Angelino Cortesia / Paolo Zamengo – Oblivio memoria

Informazioni Evento

Luogo
ORATORIO DI SANTA MARIA ASSUNTA
via Rossignago 61 , Spinea, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da giovedì a domenica 16-18,30;
sabato e domenica: 10 - 12 / 16 – 18,30
sedi espositive: Oratorio Santa Maria Assunta via Rossignago Spinea
Oratorio Villa Simion Via Roma 265 Spinea

Vernissage
22/10/2021

ore 17

Patrocini

Ente promotore: Comune di Spinea (Venezia)

Artisti
Angelino Cortesia, Paolo Zamengo
Curatori
Santina Ricupero
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Esposizione arte contemporanea.

Comunicato stampa

Si inaugura venerdì 22 ottobre a Spinea la mostra Oblivio memoria nell’ambito della rassegna di arte contemporanea MEMORIAE, voluta dal Comune di Spinea e curata da Santina Ricupero, con la collaborazione dell’Associazione Contemporis ETS.
Il progetto propone al pubblico sette esposizioni che indagano i rapporti della memoria con l’identità, la natura, l’oblio, lo sradicamento, il tempo, il silenzio.
Oblivio memoria, seconda mostra della rassegna, dopo Silentum memoria, appena conclusa, mette a confronto le opere dell’artista Angelino Cortesia, di Salzano, con quelle del miranese Paolo Zamengo, collocate in due differenti sedi, rispettivamente Villa Simion e Santa Maria Assunta. Due mostre virtualmente congiunte dalla tematica proposta, affrontata con il proprio personale linguaggio.
Le opere di Paolo Zamengo e Angelino Cortesia sembrano il campo di battaglia di due spinte antitetiche: la volontà di preservare e tenere traccia, di se stessi in primo luogo, come risposta alla pulsione di autoconservazione dell’essere umano e dell’artista innanzitutto; e il tentativo di astrarre, generalizzare e quindi dimenticare, confondendo il dettaglio con lo sfondo, l’io con l’universale. ( dal testo critico di Francesca Giubilei e Luca Berta)
Angelino Cortesia conserva la memoria dei suoi pensieri, o di quelli di altri che lo hanno ispirato, scrivendoli sulla tela. Poi però li rende quasi illeggibili dipingendoci sopra o cancellandoli con un segno grafico molto caotico. Per la densità del colore e il segno profondo della scrittura, la serie Sepolcri 2020 sembra quasi raccogliere dei graffiti su frammenti di intonaco, poi incorniciati. ( dal testo di Francesca Giubilei e Luca Berta)
I testi, scelti come punto di partenza, sono pensieri, citazioni, riflessioni che vengono poi utilizzati come sottotitoli delle sue pitture, tutte eseguite a tecnica mista su supporti cartacei. Un po’ di leggerezza per il mio cuore (aggiungo l’azzurro oltremare e il blu di cobalto per l’infinito) è un esempio di titoli che descrivono il metodo di procedere nel suo fare pittura, elegantissime monocromie dai colori forti e decisi o severe riduzioni della gamma cromatica che esaltano la forza del messaggio.
Paolo Zamengo dell’oblio ha fatto il perno del suo lavoro, bruciando, cancellando, strappando. La continua rivisitazione delle opere, anche a distanza di anni, è diventata una prassi: sovrappone, taglia e riassembla i suoi lavori su carta, componendo dei libri, veri archivi di memorie, dai titoli forti come per esempio “Entropie”, il libro posto sull’altare; oppure “Uomo che legge”, “Niente”..etc. Cultura filosofica, denuncia del sistema dell’arte, interiorità profonda sono componenti di un lavoro, a tratti solo apparentemente dissacratorio, con forte valenza spirituale, sempre allusive di una dimensione Altra. Ne sono un esempio, nella Chiesa Santa Maria Assunta, il trittico il “Sole Quadrato” e ancora la installazione centrale “Vomitare l’arte” che vede a terra, simbolicamte in progressione verso l’altare, una serie di opere materiche monocromatiche bianche, culminanti con il Libro Entropie ( rilegatura a mano di teciche miste su carta assemblati anche a feltro e vetro).
Una mostra che fa riflettere sulla contrapposizione apparente o reale della memoria con l’oblio, comunemente considerato, a torto o ragione, il suo esatto opposto.
Esposizioni a seguire, nel 2021:
Pier Paolo Fassetta - omaggio a Pier Paolo Fassetta
(26 novembre - 19 dicembre) a cura di Santina Ricupero e Monica Mazzolini ; testi critici di Monica Mazzolini e Maria Angela Tiozzi.