Angela Palmarelli – Geoarcheografie#Narrazioni
Mostra d’arte contemporanea presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Comunicato stampa
La mostra, vincitrice del bando per Evento di alto profilo culturale, è curata da Domenico Iaracà e Francesco Santaniello, l’Associazione Culturale Cavourart di Terni, in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Con il progetto Geoarcheografie, Angela Palmarelli trascrive in forme plastiche le categorie del tempo. Così facendo, volumi, piani e segni delle sue sculture divengono tracce sedimentate di un discorso estetico atto a veicolare profondi significati etici. Paradigmatica in tal senso l’installazione GAP, realizzata appositamente per l’occasione, nella quale propone una riflessione, culturale e geopolitica, su quanto sta accadendo nel Mediterraneo. In essa lo spettatore-fruitore potrà scegliere se vedere un susseguirsi di orizzonti via via più ristretti, se si guarda da Sud verso Nord, o un cannocchiale ottico accecato, se si guarda all'opposto da Nord verso Sud. Il “Mare nostrum” è ed è stato porta e crocevia e sulle sue sponde sono approdate le epoche della nostra civiltà. La porta è un varco, un passaggio, un limite, un confine effettivo o simbolico che sia, segna un punto di partenza o d’arrivo. È uno spazio (de)limitato, emblema di quella condizione di erranza, tanto materiale quanto spirituale, che da sempre contraddistingue l’essere umano. Simbolo del desiderio di superare i limiti (de)finiti per proiettarsi verso un altrove: geografico, temporale, trascendentale.
La mostra Geoarcheografie # narrazioni propone, inoltre, una serie di sculture inserite nel percorso museale in un discorso visivo articolato come un dialogo a due voci, quella dell’archeologia e quella dell’arte contemporanea, inducendoci a una profonda riflessione sul modo di leggere l’attualità e le varie realtà della vita e dell’Essere. Oggi, come nel passato, il linguaggio polisemico dell’arte, sostanziato dalla materia plasmata e sublimata dall’artista-demiurgo, ci guida attraverso le tappe di un percorso segnato dalla percezione, dalla sensazione e dalla memoria. Sono narrazioni sul tempo e sul sacro che traspaiono, sottotraccia, nei segni geologici impressi sull’argilla, grafemi di un alfabeto primordiale in orizzonti cronologici all’interno dei quali l’Uomo sembra quasi una presenza trascurabile. “Il mio lavoro – ha dichiarato l’artista - è rivolto alla ricerca di linguaggi remoti, veri e propri codici geologici che interpreto e riproduco in stratigrafie e segni impressi nell'argilla. Modellata in lastre, questa materia, oltre a fornire supporto e superficie, da' ai miei segni la possibilità di penetrarvi, conferendo loro una profondità e una casualità che, in altro modo, sarebbe impossibile ottenere. Poi il fuoco fa il resto, con le sue mille possibili varianti e fascinazioni.”
Per richiedere maggiori informazioni o fotografie delle opere: [email protected]
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