico (oggi corrispondente alla Slovacchia), Andrew Warhola Jr., meglio noto come Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987), incarna nel modo più esaustivo non solo il compiersi del mito americano, che negli anni 60 conquistò l’America underground promiscua e multirazziale, ma ancor più il progressivo mutare della sua valenza nella ristrutturazione socio-economica degli anni 80. Mantenendone intatto il potere immaginifico, Warhol traghetta quel sogno nel suo fatale viaggio dalla creatività downtown del Village e del Lower East Side al bel mondo dell’Upper East Side e di Park Avenue, dove il trionfo del capitalismo usa e getta si prepara a sacrificare ogni necessità ideologica alla vendibilità del prodotto, si tratti di idee o di macchine, di scarpe o di musica rock.
ANDY WARHOL. THE AMERICAN DREAMS dal 31 ottobre 2014 al 8 gennaio 2015 alla Galleria SKEMA5 in Via XX Settembre,10- 12100 Cuneo e Fondazione Casa Delfino in Corso Nizza, 2, Cuneo, racconta le sorti del sogno americano dalla metà degli anni 70 – segnata dal successo di Fame, in cui David Bowie e John Lennon cantavano l’anima di plastica della celebrità – alla rivincita conservatrice degli 80, quando il prodotto si fa mito e la logica del mercato impregna ogni aspetto della vita politica, sociale, culturale. Questa storia viene raccontata attraverso una selezione di opere, provenienti per lo più da collezioni private italiane, giocando intenzionalmente sulla ripetizione ossessiva dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo, e su una riproducibilità potenzialmente infinita dell’immagine tale da competere con la forza persuasiva della pubblicità e l’invadenza della comunicazione massmediale.
La mostra offre inoltre la rara occasione di vedere un video inedito (superotto, colore, riversato in DVD 110min. circa), girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts.
La mostra segna una delle tappe di un progetto espositivo più ampio, curato da Achille Bonito Oliva, partito nel 2013 a Porto Cervo e che ha già transitato dal PAN di Napoli, da Montecarlo, per poi concludersi al Kremlin di Kazan in Russia nel 2015.
Catalogo della Mostra edito da SilvanaEditoriale di circa 250 pagine a colori con testo critico del Prof. Achille Bonito Oliva