Angela Carrubba Pintaldi – Sudario
Con l’inedita mostra dell’artista siciliana, il Museo Pepoli apre le porte all’arte contemporanea presentando, in un suggestivo allestimento, tele, installazioni, video performance, fotografie e gioielli d’arte concepiti e realizzati in Sicilia negli ultimi due anni.
Comunicato stampa
La mostra programmata per il periodo estivo nella prestigiosa sede museale trapanese prende il nome dall’opera che costituisce il cuore dell’intero percorso espositivo e che più di ogni altra riassume la complessità del linguaggio dell’artista: “Sudario”, un’imponente tela di 3 m x 3 m. realizzata con pigmenti monocromatici di colore porpora, ultima nata nell’ambito di un viaggio d’arte intrapreso sull’isola siciliana a partire dal 2008. Realizzata sull’isola di Mozia, all’interno dello Stagnone trapanese, grazie alla collaborazione con la Fondazione Giuseppe Withaker, è un’opera intrisa di colore e di significato spirituale, come lo sono tutte le ultime opere dell’artista, un’opera complessa che fonde insieme tre discipline - pittura, fotografia e video-arte - in un unico linguaggio con l’intento di rappresentare la liberazione dal dolore, il passaggio dal buio della sofferenza alla luce della gioia.
Oltre all’opera principale, un’altra tela di grandi dimensioni “Per Te Maria Madre di Trapani”, realizzata anch’essa a Trapani sull’isola della Colombaia, viene esposta per la prima volta al pubblico con il video d’arte che racconta in chiave poetica e quanto mai suggestiva la sua genesi. L’installazione multimediatica Panta Rei, realizzata sull’isola di Pantelleria e già esposta a Palazzo Sambuca di Palermo, è composta da una grande tela, una video-performance e una mostra di foto di Luca Mercatelli. Completano la mostra la installazione ”Il ritorno di Cristo a Gibellina”, oltre a tele provenienti dal museo di Gibellina e dalla mostra “Rinascita” al Loggiato S. Bartolomeo di Palermo.
L’ultima sezione della mostra è dedicata al gioiello-scultura, altra forma espressiva dell’artista, dove alcuni pezzi contemporanei dialogano con monili arcaici in un dialettico scambio di contaminazioni quasi a volere sottolineare l’atemporalità del linguaggio artistico e allo stesso tempo l’assoluta l’indefinibilità dei suoi codici comunicativi. Non a caso infatti, l’artista si presenta per la prima volta in ambito museale con una produzione che spazia provocatoriamente tra campi comunemente considerati tanto distanti come l’arte pittorica e la gioielleria, e proprio qui, al Museo Conte Agostino Pepoli, sede di una delle collezioni di oreficeria antica più importanti sul territorio nazionale, trova il suo completamento semantico. Riconosciuta a livello internazionale come l’altra forma espressiva dell’artista, definita “artista poliedrica” dal grande collezionista d’arte Axel Vervoordt, la gioielleria si inserisce a pieno titolo nel linguaggio libero e scevro da compromessi dell’artista, alla costante ricerca di una complessità sensoriale tesa al raggiungimento di una forma d’arte che è prima di tutto messaggio d’amore.
La mostra approderà in autunno a Milano in una sede in via di definizione.