Angela Maria Antuono – La Repubblica di Caianello
La mostra raccoglie una serie di immagini scattate dall’artista Angela Maria Antuono. Fotografie nate quasi per gioco, come un’attrazione per i bambini di Caianello. Un ciclo di 25 anni che descrive i protagonisti dall’infanzia alla maturità.
Comunicato stampa
Prosegue la rassegna PierMAD, organizzata da MAD, Museo d’Arte Diffusa a cura di Fabio D’Achille, presso la libreria caffetteria Piermario & Co in via Armellini a Latina.
Sabato 29 giugno alle ore 18,30 sarà inaugurata la mostra fotografica, dal titolo “La Repubblica di Caianello”, che raccoglie una serie di immagini scattate dall’artista Angela Maria Antuono .
Fotografie nate quasi per gioco, come un’attrazione per i bambini di Caianello. Un ciclo di 25 anni che descrive i protagonisti dall’infanzia alla maturità, una storia per immagini che racconta la cultura, il lavoro, la personalità degli abitanti della “Repubblica”, di questo mondo che riporta indietro nel tempo delle nostre origini.
Durante il vernissage sarà proiettato il video “To Bice”, realizzato dal videomaker Daniele Di Sturco, nato dalla collaborazione dell’Antuono con il progetto Una donna pittrice…le transavanguardia in ..casa, e Relitti e recuperi di una società contadina.
“Messer Pietro Aretino la sapeva lunga sulla retorica che “è nella lingua di chi inganna e di chi ha bisogno”, mentre più tardi Francesco de Sanctis confermava “le epoche più doviziose di retorica, e le peggiori, furono in realtà, le più ignoranti”.
Nella “Repubblica di Caianello” polli e pollastri ripieni tengono alto il testimone di luoghi che non si fanno macerare dal tempo: il loro sacrificio è un atto di continuità della comunità e dello spirito, mandando a spasso il vocabolo a colpi d’ala.
L’artista Angela Maria Antuono sa raccontare la poesia del suo amato e famelico paese in modo antiretorico, al collo la macchina fotografica o in mano il forchettone, tra le rose del suo giardino o a caccia di immagini. L’esistenza trascolora nel mito, perché la Storia fugge e lei la rincorre, documentandone i rituali, spesso declinati al femminile, sorta di Afrodite moderna con un linguaggio onirico e carnale.
Racconta di “cose che la mente già conosce”, spostando l’attenzione di chi guarda dal contenuto al trapasso in vere e proprie intuizioni pittoriche, dense di valori espressivi.
Opera su altri livelli, capaci di condensare emozioni. Non riproduzioni o invenzione realistiche, ma codificate “presenze” al di là di realtà e convenzioni accettate.
Si mette in gioco trasformando liricamente ( se ne accorgono in tanti tanto che nel 2004 vince il Premio Mario Giacomelli) perché lei stessa, come artista e donna, ogni giorno si trasforma. Vibrazioni e variazioni minime, acchiappabili a stento, nel divenire continuo degli scatti dedicati a ciò che succede dentro la Repubblica.
Un velo, una collana, una gallina allo specchio, ed ecco che -come lei stessa afferma - si prende la vita per i capelli, spingendola all’infinito, mentre la realtà non può più coincidere con la forma.
Preziosa artigiana della memoria, si serve della sua intelligenza critica per giocare a rimpiattino tra la fame di disperazione viva e una succosa autoironia.
Il mondo della sua “Repubblica” – a poca distanza autostradale tra Roma e Napoli- è lontana dalla cialtroneria delle grandi metropoli italiane, gravida di un contesto ambientale ed umano che, inevitabilmente, ci invita a guardarci dentro. Capace di proiettarci in quello che siamo davvero, procurando l’angoscia delle domande, la revisione del tempo, la fatalità del chiedersi a chi appartenere. Angela Maria Antuono sa tirar fuori la nostra identità.
Quella primitiva, senza latitudini”. (Nicoletta Prandi)